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Russia , é Rivoluzione d’ottobre!

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Il mese di ottobre si apre con l’appello di Lenin Agli operai, ai contadini ed ai soldati! in cui si invitano le classi lavoratrici a rovesciare il Governo provvisorio controrivoluzionario di Kerenskij e a conquistare il potere dei Soviet. L’appello è subito accolto dal II congresso della flotta del Baltico, dal I corpo d’armata della Siberia, dal congresso dei fucilieri lettoni e dal congresso del VI corpo d’armata: tutti dichiarano di voler combattere per la rivoluzione alle parole d’ordine di “Tutto il potere ai soviet!”.

Nel frattempo Lenin, fatto richiamare dal Comitato centrale del Partito bolscevico, arriva segretamente a Pietrogrado nella giornata del 7; mentre continuano le manifestazioni e le assemblee dei soldati e degli operai a favore di un potere sovietico, il 10 ottobre il Comitato centrale tiene una riunione in cui si afferma la necessità di scatenare, nei giorni successivi, l’insurrezione armata. Per questo compito viene eletto un ufficio politico e vengono creati un comitato militare rivoluzionario insieme a un distaccamento della Guardia Rossa a Pietrogrado.

Nei giorni successivi tutte le assemblee del partito bolscevico vertono sui preparativi dell’insurrezione armata: passa la proposta di Lenin, mentre colui che dirigerà le operazioni sarà Stalin.

In molte ragioni vengono adottate risoluzioni sul passaggio di potere ai soviet e vengono eletti comitati esecutivi bolscevichi, mentre si registrano i primi casi di disobbedienza agli ordini del Governo provvisorio. Nella notte tra il 20 e il 21 il comitato militare rivoluzionario nomina dei propri commissari in tutte le unità di congresso della guarnigione di Pietrogrado; il 22 si svolge la “giornata del soviet di Pietrogrado” e si tengono grandiosi comizi presieduti dai bolscevichi; in questa giornata, l’incrociatore Aurora riceve dal soviet l’ordine di fermarsi a Pietrogrado. L’insurrezione è vicina…

La mattina del 24 ottobre, i membri del centro del partito per la direzione dell’insurrezione armata Stalin e Sverdlov elaborano un piano dettagliato per la rivolta. Mentre il governo provvisorio tenta in tutti i modi di prevenire ogni attacco, tutte le unità militari sono poste in allarme e pattuglie di junker occupano i principali punti strategici della città. Il comandante in capo della regione militare di Pietrogrado ordina di far sospendere immediatamente i collegamenti telefonici dal soviet della capitale e di alzare i ponti per isolare il centro dai quartieri proletari; alle 10 del mattino le Guardie Rosse e i soldati rivoluzionari respingono le autoblindo del Governo provvisorio e istituiscono dei posti di blocco. La guarnigione della fortezza di Pietro e Paolo si unisce agli insorti e per tutta la giornata nell’arsenale della fortezza vengono distribuite le armi alle truppe rivoluzionarie. L’incrociatore Aurora riceve infine l’ordine di liberare i ponti sul fiume Neva: è iniziato l’assedio al palazzo d’Inverno!

Il 26 ottobre, alle 2 del mattino, il palazzo d’Inverno cade sotto l’assalto dei distaccamenti della Guardia Rossa, dei marinai rivoluzionari e dei soldati, mentre i membri del Governo provvisorio vengono arrestati. Nella notte tra il 26 e il 27 il congresso ratifica i decreti sulla pace, sulla terra e la formazione di un governo operaio e contadino: il Consiglio dei commissari del popolo, di cui Lenin sarà eletto presidente.

Nei giorni successivi i distaccamenti della Guardia Rossa organizzano la rivolta a Mosca e nel resto del paese, dove l’instaurazione del potere sovietico avviene quasi ovunque senza troppa resistenza da parte delle milizie fedeli al vecchio governo. I menscevichi, i cadetti, i socilisti rivoluzionari e gli altri partiti controrivoluzionari formano un “comitato di sicurezza pubblica”, mentre gli junker e le Guardie Bianche tentano svariati colpi di mano, ma vengono prontamente fermati dalle truppe rivoluzionarie che proseguiranno le azioni insurrezionali per molti mesi a venire.

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