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La Raf dirotta un aereo della Lufthansa

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Il 13 ottobre 1977 le autorità francesi comunicarono che il Boein 737 Lufthansa LH181, in rotta da Palma di Maiorca verso la Germania, con a bordo 86 passeggeri e cinque membri dell’equipaggio, era stato dirottato.

I dirottatori sono due donne e due uomini, tutti palestinesi, tra cui il Capitano Mahmoud che era il leader del gruppo. L’aereo si diresse verso l’areoporto di Fiumicino, a Roma. Rifornitosi di carburante, il boeing riprese il suo viaggio che lo portò a sorvolare numerosi Paesi mediorientali. Nonostante l’opposizione delle autorità, l’aereo si fermò poi all’areoporto di Dubai, da dove i dirottatori esplicitarono le proprie rivendicazioni. La richiesta principale era la liberazione dei militanti della banda Baader-Meinhof, detenuti in Germania.

Il giorno successivo, l’aereo fece sosta nello Yemen, dove venne ucciso il capitano e pilota del Boeing, per aver parlato con le autorità del luogo. L’aereo, ora guidato dal co-pilota, giunse infine a Mogadiscio in Somalia.

Alle 19 del 17 ottobre scattò il blitz delle teste di cuoio tedesche. Le porte d’emergenza dell’aereo vennero fatte esplodere e l’intervento ebbe inizio. Il gruppo d’assalto si divise immeidatamente in due, per occuparsi del fronte e del retro dell’aereo. Due dirottatori vennero uccisi immediatamente, all’inizio del raid.

Alle 02:08 due ulteriori squadre dell’esercito fecero saltare l’ entrata anteriore e quella posteriore, inziando ad evacuare gli ostaggi per mezzo degli scivoli di emergenza. Il combattimento si svolgeva principalemente nella cabina di pilotaggio dell’aereo, dove già era stato ucciso il Capitano Mahmoud. Il quarto ed ultimo dirottatore venne abbattuto da diversi colpi di arma da fuoco , esplosi dallo stesso Wegener, comandante dell’operazione.

Quando il blitz ebbe termine, alle 02:12, tutti gli ostaggi erano stati liberati. Dei quattro terroristi sopravviverà solamente Suhaila Andraws, benchè colpita per ben sette volte dai colpi della squadra anti-terrorismo tedesca. Per oltre un anno verrà detenuta a Mogadiscio, poi sarà rilasciata per permetterle di curarsi i postumi delle ferite riportate. Rifugiatasi in Norvegia, verrà trovata solo nel 1993 ed estradata in Germania dove sconterà una condanna a 12 anni.

Poche ore dopo, la stessa notte, arrivò la notizia che Andreas Baader, Gudrun Ensslin, Jan-Carl Raspe erano stati trovati morti nelle loro celle. Si erano, secondo la versione ufficiale, suicidati nel carcere di Stammheim. Irmgard Möller, altra militante della Raf, detenuta nello stesso carcere, aveva quattro ferite da coltello al petto ma fu salvata in ospedale; ha sempre negato con forza la versione statale del suicidio collettivo.

 

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