InfoAut
Immagine di copertina per il post

Crescono le milizie di Río de Janeiro con gli affari immobiliari

||||

Un recente rapporto di accademici di due università brasiliane segnala che i gruppi parapolizieschi che simpatizzano con le politiche di Jair Bolsonaro, sono uno stato dentro lo stato. Il loro potere economico si basa sull’appropriazione di terre e abitazioni. Controllano anche la riscossione di acqua, luce, gas, della televisione via cavo e dei trasporti.

Il Brasile è un cocktail esplosivo anche se non solo per la sua mancanza di controllo sanitario. Il 1° maggio migliaia di sostenitori di Jair Bolsonaro sono scesi nelle strade al grido di “Io autorizzo” e hanno dato via libera al presidente a convocare le forze armate con il proposito di imporre la libera circolazione della popolazione. Questa declamata libertà di movimento contro il lockdown che hanno decretato vari governatori è la medesima che ha permesso al virus di propagarsi fino a contagiare quasi 15 milioni di brasiliani e di superare la barriera dei 400 mila morti. Ma se l’uscita dei militari dalle caserme è una potenziale minaccia di autogolpe, le milizie di ultra destra che sono in sintonia con l’ideologia del capo di stato sono una realtà. E una realtà in crescita, come quella che descrive una recente indagine intitolata L’espansione delle milizie a Río de Janeiro realizzata dal Gruppo di Studi delle Nuove Illegalità (GENI) dell’Università Federale Fluminense e dall’Osservatorio delle Metropoli dell’Università Federale di Río de Janeiro.

Il lavoro pubblicato lo scorso gennaio segnala che “durante gli ultimi decenni, il potere armato delle cosiddette “milizie” su territori, popolazioni e mercati si è espanso nella città di Río de Janeiro e nell’area metropolitana”. Da queste forze d’urto che si nutrono di ex poliziotti, pompieri, sottufficiali delle forze armate, lumpen per ogni servizio e perfino dealers, è sorto l’assassino che il 14 marzo 2018 uccise la consigliera e militante femminista Marielle Franco. L’indagine impantanata del crimine non ha permesso di avanzare sui suoi nessi politici. Un reportage di TV Globo attribuì al clan Bolsonaro un certo legame, che il presidente nel 2019 negò con rabbia.

Lungo le 38 pagine, i ricercatori delle due università sviluppano un’informazione che copre il periodo 2007-2020 e segnalano che c’è stato “un notevole rafforzamento delle milizie”. Le loro piattaforme di dati sono la Mappa dei Gruppi Armati a Río de Janeiro, la base di operazioni della polizia del GENI/UFF e quella che ha la Segreteria Municipale dell’Urbanesimo (SMU) sugli affari immobiliari. Una delle gambe economiche e territoriali che spiega l’espansione di questi gruppi armati.

“L’ambigua relazione tra le milizie e lo stato sembra dipendere dalla capacità di questi gruppi di moltiplicarsi ed espandere la propria influenza, occupando territori sempre più estesi e scegliendo sempre più rappresentanti dei loro interessi per importanti cariche politiche”, dice il rapporto. Cita anche la piattaforma digitale Pista News perché ha pubblicato “che le milizie controllano il 56,8% del territorio della città di Río de Janeiro, dove una popolazione di 2.178.620 persone (33,9% del totale) vive sotto il dominio armato di questi gruppi”.

La versatilità degli affari di queste forze parapoliziesche è data dalle loro differenti fonti di risorse. In alcune favelas controllano i servizi essenziali come la fornitura di acqua, luce e gas, oltre alla televisione via cavo, il trasporto e l’offerta di sicurezza sotto minacce. Ma è nel mercato immobiliare dove riescono a fare la differenza più redditizia.

Il lavoro rivela che oltre ai servizi di custodia imposti sotto estorsione sono “le attività immobiliari legali e illegali una delle principali -se non la principale- fonte di entrate delle milizie”. Appoggiandosi su indagini giornalistiche e i lavori accademici di diversi autori, si segnala che “la crescita delle milizie è intimamente relazionata con il processo di espansione della frontiera urbano-immobiliare nella zona ovest della città e dei municipi della regione metropolitana, dove l’accaparramento di terre e la formazione di nuove suddivisioni di solito è coordinata da questi gruppi armati”.

Gli autori di La espansione delle milizie a Río de Janeiro aggiungono che “l’indagine per l’assassinio della consigliera Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes ha anche gettato forti indizi sulla partecipazione di parlamentari legati alle milizie nella sua pianificazione e che il motivo era relativo alle azioni della consigliera contro il modo di operare d questi gruppi nel mercato immobiliare”.

