InfoAut

Il ddl Gelmini passa al Senato: Merry Crisis(tmas) and a Happy new Fear

IL BOATO DI PIAZZA DEL POPOLO NON VERRA’ SPAZZATO VIA INSIEME ALLE FESTE!

Giovedi’ 23 dicembre ore 16.30, il senato vota a favore del DDL Gelmini.

Ovviamente non è una sorpresa per nessuno, tanto meno per gli studenti che in questi ultimi due anni (e soprattutto in queste ultime settimane) hanno invaso piazze, città, autostrade, vie di tutta Italia e che hanno fatto sì che le problematiche di un’intera generazione -precaria per definizione- fossero finalmente messe al centro del dibattito pubblico e mediatico.

Un dibattito pubblico e una mobilitazione che hanno costituito un’occasione formativa imperdibile per molti.

Come dicevamo, non c’è stata certo sorpresa ma qualche parola merita d’essere spesa per commentare il postribolo parlamentar-istituzionale.

Partiamo dai retroscena più nauseanti di cui ancora una volta si è resa protagonista l’opposizione. Ci sono voluti due giorni di finta bagarre politica in senato e la conferenza di ieri dei capigruppo per riproporre l’ennesimo teatrino politico. Questo l’accordo: niente più ostruzionismo al senato e promessa di arrivare ad una votazione entro giovedì pomeriggio in cambio della diretta televisiva delle dichiarazioni di voto dei gruppi parlamentari, voluta soprattutto da PD e IDV. Il ragionamento -p er quanto terribilmente misero-  è presto intuibile: Natale arriva, meglio sbrigarci tutti a tentare di uscire al più presto da questo cul de sac in modo da poterci mangiare il panettone tranquillamente.
La diretta televisiva c’è stata. Prevedibile e noiosa come sempre. 161 i voti a favore (pdl, lega nord, fl), 98 i contrari (pd e idv), 6 astenuti (api, udc, centristi).
Il PD e l’IDV hanno quindi avuto la loro misera diretta, con una Finocchiaro terribilmente nostalgica del ’68 e un Pardi pronto a denunciare quella che lui definisce una “violazione di regolamento” nell’iter di approvazione della suddetta legge.
Saranno sicuramente orgogliosi di aver fatto vedere a tutta l’Italia quanto sono stati “battaglieri” fino all’ultimo – o sarebbe meglio precisare SOLO all’ultimo, dato che se pensiamo a questi ultimi due anni ci risulta difficile ricordarli ad esercitare un’accanita opposizione al ddl Gelmini.

Sicuramente la crisi di governo e il risultato delle ultime manifestazioni hanno fatto pensare a molti il detto “piatto ricco mi ci ficco”! Come non considerare tutto ciò un cavallo da non potersi assolutamente far scappare? Ecco allora la corsa a chi sale prima sul carro – o meglio sui tetti!
Purtroppo né il suo “rimbocchiamoci le maniche”, né il tentare di salire all’ultimo in qualità di paladino sul carro della protesta degli studenti, ha permesso a Bersani e al Pd di togliersi quella patina di polvere da cui sono ricoperti ormai da tempo.
E ora, a cosa si appiglierà la sinistra nel nuovo impossibile tentativo di dotarsi di un minimo appeal? Probabilmente dopo le vacanze natalizie cercherà un nuovo “piatto ricco” in cui “ficcarsi”.
Non possiamo nemmeno esimerci dall’osservare il comportamento che in questi giorni molti quotidiani, giornalisti e il Saviano di turno hanno tenuto.
Soprattutto questa mattina, con la notizia che il Presidente della Repubblica Napolitano avesse ieri ricevuto una delegazione di studenti, a partire da La Repubblica, passando per l’Unità e arrivando al Corriere , non abbiamo potuto non notate quanto i media fossero pervasi da una sorta di stato di eccitazione nel poter dare la notizia.
Ma ieri, non dimentichiamocelo, è stata anche l’ennesima giornata di lotta e di manifestazioni e cortei in tutta la penisola.

