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Podemos: es la hora de la gente?

Gli indignados

Con il sondaggio recentemente pubblicato dal quotidiano spagnolo El Pais secondo cui Podemos sarebbe il primo partito di Spagna, anche in Italia i media mainstream stanno accorgendosi di questa importante anomalia del sud dell’Europa. Non è più solo la Syriza di Alexis Tsipras in Grecia a non far dormire sonni tranquilli al duopolio Partito Socialista Europeo / Partito Popolare Europeo che governa il vecchio continente. Un’ipotesi alternativa di governo si sta facendo largo anche in Spagna dove l’ascesa rapidissima della neonata Podemos sta provocando, insieme alla volontà di autodeterminazione del popolo catalano, un terremoto politico nella penisola iberica. Essendo fra quelli che non si sono accorti solo oggi di Podemos, proviamo con questo testo a fornire un quadro dettagliato, ma certamente non esaustivo, della genesi di Podemos, piattaforma cittadina per la partecipazione popolare e lo facciamo dal punto di vista di chi sta in basso e non agisce il terreno della rappresentanza politica. Per farlo dobbiamo fare un passo indietro di qualche anno fino ad arrivare al maggio del 2011 quando il Movimento #15m, ribattezzato successivamente Movimento degli Indignados, fece la sua comparsa in tutta la Spagna con imponenti manifestazioni svoltesi nella giornata del 15 Maggio. Decine di migliaia di spagnoli scesero nelle strade delle loro città per protestare contro la crisi economica e le misure di austerity, il salvataggio delle banche, principali responsabili della crisi, da parte del Governo spagnolo, per chiedere maggiore democrazia ed esprimere tutta la loro rabbia nei confronti della classe politica spagnola e dei suoi due principiali partiti, quello popolare e quello socialista. Il giorno seguente a Puerta del Sol prese vita la prima di una lunga serie di Acampadas (occupazioni delle piazze principali delle città spagnole) che diventeranno una delle pratiche caratteristiche del movimento e avranno la capacità di parlare ai movimenti di tutto il mondo. Non è questa la sede per approfondire la storia del Movimento #15m (questo articolo di Uninomade e molti altri reperibili in rete possono aiutare questo scopo), ma basti sapere che fra manifestazioni, acampadas, sgomberi delle piazze occupate dai manifestanti, la giornata di mobilitazione globale del 15 novembre 2011 e un larghissimo consenso dell’opinione pubblica spagnola nei confronti dei temi sollevati, il movimento ha saputo coinvolgere centinaia di migliaia di persone ed è stato per lunghi mesi il principale argomento di dibattito della società spagnola. Quando i grandi numeri vennero meno, come fisiologico per i cicli di movimento, questo ha avuto la capacità di produrre centinaia di assemblee popolari e di Mareas in tutta la Spagna che hanno continuato fino ai giorni nostri ad essere luoghi di autorganizzazione sociale in grado di produrre conflitto contro l’austerity. Dal blocco degli sfratti e dei pignoramenti a centinaia di occupazioni di palazzi e case proprietà di banche, dalla lotta contro la privatizzazione dei servizi sociali fino alle autoriduzioni nei supermercati. Ma soprattutto ha tenuto viva la voglia di partecipazione di migliaia di cittadini spagnoli che sono tornati a prendere in mano il loro destino e a confliggere contro chi ha preparato per loro un futuro fatto di miseria e sacrifici.

