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Caserta: ennesimo disastro ambientale in Terra di Lavoro

L’emergenza ambientale appare sempre più grave. Il vasto incendio ha reso l’aria irrespirabile anche nei comuni limitrofi. Il comune di Bellona attraverso una delibera d’urgenza ha disposto lo sgombero di 30 nuclei familiari residenti nella zona circostante, ma come si intuisce anche dall’allarmante comunicato dell’Asl, il disastro travalica i confini cittadini.

 L’incendio, di origini chiaramente dolose, segue di pochi giorni un altro rogo di enormi proporzioni scoppiato ad Acerra in un deposito nei pressi dell’inceneritore, tra l’altro fermo da mesi per continui guasti. Un deposito che doveva essere solo un sito temporaneo e invece da anni le ecoballe non erano state più rimosse.

 Un quadro che fa pensare immediatamente ad una serie di azioni messe in atto per accelerare la costruzione di altri inceneritori sul territorio. E’ infatti già da mesi che si parla dell’installazione di un gassificatore nel comune di Capua, così come di un altro possibile inceneritore a Mondragone.

Ieri è arrivata la prima risposta dei cittadini e dei comitati. Un centinaio di persone si sono, infatti, radunate nella piazza principale di Bellona, dando vita ad un’assemblea autoconvocata per capire il da farsi. Segue il comunicato:

 

Una folta assemblea si è riunita stasera – mercoledì 18 aprile – a Bellona nella centralissima piazza Umberto I a seguito alla notizia del disastroso rogo di rifiuti speciali e solidi urbani avvenuto presso l’azienda Ilside in località Ferranzano (zona periferica di Bellona). L’incendio si è protratto per oltre 36 ore e, mentre scriviamo, è ancora in atto. Ha causato un fungo di fumi tossici visibile da grandi distanze ed ha contaminato campagne e paesi limitrofi nel raggio di diversi kilometri, ma nonostante la sua consistenza, l’evento è stato completamente oscurato dai media nazionali.

Purtroppo non sono arrivate da parte delle istituzioni dichiarazioni precise in merito all’entità del danno e nessuno si è preoccupato di fornire informazioni al riguardo: unico intervento è stato un’allarmante circolare dell’ARPAC e dell’ASL nella quale si raccomandava ai cittadini dell’Agro Caleno di restare chiusi in casa evitando attività all’esterno. La gente esasperata vuole SAPERE!

Le istituzioni già responsabili di aver mancato i controlli necessari e di aver causato un disastro ecologico con la mala gestione del ciclo rifiuti, non possono essere latitanti di fronte ad uno scempio di tale portata. Numerosi comitati si battono col l’intento di far applicare politiche “RIFIUTI ZERO”in tutta l’area, ma i loro sforzi vengono resi vani da tali atti criminali che, nell’indifferenza generale, aggrediscono la nostra salute. L’ipotesi di un gesto doloso rende ancora più inquietante lo scenario che ci troviamo davanti.

Chiediamo a gran voce che:

– vengano prese tutte le misure per tutelare, ove possibile, la salute di tutti/e;

– gli enti preposti facciano chiarezza.

Intanto continueremo a vigilare sulla situazione e diamo appuntamento a tutte e tutti giovedì 19 aprile alle 20,30 al csoa Tempo Rosso di Pignataro (CE), per costruire le iniziative da mettere in campo e  per preparare la nostra presenza al fondamentale consiglio comunale aperto a Capua che si terrà lunedì 23 aprile, il quale avrà come ordine del giorno la decisione dell’installazione del gassificatore sul suolo del comune; inoltre è prevista a breve una “visita” alla sede della Provincia a Caserta per chiedere un incontro all’assessore all’ambiente.

Assemblea Autoconvocata contro il disastro

 


 

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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