
Salvini contestato a Livorno per il suo sostegno allo stato sionista
Dopo due settimane di mobilitazioni, in una data simbolica come quella del 7 ottobre, Salvini è arrivato a Livorno.
da Azione Livorno Antifascista
Per permettere il suo arrivo la città è stata blindata, la terrazza Mascagni è stata militarizzata e trasformata in una zona rossa.
Questa passerella elettorale non è che l’ennesima provocazione in una città come Livorno, che storicamente ha sempre rifiutato l’odio e il fascismo di cui Salvini e compagnia si fanno promotori.
La città oggi (ieri ndr) ha reagito circondando la zona rossa per manifestare il proprio dissenso.
Per ore le forze dell’ordine hanno fatto di tutto per alzare la tensione, finché lo stesso Salvini non si è avvicinato ai manifestanti per provocarli. La reazione non si è fatta attendere, ma, per quanto sia stata accesa, ci teniamo a smentire le accuse che proprio adesso lo stesso ministro sta muovendo nei confronti dei partecipanti: non c’è stato nessun furto né aggressione ai cittadini presenti. Quella a cui la città ha assistito è solo l’unica risposta, spontanea e popolare, che i pochissimi signori in giacca e cravatta protetti delle numerosissime forze dell’ordine dovevano aspettarsi.
Non c’è più spazio per risposte pacate mentre in città viene dato spazio a chi ha da subito criminalizzato chi lottacontro il genocidio e tenta di portare aiuti umanitari a Gaza, ma anzi sfoggia con orgoglio la propria amicizia con Israele e il sostegno totale alle sue azioni; per chi promuove l’odio razziale e si è reso responsabile di migliaia di morti nei nostri mari; per chi è complice di un riarmo insensato, pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori del nostro paese, rubando il presente e il futuro a migliaia di giovani.
Due compagni sono stati portati via: la nostra solidarietà e il nostro sostegno in questo momento va a loro, dopo la serata di ieri in cui abbiamo presidiato le uscite della questura dove per ore sono stati interrogati.
Quelli che ora Salvini chiama “teppisti rossi” altro non sono che due ragazzi che, disarmati, sono stati malmenati e percossi in gruppo da diversi celerini in antisommossa, con manganelli e scudi.
Questa è la loro democrazia: mentre viene comodamente dato spazio a questi loschi figuri che dentro i palazzi della nostra città discutono di morte e violenza impunemente, con la violenza viene represso il dissenso, spontaneo e legittimo, di chi è stanco di vivere nella guerra e nel fascismo.
A LIVORNO NON CI SARÀ MAI SPAZIO PER VOI!
TUTTI LIBERI E TUTTE LIBERE!
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