La nascita di Podemos

Il 17 gennaio del 2014 avviene la presentazione ufficiale di Podemos a seguito di un appello diffuso nei giorni precedenti e firmato da persone provenienti da diverse esperienze politiche. Pablo Iglesias, professore universitario di Madrid, conduttore della trasmissione La Tuerka e opinionista televisivo con un passato nelle fila della gioventù comunista spagnola, nel movimento no global e contro la guerra e naturalmente nel movimento #15m, annuncia la nascita di Podemos, un metodo partecipativo aperto a tutta la cittadinanza. L’obiettivo è chiaro: una lista di cittadinanza alle elezioni europee del 15 maggio per convertire l’indignazione cittadina in cambio politico. Tre sono le condizioni che vengono poste affinché il progetto abbia gambe: 50.000 firme a sostegno dell’iniziativa, un processo di unità con tutte le forze politiche e sociali che si sono battute contro l’austerità e in difesa dei diritti sociali, che sia la gente a decidere attraverso lo strumento di primarie aperte per la formazione della lista in cui tutti possano candidarsi e votare. Nei giorni seguenti è un crescendo di attenzioni alla nuova creatura politica, sorgono in tutta la Spagna circoli di sostegno e il programma elettorale con cui presentarsi alle elezioni europee viene scritto da migliaia di persone attraverso un programma di scrittura collaborativa e viene discusso in tutti i circoli che a loro volta presentano cambiamenti, modifiche, emendamenti al testo. Il tutto viene validato tramite votazione web aperta a tutti i cittadini. Alle forme tradizionali di organizzazione politica con la nascita dei circoli viene abbinato fin da subito l’utilizzo di tutti gli strumenti che il web 2.0 è in grado di fornire. Una volta definito il programma è la volta delle primarie per scegliere i 54 candidati che comporranno la lista (ogni sesso potrà avere una rappresentanza massima del 60%). Si candidano 150 cittadine e cittadini e votano alla consultazione web (svoltasi con piattaforma certificata esterna all’organizzazione) 33.165 persone. Le votazioni sono due. La prima per scegliere chi debba essere la testa di lista e ogni cittadino può esprimere un solo voto, la seconda per scegliere i candidati e ogni cittadino può esprimere tre preferenze. Per votare bisogna iscriversi al portale web podemos.info. La campagna elettorale viene giocata nelle piazze, in televisione e sul web facendo vivere tutta la radicalità del proprio programma e lanciando pesantissime invettive contro la casta, la corruzione e le banche responsabili della crisi. Il programma ha i contenuti classici e tradizionali della sinistra radicale, ma Podemos non si definisce di sinistra. Le categorie sinistra e destra hanno totalmente perso il loro significato originario, in Spagna la sinistra è l’odiatissimo Psoe responsabile delle politiche di austerity. Podemos sostituisce al binomio destra/sinistra quello democrazia/oligarchia o quello basso/alto. Podemos è uno strumento di partecipazione affinché chi sta in basso, i cittadini comuni, possano organizzarsi e determinare un cambio di società contro chi sta in alto, in primis politici e banchieri. Il simbolo con cui decideranno di correre alle elezioni europee è la faccia del leader Pablo Iglesias con sotto scritto Podemos e la scelta giustificata col fatto che Iglesias fosse molto più conosciuto dai cittadini spagnoli del progetto politico. Non mancheranno forti discussioni fra la base per questa scelta. Il 25 Maggio è il giorno del voto e Podemos si afferma come quarta forza politica spagnola ricevendo 1.245.948 voti. L’affluenza alle urne è stata solo del 43,81% in linea col dato europeo e Podemos ottiene il 7,98% dei voti validi eleggendo 5 eurodeputati. Davanti a loro solo Izquierda Unida (con cui non si è raggiunto l’accordo per la presentazione di una lista comune a causa del rifiuto a svolgere le elezioni primarie) col 10,03%, il Partito Socialista col 23,01% e il Partito Popolare col 26,09%. Podemos decide di aderire al gruppo parlamentare del Gue, che candidava alla Presidenza della Commissione Europea Alexis Tsipras, il Presidente di Syriza. Lo stesso gruppo in cui siederanno i tre europarlamentari italiani eletti dalla lista L’altra Europa con Tsipras.

Podemos decide di strutturarsi

Dopo le elezioni europee il fenomeno Podemos esplode. Tutti sono concordi che sia il vero vincitore delle elezioni, la novità in grado di modificare alle fondamenta il quadro politico spagnolo. Le attenzioni della stampa si concentrano sulla nuova creatura politica e le diffamazioni e il tentativo di screditarla non tardano a mancare. Podemos è pericolosa, sovversiva, violenta, comunista, riceve finanziamenti dal Venezuela, simpatizza per Cuba, mantiene rapporti con Eta, vuole costruire il socialismo in Spagna. Argomenti su cui Podemos ribatterà punto su punto e che non faranno che accrescere la popolarità e la simpatia dei cittadini spagnoli. Sempre più spesso Pablo Iglesias è invitato alle trasmissioni televisive in quanto la sua presenza ha il potere di alzare notevolmente lo share dei programmi a cui partecipa.

Intanto aumentano vertiginosamente le iscrizioni, nascono nuovi circoli e Podemos decide di dotarsi di una struttura stabile per reggere all’onda d’urto. Lo fa con un processo lungo e partecipato come da dna, indicendo quella che definisce Asamblea Ciudadana “Sì se puede”. Un processo persino complicato da comprendere per chi in Italia è abituato ai tradizionali congressi di partito o a quelli sindacali. Viene costituita una commissione “Equipo tecnico” di 26 persone incaricate di aprire il processo e regolamentare lo svolgimento dell’Assemblea Cittadina. Il gruppo si incarica di preparare, attraverso il metodo della condivisione, delle bozze di documento etico (i principi di Podemos), documento politico (la linea politica da adottare nei prossimi tempi) e organizzativo (la forma organizzativa che avrà Podemos). Una volta pronte le bozze vengono inviate a tutti i circoli e messe a disposizione in Plaza Podemos, una piattaforma di partecipazione in rete a cui possono partecipare tutti i cittadini.

