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Lisbona: scontri al corteo contro razzismo e violenza poliziesca

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Lisbona si è affermata negli ultimi anni come una destinazione turistica sempre più desiderata. Oltre al clima, ai monumenti e al cibo, la città offre a tutti quelli che la visitano un tranquillo ambiente di pace sociale. In controtendenza a queste premesse, gli scontri di lunedì scorso tra polizia e abitanti della periferia provano che, a Lisbona come altrove, il tentativo di pacificazione delle tensioni sociali non avrà l’ultima parola.

Lunedì  pomeriggio ha avuto luogo un corteo contro il razzismo e la violenza poliziesca, chiamato dagli abitanti di Jamaica, un quartiere periferico a sud di Lisbona. Si tratta del più grande quartiere abusivo in Portogallo, cresciuto negli anni ottanta e i cui abitanti sono per la gran parte originari dei paesi africani di lingua portoghese (Angola, Mozambico, Tomé e Principe, Capo Verde). Le più di 200 famiglie di questo quartiere sono adesso sotto sfratto per fare spazio a un progetto di riqualificazione urbana, annunciato dal Comune un anno fa.

Domenica scorsa un intervento dalla polizia urbana (PSP) è degenerato in aggressione gratuita contro una famiglia del quartiere, di origine africana. Cinque abitanti sono stati ricoverati in ospedale, secondo i pompieri locali. La violenza poliziesca è stata registrata dal telefono di un vicino di casa e la circolazione del video nella rete sociale ha provocato da una parte l’indignazione di molti e, da un’altra, l’apertura di una inchiesta sulle azioni degli agenti della polizia coinvolti.

Qui il video.

Ieri, gli abitanti del quartiere hanno manifestato in pieno centro a Lisbona, dicendo basta alla violenzia poliziesca. La decisione da parte del corteo di bloccare la circolazione in un viale ha avuto come risultato scontri con la polizia. Attaccati dal lancio di sassi e petardi, i poliziotti hanno disperso il corteo sparando proiettili di gomma.

Durante la notte ci sono stati diversi incidenti nei quartieri di periferia. Macchine e cassonetti sono stati bruciati. Un commirssariato di polizia è stato oggetto di un attacco con tre molotov. Non ci sono stati feriti, ma è stata danneggiata la macchina di un agente. Rispetto a queste azioni, la polizia ha dichiarato che “finora niente indica che siano collegate alla manifestazione di lunedì”.

In questi giorni i giornali continuano a difendere la polizia tacciando chi è sceso in piazza di essere delinquente e vandalo. La stampa si è cimentata anche in una strenua ricerca tra gli abitanti del quartiere Jamaica di quelli disposti a prendere le distanze e condannare la lotta con discorsi di pacificazione. Per noi la notizia è un’altra: a Lisbona, come a Parigi, Ferguson, Baltimore e in tante altre città, gli immigrati e le seconde e terze generazioni reagiscono al ruolo di invisibili e marginalizzati, relegati senza possibilità all’ultimo gradino dello sfruttamento capitalistico e si affermano come un soggetto dotato di un elevato potenziale antagonista.

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