La sintesi comune proposta da molti di questi quotidiani è di quelle che piace tanto ai giornalisti, quella della “giornata di protesta pacifica” con candelina sulla torta finale.
Oggi leggiamo che ieri il movimento sarebbe sceso in campo con la sua faccia più vera, che sarebbe quella pacifica e non violenta, nel caso torinese addirittura la componente di piazza minoritaria era capeggiata da un gruppo di studenti vestiti da garibaldini che hanno mimato la presa del primo parlamento d’Italia (Palazzo Carignano) per poi improvvisare una seduta parlamentare in cui veniva votata l’Altrariforma da essi proposta (questione di compatibilità verrebbe da dire!).
Una marea di articoli insomma, il tutto condito da interviste a personaggi quali Saviano o Chiamparino che ripropongono ormai in loop l’unica misera pseudo analisi che sono in grado di fare, caratterizzata dalle dicotomie buoni/cattivi, legale/illegale, colorato/nero e così via.
Ma cari pennivendoli, profeti della domenica e politici in fase avanzata di decomposizione, permetteteci di rivolgervi un’osservazione diretta. Volete forse farci credere che anche voi non siate perfettamente consci del fatto che se non ci fosse stato un 14 dicembre romano, mai più Napolitano si sarebbe preso la briga di invitare gli studenti ad un colloquio privato?! Ancora con la tiritera “studenti buoni” versus “black block”?!

Eppure oggi, proprio su La Repubblica, appariva questo stralcio di intervista ad uno dei ragazzi della delegazione che merita di essere condiviso.

Giornalista: “Che avete detto a Napolitano?”

Claudio Riccio, studente: “Che veniamo da due anni di mobilitazione e non abbiamo mai trovato un interlocutore politico. All’inizio neppure nell’opposizione. Che poniamo questioni importanti, la precarietà dei giovani, la scuola pubblica, gli investimenti nella ricerca, e sono caduti tutti nel vuoto. Che è saltata la mediazione tra società e istituzioni e la nostra generazione non si sente rappresentata.”

E poi ancora: “Siamo l’unica opposizione sociale in tutto il paese!”
Insomma, il concetto espresso dovrebbe essere ormai chiaro.

Eppure rimane il dubbio che ci sia qualcuno, tra cui sicuramente il Sindaco di Torino Chiamparino, che non si vuole rassegnare ad accettare quello che sta REALMENTE succedendo.
Le sue dichiarazioni apparse oggi sui giornali riprendono ovviamente il trito e ritrito tentativo di visione di due movimenti: il primo buono e pacifico, il secondo violento e cattivo. Ma non basta, questa volta il Sindaco ha deciso di dare nuove lezioni sul modo giusto di condurre le battaglie.
Per fortuna questo movimento, a differenza di quanto pensa Chiamparino, è composto da teste pensanti (autonomamente) in grado di capire bene che al contrario di quanto egli dice, proprio l’ascoltare i suoi suggerimenti e seguire le “vie” da lui proposte sarebbero un rischio di morte del movimento. Nel caso se ne fosse dimenticato lui è uno dei membri di spicco del PD, un partito che non può di certo permettersi l’illusione e il lusso di poter dare lezioni su come rapportarsi con l’opinione pubblica e su quali sono gli errori da non commettere per rimanere “in vita”. Il Pd in questo momento non ha nemmeno qualcuno che ne raccolga le misere ceneri.

L’unica verità è che questo movimento fa paura. Fa paura proprio perché è impossibile ingabbiarlo in etichette o dicotomie precostituite. Fa paura perché, piaccia o meno, il boato di Piazza del Popolo è scaturito da centinaia di migliaia di giovani . Ed è proprio perché finalmente i palazzi del potere hanno iniziato ad aver paura che persone come Napolitano hanno deciso in extremis di ricevere una delegazione (cosa che sappiamo non produrrà alcun cambiamento rispetto allo stato attuale delle cose).

E ora? Cosa aspettarsi dopo che il ddl Gelmini è stato definitivamente approvato?