Il 15 settembre si apre l’Assemblea cittadina con la possibilità da parte di tutti i cittadini di presentare altre bozze di documento sui principi etici, politici e organizzativi. Le uniche restrizioni al poterlo fare sono la designazione di cinque cittadini a rappresentarle e l’avvallo di un circolo (non significa che deve essere d’accordo ma è solo la verifica che il documento non contenga contenuti in disaccordo con la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e che non sia contrario ai principi di democrazia e trasparenza che contraddistinguono Podemos). Qualsiasi gruppo di cinque cittadini può presentare un documento sia sui tre diversi argomenti (etico, politico, organizzativo), sia su un solo argomento. Il 28 settembre termina la fase di presentazione e a questo punto tutti i documenti presentati vengono messi su plaza podemos e su una pagina specifica creata sul sito web. Vengono presentate in totale 253 bozze di documenti (85 sui principi etici, 98 sui principi organizzativi e 70 sui principi politici) a cui vanno aggiunte 103 bozze di risoluzioni (ordini del giorno su questioni specifiche). Entro il 15 ottobre i presentatori dei documenti hanno la possibilità di fondere e riscrivere bozze diverse che abbiano simili principi, così da iniziare il processo di sfoltimento dei documenti e accrescere la possibilità di aver maggior consenso intorno alla proposta del proprio testo. Tutto questo viene reso possibile attraverso strumenti web di messa in comunicazione delle diverse squadre di cinque persone, attraverso la scrittura collaborativa e l’ulteriore discussione all’interno di plaza podemos.

Dall’11 al 14 ottobre avviene la prima votazione on line per snellire il numero delle risoluzioni. Delle 103 presentate le 20 più votate andranno alla fase successiva dove si ripeterà il voto on line e le 5 più votate saranno quelle approvate dall’Assemblea cittadina.

Il 18 e il 19 ottobre avviene la prima assemblea pubblica a Madrid dove partecipano alcune migliaia di persone. Nell’assemblea vengono presentati e discussi i 5 documenti etici, politici e organizzativi risultanti dall’opera di fusione, modifica, riscrittura e le risoluzioni. Il 16, 17, e 18 ottobre vengono votate le risoluzioni per definire le 5 approvate. Alla votazione web partecipano 38.279 persone.

Dal 20 al 26 ottobre vengono votati via web i 5 documenti riguardanti i principi politici, etici e organizzativi. Partecipano al voto 112.070 persone e i documenti, a prima firma Pablo Iglesias, ottengono l’80,71%. Da questo momento Podemos ha i suoi documenti ufficiali e il passaggio successivo è quello delle votazioni degli organi dirigenti come stabilito dal documento organizzativo approvato. Sempre con primarie aperte a tutti (compreso chi ha sostenuto documenti alternativi a quello di maggioranza) si aprono le candidature per il ruolo di Segretario Generale, membro del Consiglio Cittadino e membro della Commissione di Garanzia Democratica. Il segretario generale sarà uno, eletto con elezioni primarie nazionali, i membri del Consiglio 81 (Segretario Generale, i 17 Segretari Regionali, 1 rappresentante dei circoli esteri di Podemos e 62 eletti attraverso elezioni primarie nazionali), i membri della Commissione di Garanzia Democratica saranno 10, eletti sempre con le primarie.

Le candidature presentate per far parte del gruppo dirigente sono state quasi 1400, 68 per il Segretario Generale, 1033 per il Consiglio e 270 per la Commissione di Garanzia. Le candidature possono essere presentate sia in forma singola, sia in forma di gruppo per ricoprire tutti i posti disponibili degli organi di rappresentanza e i votanti possono votare sia una lista in blocco che singoli candidati di diverse liste e presentatisi singolarmente.

Dal 10 al 14 novembre avvengono le votazioni web per eleggere i candidati. Partecipano 107.488 persone, Pablo Iglesias viene incoronato Segretario Generale di Podemos e tutti i candidati del suo gruppo vanno a ricoprire gli incarichi di membri del Consiglio e della Commissione di Garanzia.

Le voci critiche all’interno di Podemos, come quella dell’europarlamentare Pablo Echenique che aveva ritirato la sua lista in disaccordo col metodo di votazione dei gruppi dirigenti, sono di fatto estromesse da tutti i ruoli dirigenziali nazionali di Podemos.

Il 15 Novembre con una grande assemblea pubblica si conclude l’Asamblea Ciudadana Sì se Puede con la presentazione dei candidati eletti. Interviene all’assemblea anche Alexis Tsipras leader di Syriza e sulle note di “Todo Cambia” cala il sipario. Ora questo lungo processo si andrà ripetendo con all’incirca le stesse regole per l’elezione degli organismi dirigenti di Podemos nelle 17 regioni spagnole e nelle città dove vi sia la presenza dei circoli.

Il programma di Podemos: costruire la democrazia

Il programma di Podemos è disponibile sul loro sito (quello presentato per le elezioni europee) ed è frutto del contributo di migliaia di persone che hanno lavorato alla sua redazione attraverso gli strumenti di partecipazione offerti dal web 2.0. Tentiamo qui di riassumerlo in poche righe suddividendolo per i 6 capitoli presenti nel programma originale.

