InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’eccidio di Boves

||||

Negli anni Quaranta Boves è una cittadina pre montana, in provincia di Cuneo, di circa diecimila abitanti, dediti per lo più ad un allevamento e all’agricoltura di sostentamento, che spesso sono costretti ad emigrare, anche solo stagionalmente. Le guerre, lunghe e faticose, che si sono susseguite, hanno mietuto numerose vittime: trecento sono i morti tra coloro che hanno combattuto la prima guerra mondiale, ma altre centinaia di persone sono morte di fame e di stenti.

Proprio a Boves, dopo l’8 settembre 1943, si forma una delle prime formazioni partigiane: un gruppo di militari italiani, comandati dall’ufficiale Ignazio Vian, che si rifugia sulle impervie montagne che sovrastano la città, ed intraprendono una strenua resistenza contro l’occupazione tedesca. La formazione del comandante Vian non è solo una delle prime a formarsi, nell’autunno successivo all’armistizio, ma è anche una delle poche che inizia immediatamente i sabotaggi ed i combattimenti contro le truppe delle SS. Per questo motivo, già il 16 settembre, un proclama delle nazista firmato dal maggiore delle Waffen SS Joachim Peiper, comunica alla popolazione che i fuoriusciti dall’esercito italiano che sono saliti in montagna verranno liquidati come banditi, e che chiunque dia loro aiuto o asilo sarà ugualmente perseguito. Lo stesso giorno Peiper si reca a Boves, fa riunire in piazza tutti gli uomini e minaccia di bruciare il paese se tutti i soldati datisi alla macchia non si presenteranno.

La mattina di domenica 19 settembre una Fiat 1100 arriva in Piazza Italia: i due occupanti sono militari tedeschi. Un gruppo di fuoriusciti dall’esercito italiano, rifugiatisi per combattere in località San Giacomo, in Val Colla, è appena arrivato in paese per fare rifornimento di cibo: scorta la vettura dei tedeschi, li raggiungono, li disarmano e li catturano senza che questi oppongano resistenza, e li trasportano in Val Colla, dove i due vengono interrogati in merito alla propria presenza nel paese.

Alle 11.45, nemmeno un’ora dopo la cattura, due grandi automezzi tedeschi, carichi di militari, arrivano in Piazza Italia: due SS con bombe a mano distruggono il centralino del telefono sito nei pressi del municipio, quindi i due automezzi ripartono a tutta velocità verso il torrente Colla. Giunti nei pressi del borgo di Tetti Sergent i tedeschi abbandonano i mezzi e proseguono a piedi: sono circa le 12 quando inizia la battaglia con le formazioni partigiane lì stanziate. Il contrattacco della formazione di Ignazio Vian ha successo, e in meno di un quarto d’ora le truppe tedesche sono costrette a indietreggiare. Durante lo scontro restano a terra due persone, il partigiano genovese Domenico Burlando, e un militare tedesco, il cui corpo viene abbandonato nel bosco dai suoi.

Alle 13 le SS coinvolte nello scontro a fuoco tornano a Boves, e circa alla stessa ora giunge in Piazza il grosso del plotone tedesco di Cuneo, comandato dal generale Peiper, che incarica il parroco di Boves, Don Bernandi, e l’industriale Antonio Vassallo di andare a trattare con i partigiani per la riconsegna dei due prigionieri, della Fiat 1100 e della salma del caduto; Peiper assicura che in caso di successo della trattativa Boves sarà risparmiata, ma si rifiuta di mettere per iscritto il proprio impegno, asserendo che “la parola d’onore di un ufficiale tedesco vale gli scritti di tutti gli italiani”.

Gli ambasciatori giungono tra i partigiani tra le 14 e le 15 e parlano con il comandante Vian e un’altra decina di persone, che dopo alcune discussione decidono di riconsegnare i prigionieri, con tutto il loro equipaggiamento, l’auto, e la salma del caduto tedesco. I prigionieri, bendati, vengono fatti salire in auto con gli ambasciatori e riportati in centro a Boves. Nonostante la riconsegna il maggiore Peiper dà ordine di iniziare la rappresaglia: piccoli gruppi di SS sfondano le porte delle case, sparano e uccidono i cittadini che sono rimasti a Bovese, per la maggior parte anziani, malati e infermi, e appiccano il fuoco a tutto ciò che trovano sulla loro strada. Il bilancio dell’eccidio di Boves, il primo in Italia, è pesantissimo: 350 le abitazioni incendiate, 24 le persone uccise, tra i quali anche i due ambasciatori don Bernardi e Antonio Vassallo. I famigliari delle vittime e l’intera cittadina di Boves non avranno mai giustizia: nonostante i numerosi tentativi di denuncia, la magistratura tedesca non prenderà mai in considerazione le richieste della città cuneese. Il generale Peiper, arrestato alla fine della guerra, verrà inizialmente condannato all’impiccagione per il massacro di Malmedy, in Francia, in cui morirono 129 persone, ma la pena verrà commutata in carcere a vita e sarà scarcerato sulla parola nel 1956; trasferitosi con uno psuedonimo a Traves, in Francia, verrà infine raggiunto dalla giustizia partigiana il 13 luglio 1971, durante l’incendio della sua casa, colpita da bombe moltov.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

