
Vittoria: Gino è libero e non sarà estradato.
Pubblichiamo un aggiornamento uscito su contre-attaque tradotto:
Vittoria questo mercoledì 9 aprile! Dopo mesi di caccia all’uomo, prigionia e incertezza, Gino, militante antifascista, è libero. Non sarà estradato in Ungheria né consegnato nelle mani del regime di estrema destra di Viktor Orbán.
Rexhino Abazaj, soprannominato Gino, era stato arrestato lo scorso novembre dalla polizia francese della sotto-direzione antiterrorismo. Il suo crimine? Essersi opposto al fascismo.
Tutto risale a febbraio 2023, in Ungheria. Dei neonazisti celebravano il “Day of Honour”: nulla di onorevole in questa giornata, poiché commemora in realtà la battaglia di Budapest, cioè la resistenza dei soldati nazisti e dei loro collaboratori ungheresi contro i sovietici durante la Seconda guerra mondiale. In quell’occasione, migliaia di nostalgici di Hitler, alcuni persino vestiti con uniformi delle SS, si riuniscono per sfilare, organizzare concerti e soprattutto commettere violenze, sotto lo sguardo compiacente del governo di Viktor Orbán.
Nel febbraio 2023, ai margini di quella giornata, uno scontro è scoppiato all’uscita di un concerto rock neonazista. La polizia ha rilasciato i militanti di estrema destra senza alcuna accusa, mentre 17 antifascisti, tra cui l’eurodeputata italiana Ilaria Salis e Gino, sono stati braccati in tutta Europa. Le autorità ungheresi hanno messo in campo enormi risorse. Orbán ha strumentalizzato questi eventi per inscenare un presunto “terrorismo antifascista” che attaccherebbe dei “cittadini onesti”. Le autorità ungheresi hanno emesso un mandato di arresto europeo contro Gino, che è stato arrestato in Francia nel 2024.
Dopo aver trascorso mesi in detenzione, la giustizia avrebbe dovuto decidere sul suo caso lo scorso febbraio: sarebbe stato estradato in Ungheria, dove le condizioni di detenzione, in particolare per gli oppositori politici, sono atroci, e dove una giustizia al servizio del potere rischiava di condannarlo a 22 anni di carcere? Dopo aver rinviato la decisione, la giustizia francese ha liberato Gino il 26 marzo, in attesa della decisione finale sull’estradizione.
Questo 9 aprile, la Corte ha infine deciso di non trattenere alcuna accusa contro di lui: Gino è libero di restare sul territorio francese. I giudici hanno invocato l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sull’interdizione della tortura e l’articolo 6 sul diritto a un processo equo. Nessuno dei due è rispettato in Ungheria, perciò l’estradizione è stata rifiutata.
Tuttavia, il mandato d’arresto può ancora essere attivato se Gino si reca in altri paesi europei. Il prossimo obiettivo sarà ottenere l’annullamento del mandato a livello europeo.
In ogni caso, è stata proprio la solidarietà collettiva e la mobilitazione che hanno permesso di strappare Gino dalle grinfie del regime ungherese e delle polizie europee. Decine di azioni, striscioni, serate e altri eventi sono sbocciati in tutta Europa negli ultimi mesi per sostenere il militante antifascista. La lotta continua.
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