Madrid, la lotta per la ‘dignità’ continua
Se già domenica una partecipatissima assemblea era andata a determinare alcuni importanti appuntamenti (altri si svolgeranno nelle prossime ore), la risposta da parte del governo e della polizia continua ad essere repressiva e aggressiva contro le moltissime persone che in questi giorni stanno esprimendo un dissenso senza precedenti nella Spagna post-franchista.
Momenti della manifestazione di sabato:
Nella mattinata di ieri infatti, circa un migliaio di persone sono tornate a mobilitarsi nella piazza Reina Sofia, riunendosi in assemblea per organizzare le prossime iniziative e per portare solidarietà ai 24 arrestati di sabato pomeriggio. Un’assemblea che è stata sorvegliata a vista da un ingente dispositivo di polizia. L’assemblea ha poi deciso di spostarsi in manifestazione nella zona della Puerta del Sol, muovendosi successivamente nella Gran Via bloccando la centralissima strada madrilena con il tentativo di dirigersi poi verso Piazza di Spagna mentre la polizia, del tutto intenzionata a bloccare il corteo, ha ripetutamente caricato.
Intervento dell’assemblea:
Se la notte di ieri si è conclusa con un alcuni manifestanti che hanno passato la notte a Puerta del Sol (senza che la polizia lasciasse loro montare le tende), per questa mattina il movimento della “marcia per la dignità” si è dato nuovamente appuntamento di fronte al tribunale di Piazza Castilla, dove i 24 arrestati si trovavano questa mattina ad affrontare un’udienza lampo. In queste ore stanno per essere scarcerati poco a poco, nonostante non si sappia ancora se tutti vedranno la libertà in tempi brevi. Per questa mattina era inoltre prevista una manifestazione che aveva l’obiettivo di circondare l’edificio della Borsa di Madrid, proibita dall’amministrazione con la giustificazione di un apparente “conflitto” con i funerali di stato previsti per oggi del noto esponente politico Adolfo Suarez, giovane ministro franchista scelto da re Juan Carlos dopo la morte di Franco, per garantire una perfetta non-transizione.
Mentre i manifestanti arrestati stanno uscendo poco a poco, altre assemblee e nuove acampadas per le piazze centrali di Madrid sono in corso nel pomeriggio, mentre per stasera alle 19 è previsto un concentramento di fronte al Ministero di Economia e una manifestazione che passerà sotto i numerosi ministeri presenti nella zona. Ancora una volta a tenere banco sono le richieste dei e delle migliaie di cittadine che sono ormai stufi dei piani economici attuati dal governo che non fanno altro che spingere in avanti il carro della precarietà sociale.
Certamente quanto si sta muovendo a Madrid in questi giorni rappresenta qualcosa di nuovo e per alcuni versi esprime delle potenzialità di un movimento che ha di certo cambiato le sue forme di agire e le istanze portate avanti, oltre a dimostrare delle peculiarità e un salto qualitativo da quello che era il movimento del 15M del 2011, quando migliaia di indignados si resero protagonisti di numerose mobilitazioni. A rivendicare il diritto alla dignità infatti sembrano oggi essere un ampio settore popolare e della classe media che ha evidentemente maturato in questi anni non solo l’indisponibilità a vivere una vita indegna ma ad individuare anche coloro che sono i responsabili di un malessere sociale generalizzato con pratiche organizzative nuove.
A questo si potrebbe forse aggiungere un altro tassello, dato dal sovrapporsi di questi nuovi movimenti con la questione storica delle autonomie dei diversi territori all’interno dello stato spagnolo: lo dimostra (almeno come possibilità) la presenza ampia, alla manifestazione di sabato a Madrid, di numerosi giovani arrivati dai Paesi Baschi, dalla Catalunya e dalla Galizia.
All’interno di questo quadro, ancora in divenire, si fa spazio l’idea che la paura possa cambiare di campo, non perchè chi governa tema la violenza che gli si può girare contro, ma perchè teme il continuo crollo di legittimità, favorito dall’atteggiamento di governanti ostinati nel continuare a detenere potere e privilegi di una classe politica che versa in situazioni critiche.
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