boveseccidioresistenzass

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Addio Lucio, se ne è andato il partigiano Gastone Cottino

E’ morto ieri mattina a novantotto anni Gastone Cottino: partigiano, comunista sempre al fianco delle lotte sociali.

Immagine di copertina per il post
Culture

Conferenza The Art of Freedom: strategie di organizzazione e resistenza collettiva.

Pubblicato il programma della conferenza The Art of Freedom: Strategie di organizzazione e resistenza collettiva.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: azione di resistenza nell’area di Sîda

Gerîla TV ha trasmesso il filmato dell’azione condotta dai guerriglieri nella zona della resistenza di Sîda il 28 gennaio 2023.

Immagine di copertina per il post
Culture

25 aprile 1945 – 2023: Guerra di liberazione nazionale, civile e di classe. L’archivio resistente di Radio Onda d’Urto

Radio Onda d’Urto riprende dai propri archivi e dall’attualità una serie di trasmissioni per fornire un approfondimento analitico, non retorico né edulcorato, della Resistenza intesa come intreccio di tre guerre.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Resistenza ucraina?

In occasione del 25 aprile quest’anno un dibattito si impone. Il tema è ovviamente riguarda i possibili accostamenti tra quello che è accaduto in Italia tra il 1943 e il 1945 e quello che sta accadendo in Ucraina a seguito dell’abominevole aggressione russa. Di Valerio Romitelli per Machina Deriveapprodi L’Anpi dichiarandosi contro l’invio di armi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’ascesa della resistenza armata di Jenin

Come i combattenti della resistenza del campo sono diventati una spina nel fianco di Israele e dell’Autorità Palestinese. Fonte: english version Di Shatha Hammad – 4 febbraio 2022 Un cupo silenzio aleggia sul campo profughi di Jenin. Negli ultimi mesi, le crescenti tensioni hanno reso i suoi abitanti sempre più inquieti mentre vigilano costantemente sulla […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

LETTERA A STELLA A 1 ANNO DALL’ARRESTO: AMORE, RESISTENZA, LOTTA

Cara Stella, è passato un anno da quando è diventata attiva la tua pena. Un anno dal tuo arresto domiciliare. Un anno senza vederti. Un anno senza i tuoi sorrisi e la tua incessante energia gioiosa.  Possiamo solo immaginare la difficoltà di vivere distante da tutti i tuoi affetti e dalla tua amata Valsusa, per […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Estrattivismo, conflitti, resistenze

[Il 20 febbraio verrà inaugurato il portale ECOR.network – Extractivism, COnflicts, Resistances. Di seguito ne anticipiamo l’articolo di apertura. Alexik] ECOR.network  nasce come spazio di dibattito e approfondimento sull’aggressione del profitto contro i territori, e di informazione sui movimenti di resistenza. Si occuperà di tutte le forme di espropriazione attuate, in contesti rurali e urbani, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Seminare disordine: l’arte della resistenza

di Joseph Confavreux (*) Pneumatici, ombrelli, black bloc e book bloc. Alcuni antropologi hanno studiato le tecniche di lotta in tutto il mondo Seminare confusione. Questo è il bel titolo di un numero speciale di Techniques et culture, la rivista di antropologia dell’École des hautes études en sciences sociales (EHESS), la cui copertina mostra i […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nazione Mapuche: La Resistenza Mapuche Lavkenche si assume la paternità delle azioni armate e di sabotaggio di questi ultimi giorni

In questa dichiarazione, denunciano l’azione repressiva dello stato. Con una dichiarazione pubblica, la Resistenza Mapuche ha annunciato la paternità delle azioni armate e di sabotaggio che sono state realizzate in questi giorni nel territorio mapuche lavkenche. Dette azioni sono state realizzate a sostegno dei prigionieri politici mapuche che oggi compiono 58 giorni di sciopero della […]