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Torino, #11 luglio: blocchiamo Renzi, combattiamo l’Europa dell’austerity

La scelta della città di Torino come sede dell’evento è da questo punto di vista sintomatica, presentata come fulgido esempio di sorpassamento del modello della città-fabbrica in un oltre di cui quel che si intravvede oggi è soprattutto l’indebitamento, la riduzione progressiva di servizi e welfare e l’impoverimento di ampie fasce di popolazione. Qui, dove non ha mai attecchito il modello berlusconiano, vige e domina da 20 anni il cosiddetto “Sistema-Torino”: un’intricatissima rete di rapporti economici, politici e personali tra grandi banche, fondazioni, ex-dirigenti di Pci-Ds-Pd e Fiat. Un modello che a quanto pare ha fatto scuola: la versione “di sinistra” del capitalismo neoliberista.

Su questa ordinaria gestione del paese si innesta oggi un’accelerazione dettata dalla crisi e dalle misure europee imposte dalla Trojka col Fiscal Compact, il pareggio di bilancio fatto entrare di forza nelle costituzioni nazionali, la riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL. La cancellazione della spesa pubblica per stare dentro questi parametri è la sola risposta comune messa in campo da governi nazionali complici e subalterni. Privatizzazione dei servizi, finanziarizzazione del welfare ed espropriazione dei beni comuni ne sono i corollari necessari. Le reti familiari/comunitarie, dove ci sono, restano le ultime ancore di salvezza prima dell’inferno dell’indebitamento individuale. Per un’Europa costruita sul primato della finanza, le richieste non hanno mai fine. Per quanto denaro pubblico e risparmi vi si getti dentro, la voragine non è mai colma.

Per i giovani il futuro si mostra sotto una prospettiva ancora più radicale, senza collocazione o prospettive che non siano quelle di un’infinita disponibilità ad assecondare le esigenze del capitale. Non importa quanto hai studiato e quali siano le tue aspettative, devi essere pronto e flessibile a ogni richiesta. Il punto non è “tirare la cinghia per stare nei parametri” ma farci tirare la cinghia per abituarci a dare di più e chiedere di meno. Produttività, flessibilità, competitività, merito sono le parole d’ordine di questo programma nemico di cui Renzi è il nome italiano. Le prime misure varate dal suo governo – Piano Casa e Jobs Act – sono espliciti momenti di una più generale guerra ai pobveri. Sono anche risposte politiche a quanto posto sul piatto dai movimenti, dalle vertenze sui luoghi di lavoro e nelle lotte territoriali.

Dobbiamo rovesciare questo programma, invertire l’ordine delle priorità. Ordinare un’altra agenda politica, sostanziata dalle lotte, legittimata nei territori, capace di gettare sabbia nei loro ingranaggi e porre sul medio-termine la questione strategica del come, cosa, quanto e per chi produrre. Lo sviluppo tecnologico (automazione, informatizzazione) permetterebbe oggi una riduzione netta e generalizzata del lavoro socialmente necessario, eppure ci troviamo ancora presi dentro le maglie di un ricatto che ci chiede di lavorare di più e più intensamente per mantenere in vita un sistema diseguale e mortifero. Il problema è quindi di del chi e a nome di chi decide.

Voremmo che la giornata dell’11 luglio metta all’ordine del giorno queste questioni e che lo faccia all’altezza dei tempi che stiamo vicendo, individuando pratiche efficaci e massificabili, in grado di indicare un percorso anche per i tempi futuri. Per questo invitiamo i movimenti, le lotte territoriali , i sindacati conflittuali e quanti e quante in questi anni si sono battuto contro i piani del neoliberismo e della trojka, a partecipare ad un’assemblea nazionale dei movimenti per discutere insieme e costruire collettivamente la giornata di lotta dell’11 luglio. La data che indichiamo è quella di sabato 31 maggio, h 14 a Palazzo Nuovo (Università di Torino).

 

#renzistaisereno #civediamolundici

#11L #nojobsact #notroika #nopianocasa

 

Movimenti sociali contro l’austerity e la precarietà – Torino

 

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Turin, # July11: Let’s block Renzi, let’s fight European
austerity

The next July 11 Prime Ministers of the European Union will meet in Turin for a so-called “youth employment” summit. Perhaps “youth unemployment” would be a more legitimate denomination. If we look at European data the average unemployed rate for people under 25 is around 24% but in the south of the continent it widely breaks 40%, and in Spain and Greece it goes far beyond 50%. These data represent a terrible showcase for a EU that continues to demand sacrifices and austerity in the name of a recovery that never comes.