  1. Recuperare l’economia, costruire la democrazia

Riconversione del modello produttivo verso un’economia basata sull’innovazione che contribuisca al bene comune tenendo in conto criteri di responsabilità sociale, etica e ambientale. Promozione del protagonismo della piccola e media impresa, giornata lavorativa settimanale di 35 ore, età per la pensione 60 anni. Eliminazione delle agenzie di lavoro interinale e abolizione delle leggi che hanno precarizzato il mercato del lavoro. Incremento del salario minimo e un tetto al salario massimo. Verifica del debito pubblico e non pagamento di quello considerato illegittimo al fine di tutelare i diritti sociali contro gli interessi dei creditori. Conversione della BCE in un’istituzione democratica al fine dello sviluppo economico dei paesi e creazione di un’agenzia pubblica di rating. Recupero degli aiuti di Stato concessi alle banche, creazione di una banca pubblica, promozione di banche etiche e cooperative, misure per democratizzare la gestione di banche e casse di risparmio. Recupero del controllo pubblico nei settori strategici dell’economia: telecomunicazioni, energia, alimentazione, trasporti, sanità, farmaceutica, educazione. Abolizione del segreto bancario, scambio di informazioni fiscali fra tutte le amministrazioni fiscali europee. Obbligatorietà per le multinazionali di rendere conto delle proprie attività in termini globali e per ogni singolo paese. Indurimento delle sanzioni per i delitti fiscali e abolizione dei paradisi fiscali in Europa. Nuova politica fiscale volta a una più equa distribuzione della ricchezza e a servizio del nuovo modello di sviluppo. Aumento del bilancio della scuola pubblica e favorire il rientro dei ricercatori spagnoli all’estero attraverso la riduzione del budget a favore delle spese militari. Reddito di cittadinanza per tutti i cittadini corrispondente almeno al valore della soglia di povertà, finanziabile con una riforma fiscale progressiva sul reddito e con la lotta alle frodi fiscali.

  1. Conquistare la libertà, costruire la democrazia

Rendere vincolanti nella Costituzione Europea meccanismi di responsabilità e trasparenza, obbligo di massima onorabilità per gli uffici pubblici, adozione di meccanismi di partecipazione diretta, aumentare la rotazione e limitare la professionalizzazione della politica. Ampliare ed estendere la possibilità di fare referendum vincolanti da utilizzarsi anche per i processi di autodeterminazione dei popoli. Bilancio partecipativo con priorità a imprese locali, cooperative, piccole e medie imprese. Controllo, limitazione e diffusione pubblica delle attività svolte dalle lobby. Parità di accesso ai media pubblici in campagna elettorale e revisione del finanziamento dei partiti. Legislazione per impedire la formazione di monopoli e oligopoli nell’ambito della comunicazione. Diritto alla riservatezza delle comunicazioni private personali e inserimento di questo vincolo negli accordi internazionali con paesi terzi. Difesa della libertà di espressione, riunione, associazione, manifestazione in tutte le sue forme, democrazia paritaria fra uomini e donne. Laicismo, parità giuridica delle diverse religioni, eliminazione dei privilegi fiscali ed educativi della Chiesa Cattolica. Fine delle politiche antiterrorismo e di sicurezza pubblica che violano i diritti dei cittadini, riformulazione del sistema carcerario volto al reintegro nella società e al rispetto dei diritti umani, diritto al patrocinio legale gratuito. Diritto alla sicurezza e a una vita priva di violenza per donne, gay, lesbiche, transessuali, bisessuali, intersessuali. Lotta alla violenza di genere, all’omofobia e alla transfobia, riconoscimento della pluralità dei modelli di famiglia differenti e riconoscimento per tutti del diritto al matrimonio, adozione, riproduzione assistita. Riconoscimento del diritto d’asilo per motivi di violenza di genere o basata sull’orientamento sessuale.

