Il ruolo di ENI nel conflitto russo-ucraino
Da settimane ormai i giornali e i media nazionali non fanno altro che riprendere il ritornello degli aumenti dell’energia giustificandoli con la chiusura dei rubinetti da parte della Russia. In realtà, approfondendo la questione, occorre fare attenzione ad alcune contraddizioni presenti in questo discorso e alle reali implicazioni delle lobby del gas e del petrolio, dei governi degli stati coinvolti e delle scelte politiche che stanno alla base di questi aumenti.
Si tratta infatti, di una vera e propria speculazione che rientra nella sfera finanziaria quella che la popolazione del nostro paese sta pagando nelle bollette duplicate di questi ultimi mesi. E’ emblematico notare il fatto che ENI, ENEL e altre aziende del fossile e dell’energia, in percentuale partecipate dello stato, in queste settimane hanno ottenuto profitti nonostante l’aumento dei costi dell’energia e mantenendo quote che impongono un innalzamento dei prezzi per i consumatori.
Con Alessandro Runci di ReCommon, un’associazione che lotta contro abusi di potere e la devastazione dei territori e, a partire da un suo articolo apparso sul quotidiano Domani ,abbiamo approfondito questa tematica, quali contraddizioni e quali interessi ci sono dietro all’approvvigionamento dell’energia all’interno del conflitto in corso.
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