The choice of the city of Turin as venue for the event is, from this point of view, symptomatic: the city is presented as a shining example of overshoot of the factory-city model, over which what you can see through today is primarily debt, progressive reduction of services and welfare, and impoverishment of large segments of population. Here, where the “Berlusconian” model has never taken root, the so-called “Torino-System” dominates from 20 years: a complicated network of economic, political and personal relations between large banks, foundations, former leaders of leftish parties and Fiat. A model who apparently ran a school: the “left” version of neoliberal capitalism .

On this daily management of the country engages the today’s acceleration giuded by the crisis and by the Troika-imposed measures with the European Fiscal Compact. This included forced balanced budget brought into national constitutions, and reduction of the ratio public debt/GDP. The cancellation of public spending in order to comply these parameters is the unique response fielded by national governments, who are complicit and subordinates. Privatization of services, financialization of welfare and expropriation of the commons are necessary corollaries. Family and community networks, where existent, are the last lifeline before the hell of  the individual bearing of a growing debt. For a Europe built on the primacy of finance, demands never end. In spite of considerable public money and savings being thrown inside, the hole is never filled .

For youth, the future depicts a still more radical perspective, without location or perspectives apart from an infinite willingness to meet the needs of capital. No matter what you studied and what are your expectations, you have to be ready and flexible to any request. The point is not to “pull the strap in order to stay in the parameters “, but let us pull the strap to get used to give more and ask for less. Productivity, flexibility, competitiveness and merit are the watchwords of this hostile program, which as Renzi as its Italian name . The first measures taken by his government – House Plan and Jobs Act – are explicit moments of a more general war to the poorest. They are also policy responses to the movements instances, from disputes in the workplace to territorial fights .

We need to reverse this program, reverse the order of priority. We need to order another political agenda, substantiated by the struggle, legitimized in the territories, and capable of throwing sand in their gears and put on medium-term the strategic questions of how, what, how much and for whom to produce. Technological development (automation, computerization) would allow today a generalized reduction in net of the socially necessary work, and yet we are still caught in the meshes of a blackmail that asks us to work harder and harder in order to maintain a deadly and unequal system. The problem then is who decides and in the name of who.

We would like that the day of the 11 of July would put these issues on the agenda, doing it up to the standards of the times we are living, identifying effective and spreadable practices, that will be able to specify a path for the future. For this reason we invite movements, territorial fights, syndicalist unions and many who in recent years have fought against neoliberalism and troika, to participate in a national assembly to discuss together and collectively build the day of fight July 11. The date that we indicate is that of Saturday 31 May, 14 h at Palazzo Nuovo (University of Turin).

Hashtags: # renzistaisereno #civediamolundici #11L #nojobsact # notroika #nopianocasa

Social movements against austerity and precariousness – Torino

 

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El proximo 11 julio los primeros ministros de la Union Europea se encontraran en Turin para una cumbre en la cual se hablarà de “ocupacion juvenil”. Sin embargo es de dicocupacion juvenil que se deberia hablar. Si miramos los datos europeos la media de las personas en paro con edad menore a los 25 es del 24%, en el sur del continente esta encima del 40% mientras en España y en Grecia es mas del 50%. Estos datos representan un mal escaparate para una Unión Europea que sigue exigiendo sacrificios y la austeridad en el nombre de una recuperación que no llega nunca.

La elección de la ciudad de Turín como sede para el evento es desde este punto de vista sintomática, presentada como un ejemplo brillante de superacion del modelo de la ciudad-fábrica en un “mas allà” del cual, por lo que vemos hoy en dia es mas una deuda, la reducción progresiva de servicios y asistencia social y el empobrecimiento de grandes sectores de la población. Aquí, donde el modelo Berlusconi nunca ha echado raíces, està en vigor y domina desde hace 20 años el llamado “sistema-Torino”: una red compleja de relaciones económicas, políticas y personales entre los grandes bancos, fundaciones, ex dirigentes del PCI-Ds-Pd y Fiat. Un modelo que al parecer ha bien instruido: la versión “de izquierda” del capitalismo neoliberal.

