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In Sicilia riparte la lotta contro il piano rifiuti

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Ieri pomeriggio si è svolto davanti il palazzo comunale di San Filippo del Mela, in provincia di Messina, un presidio del movimento no inceneritore della Valle del Mela.

 

Un centinaio di abitanti del luogo si sono dati appuntamento alle 16.30 proprio mentre si teneva una seduta del Consiglio comunale che, come punto all’ordine del giorno, discuteva il parere istruttorio conclusivo, in merito all’ “Autorizzazione integrata ambientale”, della conferenza dei servizi a cui hanno partecipato rappresentanti del Ministero dell’ambiente, il commissario comunale (nominato in seguito all’arresto del sindaco), il presidente del Consiglio Comunale e membri di A2A (che non votavano). Questa conferenza dei servizi ha espresso parere favorevole al progetto presentato da A2A per la realizzazione dell’inceneritore della Valle del Mela, non considerando di fatto la volontà dei cittadini della Valle. Negli ultimi due anni manifestazioni, presidi e assemblee si sono intensificati e hanno dato espressione alla contrarietà nei confronti di un progetto chiaramente criminale. Tra l’altro questo parere è arrivato dopo un anno dal voto referendario che ha interessato tre comuni della Valle del Mela, tra cui San Filippo del Mela. Referendum stravinto con il 98% dei voti contrari alla realizzazione dell’impianto. Una volontà ferma e diffusa sul tutto il territorio interessato dagli interessi della multinazionale A2A. Volontà che, con un colpo di mano, rischiava di essere totalmente ribaltata. Il presidio di ieri infatti aveva l’obiettivo di far cambiare idea al commissario e al Presidente del Consiglio comunale e costringerli a rimettere in discussione il parere istruttorio conclusivo. I manifestanti hanno espresso inoltre la volontà di leggere durante la seduta un documento scritto dai comitati e dalle associazioni “no inceneritore”. Questi obiettivi sono stati raggiunti. Le pressioni, la rabbia manifesta dei presenti e i momenti di tensione dentro l’aula consiliare hanno costretto la parte delle istituzioni comunali a rivedere le proprie posizioni. Adesso torna tutto al governo regionale, prossimo obiettivo nel mirino del movimento no inceneritore che già guarda ai prossimi appuntamenti, individuando nel piano regionale per la gestione dei rifiuti il nodo centrale sui cui fare indietreggiare la controparte.

A seguire un contributo audio di un attivista del movimento no inceneritore

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Il piano regionale per la gestione dei rifiuti, in Sicilia, rappresenta la gatta da pelare che dal 1999 le varie amministrazioni si sono tramandate. Nello specifico la gestione dei rifiuti oggi è un interesse che significa sfruttamento e distruzione del territorio da un lato, profitto per le aziende multinazionali che in questo ambito investono dall’altro. E, infatti, la storia del piano regionale per la gestioni dei rifiuti parla di clientele, realizzazioni insensate di piccole e grandi discariche a suon di appalti milionari, indennità elevatissime per dirigenti pubblici. Una storia di parassitismo e interessi di casta. Questo, in generale, palesa una volontà politica totalmente votata all’imposizione dall’alto di un organizzazione capitalistica in cui il territorio diventa luogo di sfruttamento a tutto tondo delle risorse e delle persone che lo abitano. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le realtà territoriali che hanno smesso di accettare tutto quello che per loro qualcun altro ha già deciso. Comitati, collettivi, associazioni hanno ripreso a lottare per difendere il territorio dagli attacchi del capitalismo finanziario. Intere comunità che hanno individuato nel Governo regionale e nello Stato centrale i sostenitori di questi attacchi e quindi i diretti nemici. La riproduzione e la continuità dei processi di sfruttamento dei territori può essere rallentata, inceppata, messa in crisi. Questo è stato fatto ieri a San Filippo del Mela e il primo maggio a Lentini durante la partecipata manifestazione “primo maggio dei territori”. Questo è quello che hanno cominciato a fare tutte quelle realtà che a partire dal territorio ricompongono le forze da scagliare contro quei nemici. La direzione, infatti, è quella giusta. Il 10 ottobre la Sicilia che non vuole sottomettersi alle decisioni dello stato centrale e del governo regionale scenderà in piazza contro il piano regionale per la gestione dei rifiuti. A Palermo tutte le esperienze di lotta della Sicilia torneranno ad alzare la voce per l’autodeterminazione dei territori.

 

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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