  1. Conquistare l’uguaglianza, costruire la democrazia

Apertura di un processo costituente democratico che assicuri che i diritti sociali e culturali abbiano lo stesso status dei diritti civili e politici. Tutela del diritto alla salute, all’istruzione, alla casa, alla pensione, a una vita indipendente per le persone con disabilità, alla cura per le persone a carico, alla protezione contro disoccupazione, esclusione sociale, alla protezione dei diritti sessuali e riproduttivi, all’effettiva conciliazione di vita lavorativa e affettiva, alla città, alla mobilità, al trasporto pubblico e all’accesso alla giustizia. Protezione dei servizi pubblici come diritti essenziali e protezione di questi dalla speculazione privata, abrogazione delle leggi che ne hanno determinato la privatizzazione. Piano di emergenza per l’eliminazione delle diseguaglianze fra uomo e donna nel posto di lavoro, parità di retribuzione a parità di responsabilità, qualifica e formazione. Regolamentazione del lavoro domestico. Incentivazione della corresponsabilità di uomo e donna nel lavoro di cura attraverso permessi di maternità e paternità obbligatori e la riduzione dell’orario di lavoro. Garanzia del diritto alla salute e creazione di un modello di assistenza sanitaria pubblica, universale, egualitaria e gratuita per le persone che vivono in qualsiasi paese dell’Unione Europea. Ripubblicizzazione degli ospedali privati, garantire il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, a una morte degna senza accanimento terapeutico, a una salute mentale orientata alla persona che eviti medicalizzazione e sofferenza mentale. Sviluppo di un piano che promuova l’attuazione di una copertura sanitaria universale per tutti i cittadini dell’UE. Garantire il diritto alla conoscenza, alla formazione accademica e a un’istruzione gratuita, pubblica, laica e universale partecipata democraticamente da tutti i membri della comunità educativa. Difesa del diritto alla ricerca di essere indipendente e a una università pubblica, gratuita, laica e di qualità che risponda agli interessi della società e non a quelli delle grandi imprese e del capitale finanziario. Garanzia del diritto a una casa adeguata, moratoria delle ipoteche sulla prima casa e cancellazione del debito in caso di pratiche fraudolente delle istituzioni finanziarie. Ristrutturazione del debito che non può avere un valore superiore del 30% del reddito, condono del debito per situazioni di emergenza abitativa, blocco immediato di tutti gli sfratti di prime case e dei pignoramenti di piccole aziende. Piano di edilizia pubblica popolare, depenalizzazione del reato di occupazione di case di proprietà delle banche e di case di proprietà di gruppi immobiliari vuote da più di un anno da parte di famiglie, persone vulnerabili e senza tetto. Le imprese pubbliche devono garantire come diritto basico inalienabile luce, acqua e gas. Accesso per tutte le persone all’educazione sessuale, ai metodi anticoncezionali e alle tecniche di riproduzione assistita nel sistema sanitario pubblico. Depatologizzazione della transessualità e diritto di tutte le persone a cambiare sesso medicalmente e/o civilmente. Attenzione e estensione dei diritti delle persone disabili. Diffusione della cultura in tutti gli ambiti sociali, recupero di musei, monumenti e tutte le attività culturali materiali e immateriali. Attivazione di misure attive al sostegno dei lavoratori della cultura e dell’industria culturale. Riduzione dell’Iva sulla cultura dal 21 al 4%, controllo pubblico volto ad assicurare che i benefici ricavati dalla distribuzione di opere d’arte non superino mai quelli degli artisti così da impedire la registrazione di brevetti che ostacolino l’accesso della società alla cultura e alla tecnologia. Difesa della libertà di espressione, supporto al crowdfunding, al software libero e al copyleft. Accesso universale ai mezzi di trasporto con tutte le azioni necessarie perché ne usufruiscano le persone disabili.

  1. Recuperare la fraternità, costruire la democrazia

Creazione di una commissione con il mandato di promuovere la partecipazione, bilancio partecipativo in tutti gli ambiti dell’amministrazione pubblica, locale, regionale, nazionale ed europeo. Aumento dei fondi destinati al sociale nel bilancio UE da finanziare con una tassa sui movimenti di capitale, lotta alla povertà, alla fame, risorse aggiuntive per istruzione, aiuto allo sviluppo, promozione della salute materna, lotta all’HIV e alla malaria, sostenibilità ambientale. Riconoscimento dei diritti dei migranti, messa al bando dei Cie, cancellazione di Frontex e Eurosur, cessazione dell’utilizzo di aerei e navi per la deportazione, rete di accoglienza integrale per le vittime della tratta degli esseri umani, lotta alle imprese che sfruttano, protezione internazionale dei rifugiati, durata del permesso di lavoro e residenza per cinque anni, cittadinanza slegata dal reddito, riduzione del tempo per ottenere la cittadinanza. Sviluppo dei meccanismi di integrazione e cooperazione, difesa delle identità nazionali prive di stato e delle minoranze culturali. Potenziamento della cooperazione fra i popoli, appoggio all’autodeterminazione del popolo Saharawi, riconoscimento dello stato di Palestina e restituzione dei territori occupati, riduzione degli armamenti, lotta al razzismo, alla xenofobia e all’apologia del fascismo. Referendum vincolante sull’uscita della Spagna dalla Nato, rifiuto degli interventi militari per la risoluzione delle controversie internazionali, smantellamento della basi militari straniere in altri paesi, creazione di un servizio civile di interposizione pacifica, disarmo. Armonizzazione dei livelli salariali europei a quelli dei paesi più alti, contrattazione collettiva a livello europeo.

  1. Conquistare la sovranità, costruire la democrazia

Abrogazione del trattato di Lisbona al fine che i servizi pubblici non siano soggetti al principio di concorrenza e siano privatizzati. Assemblea costituente per promuovere un processo di rifondazione delle Istituzioni dell’Unione Europea. Modifica degli accordi di libero scambio, abbandono del processo di sottoscrizione dell’accordo di libero scambio fra Stati Uniti e Unione Europea, revisione sostanziale degli accordi di libero scambio con l’America Latina, l’Asia e l’Africa. Politica commerciale basata sul rispetto dei diritti umani (revisione degli accordi coi paesi che non li rispettano come Israele), dei diritti sociali, dei diritti del lavoro, della sovranità alimentare. Fine dell’utilizzo dei protocolli di Memorandum, criteri di democrazia, trasparenza e responsabilità sui processi decisionali macroeconomici che devono essere preceduti da un reale dibattito pubblico e da referendum vincolanti. Ratificazione democratica dei cambi costituzionali. Referendum vincolanti e leggi di iniziativa popolare per garantire la partecipazione democratica. Creazione di meccanismi di controllo democratico e misure anticorruzione. Misure per evitare la professionalizzazione della politica, stipendio massimo degli eletti non superiore alla media di quello dei paesi di provenienza, massimo due legislature, rendicontazione delle spese, revocabilità degli eletti, incompatibilità del mandato con qualsiasi altro lavoro retribuito, eliminazione delle pensioni, tassazione fiscale equiparata a quella dei cittadini, abolizione delle pensioni cumulative pubbliche, divieto di accumulare incarichi pubblici, abolizione del rimborso elettorale. Riconoscimento del diritto dei popoli all’autodeterminazione e a scegliere democraticamente il proprio futuro.