Di sicuro rimane il fatto che la crisi c’è e ci sarà anche dopo Natale e come si sa che per loro stessa dichiarazione gli studenti non permetteranno mai alla Riforma Gelmini di “entrare” nei loro atenei.
Se per molti lavoratori, studenti, famiglie e migranti in questo momento la misura è colma, sicuramente lo sarà maggiormente dopo questo ennesimo teatrino pre-natalizio offertoci dalla politica di palazzo. L’incompatibilità si fa sempre più netta.
Per quanto riguarda i vari Saviano, Chiamparino, Napolitano, Bersani o aspiranti neo Garibaldini, si sa che l’importante è mantenere la poltrona (o procurarsene una per il futuro).
Il ddl è stato approvato, ma continueranno tutti a stare ben seduti comodi. Anche la compatibilità di alcuni si fa sempre più netta.

Per quanto ci riguarda, come redattori di Infoaut e soprattutto come militanti, siamo già pronti per il 2011 e per il momento non ci resta che fare gli auguri a tutte e tutti, ma a modo nostro ovviamente: MERRY CRISIS AND HAPPY NEW FEAR!

www.infoaut.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Formazionedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Formazione

Breaking the Wall Conference for Palestine – Convegno per la Palestina

Giovedì 29/05 – Venerdì 30/05, Polo Carmignani, Università di Pisa

In una fase storica di mobilitazione bellica globale, di intensificazione del genocidio in Palestina, di sollevazione di milioni di persone in solidarietà con il popolo palestinese, le università e la produzione della conoscenza sono diventati un terreno di scontro e di cambiamento.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero nazionale contro il ddl Bernini: mobilitazione in tutta Italia delle Assemblee Precarie Universitarie

Ieri in occasione della giornata di sciopero oltre 20 città si sono mobilitate in tutta Italia contro la riforma Bernini, contro i tagli alla ricerca e contro gli investimenti in ottica bellica. Lo sciopero promosso da diversi sindacati (Flc-Cgil, Usi, Cub, Usb, Cobas, Adl Cobas, Clap) ha visto l’attivazione di molti atenei attraverso iniziative di blocco, presidi, cortei e occupazioni, grazie alla mobilitazione delle Assemblee Precarie Universitarie.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero dell’università: contro tagli, precarietà e guerra

Per avere un lavoro stabile nell’università allo stato attuale è richiesto ad ogni lavorator di sopportare tra i 15 e i 20 anni di precarietà lavorativa che costringe ad una vita precaria a 360 gradi.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Immaginare un contropercorso nelle scuole, partire dalle condizioni oggettive della lotta

Ci troviamo in una fase in cui le organizzazioni studentesche della politica anti-istituzionale da anni si muovono solo in un terreno tattico di risposta alle grandi dichiarazioni scandalose dei politici e dei padroni, molto spesso assumendole come punto di vista generale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sbatti i prof in prima pagina: solidarietà a Gaia Righetto

Sempre più spesso, insegnanti e lavoratori/trici della scuola vengono messi alla gogna per le proprie idee e il proprio impegno civile. da Global Project È il caso di Gaia Righetto, attivista e docente precaria colpita da una campagna diffamatoria prima ancora di entrare in classe. Come già accaduto ad altri, si vuole trasformare il dissenso […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Collettivo Einstein: contro guerra e riarmo, organizziamoci e lottiamo

Oggi (ieri ndr) abbiamo lanciato un presidio sotto scuola per dire la nostra in merito al riarmo e a un incontro che si sarebbe dovuto svolgere all’interno dell’auditorium di via Pacini. Riprendiamo da Collettivo Einstein Riarmo che si farà grazie ai soldi per le scuole, per la sanità pubblica e quelli delle tasse pagate dalle […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Venti di guerra sull’Italia? La guerra viene fatta a noi studenti e lavoratori!

