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La rivolta degli schiavi di New Orleans

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Chiamata anche la rivolta della Riva dei Tedeschi, fu una delle più vaste (e anche meno narrate) tra le sollevazioni di schiavi nella storia degli Stati Uniti, ed ebbe luogo tra l’8 e il 10 gennaio 1811.

Accadde nelle campagne nei pressi di New Orleans, appunto sulla riva est del fiume Mississipi, chiamata la Cote des Allemands, a causa dei numerosi insediamenti di immigrati tedeschi nel secolo precedente. Questa era un’area chiave del sistema schiavista: le donne e gli uomini ridotti in schiavitù dalla piccola minoranza di possidenti bianchi, erano il 75 % della popolazione.

Alle porte della stagione del carnevale, un gruppo di lavoratori delle piantagioni si radunarono, (secondo alcune fonti chiamati a raccolta da Charles Deslondes, un giovane schiavo). Era il 6 gennaio 1811, il lavoro si era allentato, dopo le intense settimane di raccolta e lavorazione dello zucchero. L’8 di gennaio, circa in un centinaio di uomi e donne ridotti in schiavitù, si misero in marcia verso New Orlean, appunto lungo la German Coast, disseminata di piantagioni e magioni. Erano armati più che altro con pochi fucili, asce, coltelli e altri arnesi da lavoro. Al gruppo di uomini in marcia si aggiunsero rapidamente anche alcuni maroons, (come eran chiamati i fuggiaschi che si erano nascosti nelle paludi e nella boscaglia che si erano organizzati in comunità ricevendo anche l’aiuto delle comunità di nativi americani). In poco tempo il gruppo arrivò dalle 200 alle 500 persone. Marciavano in batterie organizzate, chi non portava oggetti, sventolava drappi.

La rivolta ebbe inizio presso piantagione di Manuel Andry, proprietario terriero e crudele schiavista, quando alcuni uomini e donne costretti a lavorare per lui, si rivoltarono e dopo averlo ferito, uccisero il figlio. Questa fu una delle (sole) due morti causate dalla rivolta a bilancio dei possidenti, la seconda fu quella del possidente François Trépagnier ucciso con un’ascia da Kook, altro giovane protagonista dell’insurrezione. Diedero alle fiamme tre piantagioni, e giunsero dopo una marcia di circa 10 ore e 30 miglia, a 15 km da New Orleans. Qui, presso la piantagione Destrehan vennero intercettati dalle milizie che erano state radunate dall’esercito e dai possidenti in fretta e furia per arginare la rivolta, vennero catturati un centinaio di ribelli, in 95 furono processati e poi uccisi, le teste issate su pali lungo le rive del fiume. Alcune fonti narrano in particolare del barbaro trattamento di quello che fu individuato come leader della rivolta, Deslandes, a cui furono mozzate le mani e spezzate le gambe, per poi essere arso vivo, come monito per tutti i rivoltosi.

Dopo l’episodio l’esercito rimase parecchio tempo nella regione e le leggi per la mobilità degli schiavi e il loro trattamento vennero inasprite. Ma questo fu solo l’inizio.

 

 

 

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