  1. Recuperare la terra, costruire la democrazia

Applicazione del principio di precauzione per tutte le politiche UE, diminuzione dell’uso dell’energia fossile, pianificazione democratica di un’ecologia ecologica, produzione eco-sostenibile, inviolabilità dei beni comuni e inasprimento delle pene per i reati ambientali, tutela del territorio, supporto alla petizione “Agenda per la terra, giustizia sociale e ambientale per affrontare la crisi” presentata al Parlamento Europeo dalle organizzazioni ambientaliste. Gestione pubblica, democratica e trasparente dell’acqua in quanto diritto fondamentale dell’uomo, esclusione di ogni forma di gestione privata dei beni comuni, buono sociale sull’utilizzo dell’acqua per garantire che nessuno ne sia privato. Diritto ad un’alimentazione sana, politiche per la sovranità alimentare, la sostenibilità agricola, la conservazione dell’agro-biodiversità, istituzione di una banca pubblica dei terreni agricoli non utilizzati e espropriazione dei grandi possedimenti terrieri che dovranno passare sotto il controllo pubblico. Controllo sulla speculazione sui prezzi agricoli, divieto della riqualificazione speculativa delle terre, incentivi alle piccole aziende, alla filiera corta. Creazione di un banco dei semi locali, no agli ogm nel territorio EU. Stretto controllo sull’uso di pesticidi e fertilizzanti non organici. Migliorare la qualità dell’aria, fermare l’inquinamento, riduzione delle emissioni, controllo democratico, sociale e pubblico delle fonti energetiche, sviluppo delle energie rinnovabili, moratoria sul nucleare e piano di chiusura delle centrali nucleari per garantire un’occupazione alternativa ai lavoratori. Chiusura programmata delle centrali a gas e a carbone, divieto di importazione degli agro-combustibili, no al fracking. Piano di riabilitazione energetica di edifici e case, mobilità sostenibile, piano europeo dei trasporti senza emissioni basato sul trasporto elettrico. Protezione completa dell’ambiente naturale, proibizione dei brevetti sul genoma umano e animale quando sono soggetti a mercificazione e non sono sotto il controllo delle autorità scientifiche competenti, revisione dei parchi nazionali e naturali, protezione di fauna e flora, prevenzione contro gli incendi. Regolamento con criteri ambientali della pesca, con protezione degli ecosistemi marini e il divieto della pesca a strascico, piano di salvaguardia della costa. Minimizzazione dei rifiuti tossici e pericolosi, no agli inceneritori. Politiche per ridurre le confezioni dei prodotti, uso di contenitori a lunga durata. Chi inquina e distrugge deve pagare e ripristinare le condizioni originarie. L’80% dei proventi delle multe devono essere finalizzati alla protezione, difesa e promozione della tutela ambientale. Sviluppo del mondo rurale per riequilibrare la società, aiuti alle zone con alto indice di spopolamento, progetti sostenibili basati sulla partecipazione sociale, la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo umano tenendo conto del patrimonio di conoscenze accumulate dai residenti di questi territori. Piano di investimenti per promuovere un’economia sociale sostenibile, reti di consumatori per favorire la filiera corta. Direttive europee e leggi nazionali a tutela degli animali. Divieto della Corrida e del traffico di animali esotici o in via d’estinzione.