Riprendiamo l’appello di studenti e studentesse del Collettivo Einstein di Torino che chiamiamo un’assemblea studentesca presso la loro scuola sul tema del riarmo europeo.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Inaugurazione anno accademico di Torino: finanziamenti alle università, non alle armi

Lunedì 17 marzo l’Università di Torino celebrerà in mattinata la cerimonia di inaugurazione del suo anno accademico, cerimonia a cui è stato invitato come “ospite di riguardo convocato per l’occasione” Enrico Letta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello a mobilitarsi contro il salone del Bourget a Parigi.

Dal 16 al 22 giugno 2025, presso il centro espositivo di Le Bourget, a nord di Parigi, si terrà il 55° Salone internazionale dell’aria di Parigi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

MAGA vs neocons: la coalizione trumpiana si spacca sulla guerra all’Iran

Qualcosa di interessante sta accadendo all’interno della coalizione che ha portato alla vittoria Donald Trump: la tentazione di entrare in guerra direttamente contro l’Iran al fianco di Israele sta creando scompiglio.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il nucleare sta alla sostenibilità come il riarmo sta alla fine delle guerre: la grande trappola del nostro tempo. 

Il 23 e 24 maggio al Centro Studi Sereno Regis si è tenuto il convegno “Energia nucleare, il bisogno e il non detto”, due giornate di dibattito e informazione riguardanti l’energia nucleare e il sistema energetico più in generale. Il tema del nucleare è tornato sulla bocca di tutti, contornato da una nuova aurea green.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: alunni dello Zio Sam, Trattato di Libera Controrivoluzione

Una tematica di speciale importanza che Wood espone è il fenomeno del paramilitarismo, e il suo utilizzo nelle strategie controrivoluzionarie dell’imperialismo statunitense.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’ombra di Sigonella sui bombardamenti israeliani all’Iran

Passa immancabilmente dalla base siciliana di Sigonella parte del sostegno delle forze armate USA alla guerra di Israele contro l’Iran.  di Antonio Mazzeo, da Pagine Esteri Secondo il sito specializzato ItaMilRadar che monitorizza il traffico aereo militare nel Mediterraneo, nei giorni 13, 15 e 16 giugno sono state documentate lunghe missioni nello spazio aereo prossimo ad Israele, […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Resistenza contro il saccheggio a Oaxaca

Il 7 giugno 2025, sotto il sole di Playa Salchi, un uomo cammina con il figlio verso il suo terreno. Di fronte alla prima staccionata, un bossolo di fucile brilla come un avvertimento silenzioso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza/3

Qui e qui le altre parti. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network 4. Le perdite economiche derivanti dalla distruzione del settore agricolo e dei sistemi di produzione alimentare La distruzione sistematica del settore agricolo di Gaza e dei sistemi di produzione alimentare ha portato a devastanti conseguenze umanitarie ed economiche. Se Gaza […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Decimomannu (Ca): la polizia scaglia elicottero e lacrimogeni contro la protesta antimilitarista e innesca un incendio

Dura repressione poliziesca contro la protesta antimilitarista che, sabato 14 giugno, ha portato compagne e compagni del movimento A Foras e di altre realtà solidali del territorio attorno all’aeroporto militare di Decimomannu, in provincia di Cagliari, per manifestare contro la guerra e le basi militari presenti in zona.La repressione è infatti iniziata ancora prima dell’inizio […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contaminazione in Iran. Silenzio sulle bombe atomiche di Israele.

Riprendiamo da Radio Onda Rossa In una corrispondenza con Giorgio Ferrari, analizziamo i diversi aspetti collegati all’attacco di Israele nei confronti dell’Iran: dal ruolo ambiguo dell’ AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), alle modalità di dotazione nucleare da parte dell’Iran, ai rischi molto concreti di contamnazione a seguto dei bombardamenti israeliani, motivo per cui gli […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele-Iran è guerra totale: appunti per orientarci

Domenica 15 giugno 2025.  Com’è noto, nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, Israele ha massivamente attaccato l’Iran. L’offensiva ha avuto successo colpendo innumerevoli basi scientifiche e militari, portando alla morte di figure chiave dell’establishment politico (capo dello stato maggiore e capo dei pasdaran) nonché di almeno nove scienziati chiave del programma nucleare […]