En esta gestión cotidiana del país se pone la aceleración de hoy dictada por la crisis y las medidas impuestas por la troika con el Pacto Fiscal Europeo, un presupuesto equilibrado que ha entrado con obligo en las constituciones nacionales, la reducción de la ratio entre la deuda pública y el PIB. La cancelación del gasto público para permanecer dentro de estos parámetros es la única respuesta común actuada por los gobiernos nacionales cómplices y subordinados. La privatización de los servicios, la financiarización de la asistencia social y la expropiación de los bienes comunes son corolarios necesarios. Las redes familiares/comunidarias, donde hay, son las ultimas líneas de vida antes del infierno de la deuda individual. Para una Europa construida sobre la primacía de las finanzas, las demandas no se terminan nunca. Por cuanto dinero público y ahorros se pueden poner dentro, el agujero nunca se llena.

Para los jovenes el futuro se rivela bajo una perspectiva todavia mas radical, sin colocacion o perspectivas que no sean las de la infinida disponibilidad para satisfacer las necesidades de capital.

No importa lo que has estudiado y cuáles son tus expectativas, tienes que estar listo y flexible a todas las solicitudes. El punto no es “tirar de la correa para permanecer en los parámetros” sino tirar todos y todas a tirar de la correa para a acostumbrarse a dar más y pedir menos.

Productividad, flexibilidad, competitividad, mérito son el lema de este programa enemigo del cual Renzi lleva el nombre italiano. Las primeras medidas adoptadas por su Gobierno – Plan Casa y Ley de trabajo – son momentos explícitos de una guerra más general a los pobres. También son respuestas políticas a lo que plantean los movimientos, a partir de los conflictos en lugares de trabajo y en las luchas territoriales.

Tenemos que derribar este programa, invertir el orden de las prioridadades. Reclamar otra agenda política, motivada por la lucha, legitimada en los territorios, capaz de arrojar arena en sus engranajes y poner en cuestión estratégica a medio plazo de cómo, qué, cuanto y para quién producir. El desarrollo tecnológico (automatización, informatización) permitiría hoy en dia una reducción del trabajo socialmente necesario, y sin embargo, todavía estamos atrapados en las mallas de un chantaje que nos pide trabajar más y más intensamente para mantener en piè un sistema desigual y mortal . El problema entonces es del “quién” y “en nombre de quien” decide.

Nos gustaría que el día 11 de julio ponga estos temas en la agenda y que lo haga a la altura de los tiempos en que estamos viviendo, identificando prácticas eficaces y de masa, capaz de especificar una ruta de acceso tambien para los tiempos futuros. Por este motivo invitamos los movimientos, las luchas territoriales, los sindacatos conflituales y cuántos y cuántas en los últimos años han luchado en contra de los planes del neoliberalismo y la troika, a participar en una asamblea nacional de los movimientos para discutir juntos y construir colectivamente la jornada de lucha de 11 de julio. La fecha que indicamos es la del sábado 31 mayo, a las h 14, en Palazzo Nuovo (Universidad de Turín).

 

#renzistaisereno #civediamolundici

#11L #nojobsact #notroika #nopianocasa

 

Movimientos sociales contra la austeridad y la precariedad – Torino

 

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Le 11 juillet prochain, les premiers ministres de l’Union Européenne se rencontreront à Turin dans un sommet sur l’ « emploi des jeunes ». Toutefois, il serait peut-être plus correct de parler de « chômage des jeunes ». Si on regarde les statistiques européennes, la moyenne des moins de 25 ans qui n’ont pas de travail est autour de 24%, mais dans le sud du continent elle dépasse amplement les 40% et, en Espagne et en Grèce, elle est bien au-delà de 50%. Ces chiffres donnent une mauvaise image de l’Union Européenne, qui continue à demander sacrifices et austérité au nom d’une reprise économique qui n’arrive pas.

Le choix de la ville de Turin, présentée comme un brillant exemple de dépassement du modèle de la ville-usine – dépassement dans lequel ont entrevoit aujourd’hui surtout endettement, réduction progressive des services sociaux et de l’Etat social, et l’appauvrissement d’une grande partie de la population – est, de ce point de vue, symptomatique.

Là où le « modèle Berlusconi » n’a jamais pris, domine depuis 20 ans le soi-disant « Système-Turin » : un très complexe système de relations économiques, politiques, et personnelles entre banques, fondations, anciens dirigeants Pci-Ds-Pd (partis de la « gauche » italienne) et Fiat. Un modèle qui, on dirait, à fait école : c’est la version « de gauche » du capitalisme néolibérale.