Il rapporto segnala che “un’indagine di qualità, completata e in processo, ha evidenziato la partecipazione di miliziani nei mercati della costruzione, vendita e affitto; e nel registro e amministrazione di condomini di unità del programma Minha Casa, Minha Vida (MCMV) (La Mia Casa, La Mia Vita) (Araújo Silva, 2017; Petti, 2020)”. È così diffusa l’influenza di questi gruppi nel mercato immobiliare che gli studiosi del tema hanno definito il fenomeno come urbanesimo miliziano.

Dal lavoro si deduce la connivenza della polizia con queste mafie. Nella disputa territoriale che mantengono con i principali cartelli delle droghe, le forze di sicurezza prendono chiaramente partito per le milizie. Alla fine dei conti, queste sono composte in buona misura da poliziotti e militari attivi o in congedo.

L’indagine dice che “i quartieri in cui c’è un predominio di territori in disputa (35,1%) concentrano il maggior numero di operazioni di polizia (45,5%), seguito da quartieri dove il gruppo armato predominante è il Comando Vermelho che, sebbene rappresenti solo il 26,4% dei quartieri controllati da gruppi armati, concentra il 40,9% delle operazioni di polizia. Con le milizie avviene il contrario: nel 27,7% dei quartieri controllati da gruppi armati, c’è un predominio di milizie e, nonostante ciò, solo il 6,5% delle operazioni di polizia realizzate” in queste zone di Río de Janeiro.

L’ex segretario della Polizia Civile della città, Marcos Vinicius Braga, nel novembre del 2019 ha definito le milizie con abbastanza eloquenza. “Il narcotraffico e la milizia di oggi sono esattamente la stessa cosa. Sono malvagi criminali che dominano la società locale, senza che gli importi se la società lo voglia o no. Trattiamo la milizia come il narcotraffico. Sono criminali. È una menzogna che un miliziano non traffica con la droga, è una menzogna che non ruba carichi, che non ruba auto. Fa tutto quello che fa il narcotrafficante.

Nelle conclusioni del lavoro accademico si segnala che “riguardo alle basi economiche delle milizie, troviamo un fiorente mercato immobiliare legale e illegale in aree controllate da miliziani…” C’è una nota certezza della relazione di questi gruppi con il clan Bolsonaro. Lo stesso presidente ha pubblicamente promosso più di una volta la loro mancanza di controllo. Suo figlio Flavio ha omaggiato nell’Assemblea di Río uno dei suoi capi, Adriano da Nóbrega. Forse per questo il mandatario di ultradestra non ha ancora bisogno di fare appello alle forze armate -dove non ha una base d’appoggio uniforme- né di utilizzarle contro il lockdown dei governatori. Le milizie che ha sempre elogiato e quando era deputato nazionale propose di esportare da Río de Janeiro in altri stati, si sarebbero offerte in loro sostituzione. Non hanno solo potere di fuoco. Contano anche sul sostegno politico ed economico, quest’ultimo grazie allo sviluppo dei loro affari immobiliari.

2 maggio 2021

Da Comitato Carlos Fonseca

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

BOLSONARObrasile

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio a Venaus

Ripubblichiamo due contributi radiofonici che hanno il pregio di illustrare le caratteristiche che si propone di avere l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra” di domenica 27 luglio alle ore 12.30 a Venaus, durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: il bilancio degli scontri settari a Sweida sale ad almeno 250 morti. Israele bombarda anche Damasco

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani il bilancio delle vittime degli scontri settari intorno alla città meridionale a maggioranza drusa di Sweida è di almeno 250 morti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Google ha aiutato Israele a diffondere propaganda di guerra a 45 milioni di europei

Uno studio ha rilevato che, da quando ha colpito l’Iran il 13 giugno, l’Agenzia Pubblicitaria del Governo Israeliano ha speso decine di milioni in annunci pubblicitari solo su YouTube.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Che ci fanno dei soldati israeliani nelle scuole del Chiapas?