Podemos alla prova delle elezioni comunali, regionali e nazionali

Saranno mesi intensi quelli che si troverà ad affrontare Podemos e che dimostreranno la capacità di tenuta della nuova creatura politica. Per capire quali saranno le prossime mosse di Podemos ci aiutiamo con il documento politico, a prima firma Pablo Iglesias, appena approvato dalla loro Asamblea Ciudadana. Podemos crede fermamente che vi sia in questo momento un’opportunità politica storica per la Spagna che ponga fine all’oligarchia rappresentata dal Partito Popolare e da quello Socialista che non casualmente, proprio in questi giorni, stanno animando il dibattito politico con la possibilità della creazione di un governo di larghe intese. I sondaggi diffusi recentemente che darebbero Podemos come primo partito, hanno immediatamente prodotto questa discussione nella ricerca di una salvezza possibile da un probabile tracollo elettorale. In Spagna sono previste a maggio del 2015 le elezioni amministrative in 8177 comuni e le elezioni di 13 delle 17 regioni spagnole. Pochi mesi dopo, nel novembre 2015, le elezioni generali spagnole. Per quanto riguarda l’appuntamento di maggio Podemos è orientata a presentare candidature in tutte le regioni col proprio simbolo (sempre che non vi sia la possibilità di costruire qualcosa di ancora più ampio), molto più complessa è la situazione delle consultazioni amministrative. Non tutti i terreni di competizione sono ugualmente fertili secondo l’organizzazione e la priorità è quella delle prossime elezioni nazionali. La scelta è quella di concentrare le forze sui terreni più favorevoli e non dove gli avversari preferirebbero lo scontro. Certamente l’essere una creatura molto giovane comporta, nonostante gli oltre 1.500 circoli, il non avere un grande radicamento territoriale e questo influirà non poco nella scelta. L’orientamento per le amministrative è quello di mettersi a disposizione di iniziative municipali che stanno fiorendo come “Ganemos” e si collocano nel solco aperto da Podemos alle elezioni europee. In molte città stanno nascendo liste civiche dal basso di partecipazione popolare e Podemos è disponibile a mettere a disposizione le proprie capacità politiche e comunicative in un processo aperto di unità popolare. Affinché questo succeda Podemos propone che vi siano elezioni primarie aperte per scegliere tutti i candidati, che le liste ambiscano a un cambio radicale della situazione, che non siano sommatorie di sigle (bollate come vecchia politica), che abbiano la capacità di generare un’identità nuova aperta a tutti, che non si facciano patti elettorali contro natura (leggasi col Psoe e il Ppe), che non aspirino a sedersi alla sinistra del tavolo senza occuparne la centralità, che siano candidature capaci di parlare un linguaggio maggioritario e che lottino contro la corruzione, per la ripubblicizzazione dei servizi e prospettino un modello di governo municipale trasparente e onesto nella gestione delle risorse economiche. A queste precondizioni aggiunge naturalmente la necessità di un programma radicale di cambiamento costruito con la partecipazione popolare. Sono invece le elezioni politiche di novembre 2015 quelle su cui Podemos prepara lo scontro con la casta confidando di poterlo vincere a partire dal modello di partecipazione popolare già applicato per le elezioni europee e per l’Asamblea Ciudadana e con un programma scritto sempre in forma collaborativa di sostanziale rottura con l’esistente.

Gli strumenti di partecipazione di Podemos

Abbiamo già parlato della struttura organizzativa di Podemos ma riteniamo interessante soffermarci su alcuni strumenti che vengono utilizzati per garantire la partecipazione popolare in un mix di assemblee pubbliche e popolari e di partecipazione via web. Ovviamente Podemos ha un moderno e molto fruibile sito che oltre ad essere un tradizionale spazio web rimanda agli altri strumenti che vengono utilizzati. Prima di tutto c’è Plaza Podemos, una sorta di piazza virtuale animata dai cittadini che intendono farlo. Plaza Podemos è ospitato sulla piattaforma di Reddit, popolare social news in Usa che non gode di un particolare utilizzo nel vecchio continente. Su Reddit ognuno può postare contenuti propri o linkare notizie o video provenienti da altrove e tutti gli altri utenti possono interagire rispondendo o esprimendo mediante un sistema di voto (upvote e downvote, i primi fanno “salire” le notizie in graduatoria, i secondi le fanno scendere) che determina cosa sia interessante alla discussione della comunità. Se si pubblica un contenuto dallo scarso interesse questo presto sparirà dalla classifica e dalle visualizzazioni degli altri utenti, se un contenuto continua ad essere discusso e apprezzato rimarrà visibile fra le prime notizie. Per dare la portata di Plaza Podemos è frequentato ogni giorno da decine di migliaia di persone e all’interno vi si possono trovare discussioni su moltissime questioni differenti. Di particolare interesse una funzione specifica che permette a chiunque di dialogare con la rete rispondendo alle domande che vengono poste. Emblematico il caso di Obama che utilizzò questa opportunità e decise di sottoporsi alle domande della rete. Questo stesso strumento è stato recentemente utilizzato durante le elezioni dei gruppi dirigenti di Podemos e i candidati si sono resi disponibili a rispondere a tutte le domande che gli sono state poste. A confronto dei social network più conosciuti come facebook e twitter su Reddit i legami personali sono molto più deboli e non sottoposti ad alcuna accettazione di amicizia o decisione di followare qualcuno.

