InfoAut

I leccapiedi del Colonnello

Le due puntate dell’intervista al presidente egiziano Al SIsi pubblicate ieri e oggi in prima pagina da Repubblica, segnano uno dei punti più bassi del giornalismo mainstream nel nostro paese. Non si mette qui in discussione la legittimità e puntualità di un’intervista a un capo di stato, solo ci si aspetterebbe un minimo di deontologia professionale, fare insomma il proprio lavoro, porre due domande scomode (una almeno).

Assistiamo invece a perifrasi, commenti amorevoli, introduzioni circostanziate al testo in cui il colonnello ci viene presentato in tutta la sua umanità e credibilità. Al posto del giornalista c’è un appuntato che prende nota. Ci si dirà che quelle erano le condizioni che il presidente egiziano ha posto, allora fatecelo almeno sapere (o rifiutate la pseudo-esclusiva). Il punto più ridicolo, di una goffaggine però tragica perché tinta del sangue di un ricercatore torturato da sgherri per giorni consecutivi, è all’inizio, dove gli intervistatori partono subito in medias res e ci fanno partecipi di questa stomachevole epifania:

Alla fine il generale Al Sisi, presidente dell’Egitto, che per due ore aveva risposto alle nostre domande ci fa segno con la mano di aspettare, si schiarisce la gola e dice in inglese: “Permettetemi di rivolgermi alla famiglia di Giulio Regeni”. Allora è subito chiaro che tutto quel tempo serviva soprattutto a questo, a mandare un messaggio forte all’Italia, a mostrare che l’Egitto ha capito cosa l’opinione pubblica, il governo, i giornali e soprattutto una famiglia chiedono da settimane.

Si notino i toni, lo stile letterario (da Harmony), l’assoluta mancanza di una benché minima parvenza di sdegno per il locutore di queste frasi… Niente! Con questo “scoop” misuriamo il bassissimo livello giornalistico della nuova direzione Calabresi. Del resto, non c’era molto da aspettarsi da un capo-redattore che ha avuto come unico merito biografico l’aver ricoperto il ruolo pubblico di “orfano d’Italia”. 

Vero è, che di fronte a tanta incompetenza, Al Sisi brilla per brillantezza analitica da statista, allorquando analizza le possibili ricadute politiche, militari, gesotrategiche di un eventuale, prossimo intervento italiano in Libia. “Volete un’altra Somalia, un altro Afghanistan? […] Qual è la exit strategy?” Calabresi/Mr. Bean non ha niente da dire in proposito.

La vera funzione di fondo dell’intervista riecheggia come un ritornello in tutta la prima parte dell’Intervista: l’importante è non interrompere i rapporti commerciali tra i due paesi, soprattutto il recentissimo grande investimento infrastrutturale dell’Eni nel mare egiziano per future estrazioni di gas naturale, “il più grande giacimento […] del Mediterraneo”.

Appunto, i vostri affari, i nostri morti.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

Al SisiEgittoGiulio RegeniguerraIsisitaliamigrantiRepubblica

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ilaria Salis: un voto che (per una volta) serve

Se la campagna per la sua liberazione passa attraverso le urne andremo a cercare dove diavolo è finita la tessera elettorale e faremo la nostra parte.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Tamburini di guerra

Mentre gli stati continuano ad ammassare armamenti il tentativo di condizionamento dell’opinione pubblica sull’inevitabilità della guerra raggiunge nuove vette, tra giornalisti che lodano i benefici per l’economia dell’industria delle armi, propaganda nelle scuole e proposte politiche scellerate.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa vuol dire un’università libera?

In TV e sui giornali si è scatenata la canea mediatica nei confronti degli studenti e delle studentesse universitarie che richiedono la fine degli accordi di ricerca militari o di dual use con le università israeliane.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Macron, à la guerre!

Il presidente francese si lancia in dichiarazioni apparentemente scomposte sulla guerra russo-ucraina, palesando lo “spirito dei tempi” di una parte delle elites europee. Il tronfio militarismo da prima guerra mondiale ci avvicina al disastro.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Agricoltura: la fabbrica impossibile

Non possiamo comprendere queste mobilitazioni senza cercare un nuovo modo di vedere le cose.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

“Difendiamo la nostra terra!” Reportage dalle proteste degli agricoltori Piemontesi

Si tratta di un racconto situato e parziale, a metà strada tra la cronaca e l’analisi, che speriamo possa servire da spunto tanto per una riflessione più ampia quanto per la scrittura di altre analisi situate.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Costante trumpista: la guerra civile latente negli Stati Uniti

In molti avevano creduto che dopo i fatti di Capitol Hill il trumpismo come fenomeno politico sarebbe stato archiviato, presentandosi al limite nelle forme di un estremismo suprematista tanto più radicale quanto residuale.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Palestina, il “senso storico” e noi

Quanto sta accadendo in Palestina crediamo sia un elemento chiarificatore. Lo è sicuramente per le masse che si sono messe in movimento per sostenere la popolazione di Gaza non solo nel mondo arabo, ma anche in tutto l’Occidente.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Salvini: una vita al servizio dei potenti

La nuova trovata di Salvini: una campagna d’odio verso l’islam per distrarre l’opinione pubblica dal genocidio in corso a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Caselle: la propaganda di guerra uccide

Lo schianto della Freccia Tricolore che ha ucciso una bambina di cinque anni ha scosso il paese. Quanto avvenuto però merita una riflessione più profonda sulla militarizzazione della società e sul concetto di sicurezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Rafah: le trattative tra Israele e Hamas e il sostegno (apparentemente) in bilico degli Stati Uniti.

Un approfondimento con Eliana Riva, caporedattrice di Pagine Esteri, sullo stato delle trattative in corso al momento al Cairo tra la resistenza palestinese e Israele..

Immagine di copertina per il post
Formazione

La guerra entra in classe

I come Intelligence. Il nome del “progetto” non lascia spazi a dubbi o fraintendimenti.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

La truffa del G7: i ministri dei Paesi più industrializzati e inquinanti al mondo annunciano false promesse per fronteggiare la questione climatica.

Riflessioni e valutazioni conclusive di una settimana di mobilitazione, scritte a più mani tra chi ha partecipato al percorso di costruzione della contestazione.

Immagine di copertina per il post
Formazione

La parte del torto

Una riflessione che parte da alcune studentesse e studenti della Sapienza in merito alla mobilitazione per il boicottaggio degli accordi università-Israele.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Contro la vostra “pace” e il vostro “lavoro” la lotta è solo all’inizio

Primo maggio a Torino: con la resistenza palestinese, contro il governo della crisi sociale.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La contraddizione ecologica e l’opposizione alla guerra: riflessioni sulla mobilitazione contro il G7 Ambiente e Energia.

Le giornate di mobilitazione appena trascorse e quelle che abbiamo di fronte ci dicono alcune cose rispetto alle tendenze dell’oggi, dei soggetti che si muovono, delle lotte che si intrecciano. Prima di pubblicare il contributo di notav.info che ritorna sulle ragioni della mobilitazione verso il G7 Ambiente Energia di Venaria e sulla cronaca delle giornate di lotta, diamo alcuni spunti di riflessione..

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Puntata speciale 25 aprile: resistenze di ieri e di oggi.

In questa puntata del 25 aprile dell’informazione di Blackout abbiamo voluto sottolineare il legame forte e prioritario che ha la resistenza palestinese oggi con le possibilità che si aprono anche alle nostre latitudini.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

“Siamo dalla parte giusta della storia”. Luigi ci scrive dal carcere

Luigi ci scrive dal carcere. Pubblichiamo di seguito il testo.