Questi giovani (tutti ex soldati) entrano nelle scuole pubbliche locali attraverso una associazione di “volontari” chiamata in inglese “Heroes for life” e più esplicitamente in ebraico “Combattenti senza frontiere” con il fine dichiarato di “dare un’altra immagine al mondo delle IDF”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Obbligazioni di guerra a sostegno di Israele

Un’indagine rivela che sette sottoscrittori di “obbligazioni di guerra” sono stati determinanti nel consentire l’assalto di Israele a Gaza.  Dal 7 ottobre 2023 le banche hanno sottoscritto obbligazioni emesse dal governo israeliano per un valore di 19,4 miliardi di dollari. di BankTrack, PAX e Profundo (*), da La Bottega del Barbieri Un’indagine condotta dal gruppo di ricerca finanziaria olandese Profundo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: nasce la Global Sumud Flotilla, “il più grande sforzo civile per rompere l’assedio di Gaza”

Attivistɜ e volontariɜ della Freedom Flotilla Coalition, della Global March to Gaza e del convoglio Sumud si sono uniti per lanciare la Global Sumud Flotilla (GSF) – il più grande sforzo civile via mare dalla nascita dell’assedio illegale imposto dall’occupazione israeliana a Gaza. A giugno, migliaia di volontari sono stati mobilitati via terra, via mare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

E’ uno sporco lavoro / 1: ma qualcuno deve pur farlo…

Almeno per una volta l’alter ego dell’ispettore Stephan Derrick, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ha lasciato da parte l’ipocrisia con cui da tempo l’Europa maschera le sue posizioni dichiarando che «Israele sta facendo il lavoro sporco anche per noi». di Sandro Moiso, da Carmilla Una frase che più che dai dialoghi della serie televisiva che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La ribellione dei ricercatori: 300 membri del CNR rifiutano di collaborare al riarmo

Oltre 300 ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno dichiarato la propria indisponibilità a prestare la propria attività intellettuale a studi finalizzati al settore bellico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

UK: Palestine Action e legislazione anti terrorismo

23 giugno 2025 – Yvette Cooper, Home Secretary del Regno Unito, dichiara l’intenzione di mettere al bando Palestine Action ai sensi della legislazione antiterrorismo, ponendo quindi l’organizzazione sullo stesso piano di gruppi armati come al-Qaeda.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Collassi localizzati, debito ecologico e politiche pubbliche

Le inondazioni nel Rio Grande do Sul, una delle zone più ricche e potenti del Brasile, hanno provocato 163 morti, più di 80 persone disperse e 640.000 persone costrette a lasciare le proprie case.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Brasile: l’acqua che tutto abbatte

Due donne, già negli anni, attendono i soccorsi alle intemperie, sopra il tetto della vecchia casa familiare, in un villaggio del Rio Grande do Sul.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La diffusione del dengue, l’agroindustria e il cambiamento climatico

Le cause dell’epidemia di dengue sono molteplici, conosciute e anche poco affrontate: cambiamento climatico, deforestazione, uso di pesticidi, impatto sui predatori delle zanzare e mancanza di pianificazione territoriale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: la questione dei terreni e l’influenza politica nelle zone delle milizie hanno motivato l’assassinio di Marielle Franco

Secondo il documento, i fratelli Brazão decisero di assassinare Marielle Franco perché si opponeva alla votazione del Progetto di Legge (PL) 174/2016, di cui era autore Chiquinho Brazão, allora consigliere.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: Invasão Zero, paramilitari sotto il progressismo

Il 4 marzo è stato trovato morto con segni di strangolamento il capo indigeno Merong. Partecipò al recupero delle terre Kamaka Mongoió a Brumadinho, nella regione metropolitana di Belo Horizonte, nel Minas Gerais. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: attacco frontale alle popolazioni native

La bancada ruralista, il blocco dei latifondisti brasiliani al Congresso, è riuscita ad imporre una legge che mette in discussione la stessa sopravvivenza delle popolazioni native.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile. “Non produrremo un solo bullone”: i metalmeccanici della General Motors scioperano per contrastare i licenziamenti

I 4.000 lavoratori della fabbrica di São José dos Campos affermano che torneranno al lavoro solo se i loro colleghi saranno reintegrati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: studenti obbligano università a fermare conferenza di gruppo sionista nel loro campus

Studenti palestinesi e brasiliani sono riusciti a impedire che il capo del gruppo di difesa sionista StandWithUs Brasil, Andre Lajst, tenesse una conferenza presso l’Università Federale dell’Amazzonia (UFAM), in Brasile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile. Con 100.000 contadini a Brasilia, la Marcha das Margaridas esige l’accesso alla terra e la lotta contro la violenza

La manifestazione si svolge ogni quattro anni e onora la sindacalista Margarida Maria Alves, assassinata nel 1983.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Miniera di sangue. Report sul progetto minerario Belo Sun

La società appartiene al gruppo canadese Forbes & Manhattan, una banca d’affari focalizzata su progetti minerari internazionali, che intende costruire la più grande miniera d’oro a cielo aperto del Brasile e allontanare più di 800 famiglie dalla regione, che saranno trasferite nello stato di Mato Grosso.