Un altro strumento di particolare interesse che viene utilizzato è l’applicazione Appgree che permette in pochi minuti di sondare il gradimento di migliaia di persone rispetto ad una domanda. Tutti possono rispondere a quella domanda con un proprio testo e un sistema di votazione permette di decidere quale sia la soluzione migliore più apprezzata da tutti i partecipanti alla comunità. E’ stata recentemente utilizzata per decidere le prime 5 domande da porre a tutti i candidati ai gruppi dirigenti di Podemos durante confronti pubblici o via web. Certamente più conosciuti, ma utilizzati relativamente in Italia, sono i programmi di scrittura collaborativa con cui Podemos scrive i propri programmi elettorali (utilizza eMargin). Uno strumento che permette la scrittura di un testo a più mani, tiene traccia di tutte le modifiche effettuate (quello che non fanno word o libreoffice writer) e permette poi di scegliere la versione migliore del testo redatta collettivamente. Podemos ha anche il suo wikisintesis podemos, il cui funzionamento è simile a quello di wikipedia. E’ stato recentemente utilizzato per raccogliere tutte le bozze di documenti presentate all’Asamblea Ciudadana con corredo di modifiche, emendamenti, riscrittura dei testi, accorpamenti. Di particolare interesse risulta poi essere il sistema di votazione on line utilizzato da Podemos per prendere le decisioni. E’ stato usato per scegliere i candidati alle elezioni europee, per votare gli ordini del giorno e i documenti dell’Asamblea Ciudadana, per eleggere i gruppi dirigenti. La piattaforma utilizzata è quella di Agora Voting, è esterna all’organizzazione e a sua volta viene certificata da ancora un’altra struttura esterna per garantire la correttezza dei risultati del voto. Per partecipare è sufficiente iscriversi dal sito web che ad oggi conta oltre 250.000 iscritti. Per scegliere i candidati alle europee votarono 33.165 persone, per scegliere quali documenti approvare all’Asamblea Ciudadana 112.070 persone, e hanno votato 107.488 persone per eleggere i gruppi dirigenti. Per finanziarsi (Podemos non accetta finanziamenti dalle banche e fa della trasparenza un suo cavallo di battaglia) utilizza uno strumento di crowdfunding. Da ultimo e non per ordine di importanza, Podemos ha una presenza molto potente sui social network più conosciuti: la pagina facebook è seguita da più di 855.000 persone e quella twitter ha 427.000 follower. Al tempo stesso ci sembra significativo segnalare che su twitter il leader Pablo Iglesias è seguito da 662.000 follower. E’ importante non dimenticare che Podemos non è un soggetto politico che vive principalmente sulla rete ma è promotore di migliaia di assemblee pubbliche, incontri dal vivo e di tutte le iniziative “fisiche” delle tradizionali strutture politiche oltre ad una presenza fissa e costante sulle televisioni mainstream.

Brevi conclusioni

Non è compito di questo scritto esprimere un ragionamento compiuto su Podemos, ma l’obiettivo era esclusivamente quello di approfondire una questione di cui si sta molto dibattendo in questi ultimi giorni. Siamo consapevoli che sarebbero moltissimi i nodi da approfondire e siamo convinti della parzialità di questo scritto. Al tempo stesso non ci sembra utile dare un apprezzamento o meno rispetto a questa esperienza, ma certamente ne cogliamo sia la potenza innovativa sul terreno della rappresentanza, sia alcuni aspetti che non ci convincono un granché. Ci sembra interessante come con un linguaggio totalmente innovativo e senza rinunciare alla radicalità delle proposte abbia avuto la capacità di affermarsi come uno dei principali soggetti politici spagnoli e come Podemos sia oggi in Spagna uno dei principali temi di discussione insieme alla legittima richiesta di autodeterminazione della Catalogna, che oltretutto Podemos sostiene. Sarà interessante seguirli nei prossimi passi e vedere se mai dovessero riuscire a governare la Spagna quanto la mediazione e il compromesso farebbero attenuare la radicalità che ad oggi sembrano esprimere. Altro tema da sempre dibattuto nei movimenti è proprio quello del rapporto di questi ultimi con il terreno della rappresentanza. La nascita di Podemos è stata un anestetizzante per i movimenti sociali che si pongono l’obiettivo del cambiamento radicale della società o ha contribuito ad allargare ulteriormente gli spazi in cui i movimenti si muovono? E se Podemos dovesse affermarsi cosa cambierebbe? Questo non lo sappiamo e probabilmente dipenderebbe da molti diversi elementi, certamente apprezziamo come Podemos attribuisca ai movimenti una sorta di “sacralità” e sostenga come sia impossibile e sbagliato tentare di rappresentarli. Per Podemos i movimenti di massa sono la precondizione indispensabile affinché chi gioca sul terreno della rappresentanza la partita del cambiamento (ammesso che sia possibile e non utopistico) possa ambire a realizzarlo.

Chiudiamo il testo con due affermazioni piuttosto forti che non approfondiremo in questa sede (lo faremo prossimamente se troveremo tempo e voglia):

  1. I molti che in queste ore tentano di fare una parallelismo volto a dimostrare come Podemos sia molto simile al Movimento 5 Stelle italiano commettono un errore tragico e propongono tesi al nostro avviso completamente sbagliate.

  2. Tutto quello che si sta muovendo in Italia sul terreno della rappresentanza a “sinistra” (termine che Podemos non utilizzerebbe) del Partito Democratico ci sembra distante anni luce dall’esperienza di Podemos e non meritevole dello stesso interesse.

Da: Alessandriainmovimento.info

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