Torino. La lotta per la casa non si ferma, contestato il sindaco Fassino
Terza giornata di festeggiamenti per il decennale dalle Olimpiadi 2006. Decine di famiglie sfrattate, senza casa e occupanti dello Spazio Popolare Neruda si è recata questa mattina al Centro Italiano per la Fotografia (Camera) di Torino per ricordare al Sindaco Fassino che non c’è molto da festeggiare. La situazione abitativa torinese è al limite e le numerose famiglie hanno così voluto chiedergli direttamente cosa aveva intenzione di fare e quali erano le sue giustificazioni per non aver ancora agito rispetto questa “emergenza” che dura dal 2008. Ovviamente le risposte sono state farfugliate a mezza voce, dimostrando ancora una volta la sua assoluta incompetenza e inesistente volontà di risolvere il problema. Ma di fronte ad un Fassino che seppur in difficoltà, provava a dare delle risposte inaccettabili rispetto alla questione dell’emergenza abitativa, le numerose persone presenti (che invece vivono sulla propria pelle il peso di quella stessa emergenza abitativa malgestita) non sono più riuscite a trattenere la rabbia, promettendo a Fassino che la sua campagna elettorale sarà segnata da una continua e assidua presenza, finchè non sarà in grado di dare delle risposte reali ai problemi che affliggono migliaia di persone. Ma se di una cosa può stare certo il primo cittadino, è che ogni volta che farà uscire il naso fuori da casa ci saranno sempre famiglie e cittadini a reclamare i propri diritti con dignità, e quella di stamattina è stato solo un inizio.
Qui il volantino distribuito durante l’iniziativa:
TORINO 2006-2016 IL (VIAGGIO) FURTO CONTINUA
…LA NOSTRA PAZIENZA HA UN LIMITE!
Oggi siamo venuti qui al Centro Italiano per la Fotografia per dire la nostra su questo decennale di festeggiamenti dalle Olimpiadi 2006 e per farlo con i diretti interessati.
In questa sede si discuterà sul significato dei Giochi dieci anni dopo, l’eredità sportiva, i cambiamenti socio-psicologici della città, le ricadute economico-imprenditoriali, le spinte alla riqualificazione urbana, gli effetti sul rilancio culturale e turistico di Torino.
Ci viene detto che il turismo è incrementato, che Torino ha acquisito una fama mondiale e dopo essere stata per un po’ la capitale dello sport è diventata capitale della cultura, del cinema, liberandosi dalla grigia immagine di città industriale. Quello che è certo è che esiste il rovescio di questa “medaglia olimpica”: Torino è anche capitale degli sfratti, capitale del debito pubblico e della disparità sociale.
4632 gli sfratti eseguiti a Torino l’anno scorso;
migliaia di case e alloggi vuoti e dismessi;
0 alloggi di edilizia popolare costruiti;
+10,8% di pignoramenti;
decine di costosissime strutture olimpiche abbandonate.
Per tutti questi motivi non possiamo pensare che ricordare le Olimpiadi debba essere solo una festa, ancora meno se diventa un’occasione di campagna elettorale per chi questa città l’ha quasi messa in ginocchio. In più lo sport ha un senso nella misura in cui è accessibile a tutti, sicuramente non è sano quando diventa strumento dei potenti per sottintendere (e neanche troppo) la volontà di arricchirsi.
Noi sfrattati, sfrattate, occupanti e senza casa, così come abbiamo fatto il 28 dicembre 2015 davanti al Teatro Regio, siamo qui per ricordare a gran voce che Torino non è solo una bella vetrina da riempire con grandi eventi, ma è una città che ha dei bisogni e dei diritti che vengono prima dell’apparenza!
Siamo rimasti senza casa e ce la siamo presa; ogni giorno partecipiamo, resistiamo e organizziamo dei “muri popolari” per difendere i moltissimi sfrattati ai quali il Comune non dà una soluzione e su cui i palazzinari e le banche speculano.
Quello che vogliamo è molto semlice ed è la nostra battaglia per una vita dignitosa:
il blocco immediato degli sfratti e dei pignoramenti;
Nuova edilizia residenziale pubblica;
Prezzi degli affitti, delle bollette e dei costi della vita calmierati;
Assegnazione a scopo abitativo delle case e degli stabili vuoti.
Non ci dispiace molto aver disturbato la passerella elettorale di chi ha deciso di organizzare questa celebrazione, perchè pensiamo che ben altre siano le questioni da discutere per cambiare in meglio questa città. Basta case senza gente, basta gente senza casa!
#SenzaCasaNonSOStare
Sfrattati e sfrattate, occupanti e senza casa
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