Sur cette gestion ordinaire du pays vient se greffer une accélération dictée par la crise et par les mesures européennes imposées par la Troïka avec le « Fiscal Compact », l’équilibre budgétaire entré de force dans les constitutions nationales, la réduction dans le rapport entre la dette publique et le PIB. L’effacement de la dépense publique pour respecter ces paramètres est la seule réponse commune mise en place par les gouvernements nationaux complices et subalternes. Les corollaires nécessaires sont privatisation des services sociaux et expropriation des « biens communs ». Les réseaux familiaux/communautaires, où ils existent, restent la dernière bouée de sauvetage avant l’enfer de l’endettement individuel. Pour une Europe construite autour de la suprématie de la finance, les demandes n’ont jamais de fin. L’argent public et les économies ne sont jamais suffisantes, car l’abysse n’est jamais comblé.

Pour les jeunes, le futur se montre sous une perspective encore plus radicale, sans emploi ou perspectives qui ne soient pas celles d’une infinie disponibilité pour contenter les exigences du capital. Il n’est pas important de savoir combien de temps tu as étudié, ni quelles sont tes perspectives, tu dois être prêt et flexible pour toute demande. Le problème n’est pas celui de « se serrer la ceinture pour respecter les paramètres » mais de nous faire serrer la ceinture pour nous habituer à donner plus et demander moins. Productivité, flexibilité, compétitivité, mérite, sont les mots d’ordre de ce programme qui nous est ennemi et dont Renzi est le porte-parole italien. Les premières mesures de son gouvernement – Plan Logement et Jobs Act – sont des moments explicites d’une guerre aux pauvres plus ample. Ils sont aussi des réponses politiques à ce qui a été mis à l’ordre du jour par les mouvements sociaux, les conflits syndicaux, et les luttes sur les territoires.

Nous devons renverser ce programme, reverser l’ordre des priorités et imposer un autre agenda politique, élaboré par les luttes, légitimé dans les territoires, qui soit capable de jeter du sable dans leurs engrenages et poser à moyen terme la question stratégique du comment, quoi, quand et pour qui produire. Le développement technologique (automatisation, informatisation) permettrait aujourd’hui une nette et généralisée réduction du travail socialement nécessaire, et pourtant on se retrouve encore pris entre les mailles d’un chantage qui nous demande de travailler plus et plus intensément pour permettre la survie d’un système inégalitaire et mortifère. Le problème est donc qui – et au nom de qui  – décide.

Nous voulons que la journée du 11 juillet mette à l’ordre du jour ces questions et que cela soit fait à la hauteur de l’époque dans laquelle on vit, en identifiant des pratiques efficaces et généralisables, capables d’indiquer un chemin aussi pour les temps à venir. Pour tout cela nous invitons les mouvements, les luttes territoriales, les syndicats conflictuels et tous ceux et celles qui ces dernières années se sont battus contre les plans néolibéraux et contre la troika, à participer à l’assemblée nationale des mouvements pour discuter ensemble et construire collectivement la journée du 11 juillet. La date que nous proposons est le samedi 31 mai, à 14h à Palazzo Nuovo (Université de Turin).

 

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Turin, 11. Juli: Blockieren wir Renzi und bekämpfen wir das Europa der Austerität!

Am kommenden 11. Juli werden sich die Premierminister der EU in Turin zu einem Treffen versammeln, auf dem über „Jugendbeschäftigung“ gesprochen werden soll. Aber vielleicht wäre es passender, von Jugenderwerbslosigkeit zu sprechen. Wenn wir die Zahlen für Europa betrachten, stellen wir fest, dass durchschnittlich 24 Prozent der unter Fünfundzwangigjährigen erwerbslos sind. Im Süden des Kontinents wird jedoch die 40-Prozent-Grenze weit überschritten, und in Spanien und Griechenland liegen die betreffenden Zahlen deutlich über 50 Prozent. Diese Zahlen sind kein gutes Aushängeschild für die EU, die weiterhin Sparsamkeit und Austerität fordert, unter Verweis auf einen Aufschwung, der nicht eintreten will.

Insofern ist die Wahl der Stadt Turin als Veranstaltungsort symptomatisch: Turin wird als leuchtendes Beispiel der Überwindung des Modells der Fabrikstadt dargestellt, wobei das, was sich heute als Ergebnis dieser Überwindung zu erkennen gibt, in erster Linie aus Verschuldung, der fortschreitenden Reduzierung öffentlicher Dienstleistungen und der Sozialfürsorge sowie aus der Verarmung breiter Bevölkerungsschichten besteht. Hier, wo Berlusconis Modell nie Fuß gefasst hat, herrscht seit zwanzig Jahren des sogenannte „Turiner System“: ein ausgesprochen kompliziertes Geflecht von wirtschaftlichen, politischen und persönlichen Beziehungen zwischen großen Banken, Stiftungen, ehemaligen Kadern linker Parteien und FIAT. Ein Modell, das offenbar Schule gemacht hat: als „linke“ Variante des neoliberalen Kapitalismus.

