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Direttiva di Mao

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DIRETTIVA DEL 7 MAGGIO

(7 maggio 1966)

 

Note al rapporto concernente l’ulteriore incremento del lavoro agricolo dell’Esercito popolare di liberazione preparato dal Dipartimento della Commissione militare per il servizio di retroguardia.

 

 

Caro compagno Lin Piao,

ho ricevuto il rapporto del Dipartimento per il servizio di retroguardia che tu mi hai inviato il 6 maggio. Penso che si tratti di un programma eccellente. È possibile spedire questo rapporto a tutti i distretti militari e chiedere loro di promuoverne la discussione tra i quadri a livello di armata e di divisione? I loro pareri dovrebbero essere riferiti alla Commissione militare e attraverso quest’ul- tima al Centro per l’approvazione. Dopodiché dovrebbero essere date loro le direttive opportune. Ti prego di prendere in considerazione questo suggerimento.

Dato che non c’è una guerra mondiale, il nostro esercito deve essere una grande scuola. Anche nell’eventualità di una terza guerra mondiale, esso deve essere una grande scuola. Oltre a combattere, deve svolgere altri compiti. Negli otto anni della Seconda guerra mondiale non abbiamo fatto proprio questo nelle basi antigiapponesi? In questa grande scuola, l’esercito deve studiare politica, proble- mi militari e cultura e impegnarsi nella produzione agricola. Può costruirsi le proprie officine medie e piccole per produrre beni per il proprio fabbisogno e per lo scambio con altri beni di pari valore. Può partecipare al lavoro di massa, al lavoro nell’industria e al Movimento di educazione socialista nelle campagne. Oltre al Movimento di educazione socialista, vi saranno sempre altri tipi di lavoro di massa per l’esercito, tali da unire l’esercito e il popolo fino a farne una cosa sola. Esso deve anche partecipare alla Rivoluzione culturale per criticare la cultura borghese. In questo modo può portare avanti un lavoro al tempo stesso militare e didattico, militare e agricolo, militare e industriale, militare e civile. Naturalmen- te, questi tipi di lavoro devono essere coordinati in modo appropriato e bisogna distinguere tra compiti principali e compiti secondari. Ogni unità può scegliere uno o due settori tra agricoltura, industria, lavoro di massa, ma non tutti e tre. In questo modo si farà sentire l’enorme forza di molti milioni di soldati.

Analogamente, gli operai devono, in aggiunta al proprio lavoro principale nell’industria, studiare affari militari, politica e cultura e prendere parte al Movimento di educazione socialista nelle campagne e alla critica della cultura borghese. Dove le condizioni sono adatte, essi devono anche impegnarsi nella produzione agricola, seguendo l’esempio del campo petrolifero di Taching.

Le comuni che svolgono soprattutto lavoro agricolo (comprese la silvicultura, l’itticultura, l’allevamento, le attività sussidiarie) devono anche studiare affari militari, politica e cultura. Quando le circostanze lo consentono, esse devono organizzare collettivamente piccole fabbriche e contribuire a criticare la cultura borghese.

Gli studenti sono in una posizione analoga. Lo studio è il loro compito principale, ma devono anche imparare altre cose. In altre parole, devono apprendere anche il lavoro industriale, agricolo e militare, oltre alla lotta di classe. La durata degli studi deve essere ridotta, l’istruzione dev’essere rivoluzionata e non bisogna assolutamente permettere che le nostre scuole continuino a essere dominate da intellettuali borghesi.

Quando le condizioni lo consentono, la gente occupata nel commercio e nei servizi e quella che lavora negli uffici del partito e del governo deve agire nello stesso modo.

Tutto ciò non è né nuovo né originale. Molte persone l’hanno fatto per un certo periodo, però esso non è ancora diventato un fenomeno diffuso. Il nostro esercito ha lavorato così per decine e decine di anni. Ora è in procinto di raggiungere nuovi traguardi.

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