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I Rosenberg sulla sedia elettrica

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Il 19 giugno 1953 nel Penitenziario di Sing Sing, venivano giustiziati i coniugi Rosenberg, al termine di un processo farsa in cui furono accusati di essere spie sovietiche. Il loro grande crimine era di essere comunisti negli USA “democratici” del maccartismo.

Ethel e Julius Rosenberg, una coppia di coniugi ebrei, laici e comunisti, furono accusati di aver passato all’URSS informazioni relative alla bomba atomica. Il 5 aprile 1951, Julius Rosenberg e la moglie vennero condannati a morte per il reato di cospirazione. Nonostante i molti appelli internazionali in favore della grazia, la sentenza di morte venne eseguita, insieme a quella della moglie, il 19 giugno 1953 nel Penitenziario di Sing Sing, a New York, tramite sedia elettrica. Avrebbero potuto salvarsi, accettando l’offerta del governo di fare altri nomi, ma rifiutarono con esemplare coerenza di cedere al ricatto, preferendo la condanna a morte al tradimento. Le prove per incastrare i due coniugi furono costruite a tavolino dalla CIA e dall’FBI, in un processo-farsa che sollevò una mobilitazione popolare simile a quella occorsa negli anni ’20 in difesa di Sacco e Vanzetti.

I figli Michael e suo fratello, orfani a 6 e 10 anni rispettivamente, vennero obbligati a crescere con un cognome estraneo: Meeropol, ossia dalla coppia di coniugi che sfidando il clima da caccia alle streghe che vige negli anni del senatore repubblicano Joseph Mc Carthy, adottano i due bambini.. L’assassinio dei loro genitori e gli avvenimenti di quel periodo segnarono le loro coscienze in modo indelebile.

Un giorno prima della condanna sulla sedia elettrica Ethel, in una lettera al suo avvocato, affermò coraggiosamente: “Siamo le prime vittime del fascismo americano”.

In quell’epoca negli USA esisteva “un’esaltazione estrema del patriottismo non meditato” e ciò che costituisce patriottismo “è politicamente carico”, ha detto Robert. Robert, avvocato e direttore del Fondo Rosenberg per i bambini, un’ organizzazione che offre aiuto ai figli dei prigionieri politici, ricorda che “la gente aveva paura dell’olocausto nucleare ed era convinta che i russi avrebbero lanciato la bomba atomica su di noi”, oltre al fatto che “una media di mille soldati nordamericani moriva ogni mese in Corea. Tutto questo venne utilizzato per giustificare ciò che accadde ai miei genitori”.

Michael riconosce anche l’importante ruolo che svolsero i mass media come alleati di “un piano contro i nostri genitori”.

Egli segnala che “nel processo legale non avrebbero mai potuto condannarli, ma venne cambiata la verità per l’opinione pubblica. Sulla stampa, nei discorsi, alle radio e in altri mezzi li accusavano di essere traditori. Quello fu il ‘crimine pubblico’ per il quale la gente credette che erano stati condannati”.

Anni dopo in alcuni documenti resi noti dell’Ufficio Federale delle Indagini (FBI) si è saputo che la condanna ai Rosenberg fu “una necessità politica”:

“Ethel e Julius – membri del Partito Comunista Nordamericano-, credevano che sconfiggendo il fascismo, avrebbero aiutato gli americani e il mondo. Qualunque azione nasceva del loro amore per l’Umanità”, afferma Robert convinto che “non ebbero mai nulla a che fare con lo spionaggio”.

“Furono solidali con i poveri e gli oppressi degli USA e del mondo e non con un Governo che al servizio di pochi privilegiati”, ha aggiunto Robert. Ventidue anni dopo, nel 1975, lui e suo fratello hanno ottenuto la riapertura del caso: “Sapevamo che le presunte prove usate contro i miei genitori non sono mai state mostrate durante il processo”, ha segnalato Michael che ha spiegato che “siamo stati capaci di dimostrare che gli argomenti presentati come il segreto della bomba atomica sono stati solo chiacchiere.”

Guarda “I coniugi Rosenberg – OVO“:

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