Diese alterhergebrachte Verwaltung der Region unterliegt heute einer Beschleunigung, die von der Krise und den europaweiten, von der Troika in Form des Fiskalpakts verordneten Maßnahmen diktiert wird, von der in die nationalen Verfassungen eingeschriebenen Pflicht zum ausgeglichenen Haushalt sowie zur Verringerung der Staatsschulden im Verhältnis zum Bruttoinlandsprodukt. Die Kürzung öffentlicher Ausgaben ist das Mittel, zu dem sämtliche mitwirkende und subalterne Nationalregierungen greifen, um diesen Vorgaben zu entsprechen. Die Privatisierung vormals öffentlicher Dienstleistungen, die Finanzialisierung der Wohlfahrtsleistungen und die Enteignung öffentlicher Güter sind die zwangsläufigen Folgen. Die familiären und gemeinschaftlichen Netzwerke stellen dort, wo sie noch bestehen, den letzten Halt gegen die Hölle der individuellen Verschuldung dar. In einem Europa, das auf dem Primat der Finanzwelt gründet, nehmen die Forderungen kein Ende. Ganz gleich, wie viel öffentliche Gelder und Sparguthaben man hineinwirft, das Loch lässt sich nie zuschütten.

Für die Jugendlichen stellt sich die Zukunft noch extremer dar, bar aller Positionen oder Perspektiven, die nicht die einer uneingeschränkten Verfügbarkeit für die Bedürfnisse des Kapitals sind. Es spielt keine Rolle, was du alles studiert und was du für Ansprüche hast, du musst für jede Anfrage bereitstehen und flexibel bleiben. Es geht nicht darum, „den Gürtel enger zu schnallen, um den Vorgaben zu entsprechen“, sondern darum, dass wir den Gürtel enger schnallen sollen, damit wir uns daran gewöhnen, mehr zu leisten und weniger zu fordern. Produktivität, Flexibilität, Wettbewerbsfähigkeit, Leistung sind die Schlüsselworte dieses Feindprogramms, für das Renzi in Italien steht. Die ersten von seiner Regierung ergriffenen Maßnahmen – der Piano Casa und der Jobs Act – sind ausdrücklich Momente eines breiteren Kriegs gegen die Armen. Sie sind auch politische Antworten auf die Forderungen, die aus den Bewegungen, den Auseinandersetzungen am Arbeitsplatz und den lokalen Kämpfen hervorgegangen sind.

Wir müssen dieses Programm auf den Kopf stellen und die Prioritäten umgekehrt setzen, eine andere politische Agenda

festlegen, die ihren Gehalt aus den Kämpfen und ihre Legitimität aus den Regionen bezieht, die in der Lage ist, Sand in ihr Getriebe zu streuen und mittelfristig die Frage aufzuwerfen, was wie in welchen Mengen und für wen produziert werden soll. Die technische Entwicklung (Automatisierung, Informatisierung) würde heute eine deutliche und allgemeine

Verringerung der gesellschaftlichen notwendigen Arbeit erlauben, und doch werden wir nach wie vor erpresst, länger und intensiver zu arbeiten, um ein dem Untergang geweihtes, von Ungleichheit geprägtes System zu erhalten. Die Frage lautet also, wer im Namen von wem entscheidet.

Wir würden uns wünschen, dass diese Fragen am 11. Juli auf die Tagesordnung gesetzt werden, und zwar auf der Höhe der Zeit, unter Einsatz wirksamer, zur massenhaften Verbreitung geeigneter Praktiken und so, dass ein auch für die Zukunft gangbarer Weg erkennbar wird. Daher laden wir die Bewegungen, die lokalen Kampfzusammenhänge, die konfliktbereiten Gewerkschaften und all diejenigen ein, die sich in diesen Jahren den Plänen des Neoliberalismus und der Troika entgegengestellt haben, sich an einem landesweiten Treffen der Bewegungen zu beteiligen, um gemeinsam zu diskutieren und kollektiv den Kampftag des 11. Juli zu gestalten. Das Treffen soll an Samstag, dem 31. Mai um 14:00 Uhr im Palazzo Nuovo (Universität Turin) stattfinden.

 

Soziale Bewegungen gegen Austerität und Prekarität – Turin

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