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Chi ha favorito in Italia Domenico Mancuso, capo narcoparamilitare?

Stupefacente la libertà di movimento che ha avuto in Italia; giunto con documento rilasciato dall’ambasciata italiana di Bogotá, ha richiesto la carta d’identità ad Imperia (che gli è stata rilasciata senza difficoltà alcuna), ha acquistato un’auto e per due anni ha scorrazzato liberamente, finché qualcuno si è accorto che è un capo paramilitare pluriomicida e che è il caso di arrestarlo. In sostanza, i criminali ricercati in Colombia si rifugiano in Italia, e viceversa, in una sorta di Erasmus della malavita patrocinato dalle corrotte sedi diplomatiche. 
Su quali connivenze ha potuto contare, anche in Italia? Chi lo ha favorito, permettendo a un criminale di tale calibro di trascorrere nel nostro paese due anni senza essere disturbato? La sua appartenenza alla ‘Ndrangheta calabrese, condivisa con il suo illustre cugino, gli ha garantito la possibilità di vivere in una cittadina strategicamente vicina al confine con la Francia senza essere disturbato delle forze dell’ordine italiane?

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