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Capo Frasca, #23N: né buoni né cattivi, ma manifestanti che lottano per un mondo migliore.

Buona Lettura

Né buoni né cattivi, ma manifestanti che lottano per un mondo migliore

“ I Buoni e i cattivi “ è un album musicale del 1974 di Edoardo Bennato che ascoltavo da adolescente , mi ricordo soprattutto le canzoni “Un giorno credi” e “In fila per tre”. Leggendo in questi giorni giornali e articoli sui social e sentendo i Tg , in merito alla manifestazione antimilitarista di Capo Frasca ho sentito e letto un sacco di sciocchezze . Il gioco è sempre lo stesso da anni: cercare di dividere il movimento in buoni e cattivi con la solita tattica del “divide et impera”.
Personalmente a Capo Frasca ho visto un gruppo variegato di diverse età che si è presentato alla manifestazione con un unico obiettivo comune: la chiusura delle basi militari in Sardegna, in Italia e in tutto il mondo , con la bonifica dei rispettivi territori .
I mass – media hanno messo in rilievo il lancio di sassi da parte dei manifestanti violenti , senza fare nessun accenno alle manganellate date gratuitamente dalla forze del disordine . Io reputo che tutti i manifestanti meritino un grande rispetto , ognuno ha risposto con le proprie pratiche , sia lanciando coriandoli o fiori o rispondendo in modo diverso alle manganellate .
Ripeto, non esistono “ I buoni e i cattivi “ , non cadiamo in questo tranello.
A Capo Frasca ho visto tanta solidarietà: compagni battersi da leoni per evitare che qualche compagno fosse prelevato dalla Digos, compagni che si sono presi i colpi pur di difendere il resto del corteo .

Dopo due anni di lotte : http://ilminatorerosso.blogspot.it/2016/11/da-capo-frasca-capo-frasca-2-anni-di.html
Il movimento è maturato tantissimo e questo conferma che la strada intrapresa è quella giusta .
Mi chiedo: “Tagliare le reti che delimitano una base militare è più grave di tenere le persone sotto controllo e impaurirle?”
Con la crisi economica che ci affama tutti, indistintamente, il potere politico gioca la carta dell’emergenza-sicurezza per distrarre l’opinione pubblica dalle vere emergenze quotidiane: disoccupazione, difficoltà ad arrivare a fine mese, precarietà, incertezza del futuro.
Per scaricare le frustrazioni collettive vengono individuati i bersagli più facili: gli immigrati e, più in generale, i poveri diventano il capro espiatorio per tutto ciò che va male.
Anche il mondo del lavoro viene colpito dalla repressione governativa con gli attacchi al diritto di sciopero. Alla faccia della retorica sui morti sul lavoro e sulla mancanza di tutele.
Nel frattempo, i politicanti continuano a vivere nei loro privilegi e i padroni continuano a speculare sulla pelle dei lavoratori e della povera gente.
Dietro la cortina di fumo della sicurezza si nasconde una realtà durissima: il paese è devastato e la sua classe politica alimenta questo disagio, fomenta le guerre fra poveri e il disordine dell’ingiustizia sociale.
La crisi non è un incidente di percorso ma il risultato più naturale del capitalismo, un sistema economico assassino e ingiusto che dimostra ogni giorno di più la sua ferocia.
Lo stato e tutte le articolazioni del potere hanno un solo obiettivo: difendere gli interessi dei ricchi e perpetuare il loro dominio sulla società.
Non tutto è perduto se apriamo gli occhi e ci svegliamo dal torpore.
I veri nemici non sono gli immigrati, ma quelli che ci umiliano ogni giorno con contratti da fame, con pensioni vergognose, con lo sfruttamento mascherato da flessibilità.
I veri nemici non sono i poveri o i senza casa, ma quelli che fanno affari miliardari con la speculazione finanziaria alla faccia dei lavoratori e in barba all’economia reale ridotta al collasso.
I veri nemici non sono quelli che manifestano per la libertà di tutti, ma quelli che scatenano la paura per poi reprimere e perseguitare in nome della loro libertà di comandare meglio.
In questi tempi in cui le menzogne sono pane quotidiano, dire la verità è un atto rivoluzionario.
Dalle notizie che arrivano dalla stampa si parla di 80 denunce per la manifestazione di Capo Frasca , naturalmente il tutto non spaventa nessuno . Contro tutti questi eventuali provvedimenti la risposta vera e forte che si può dare è continuare a lottare.
LE DENUNCE NON FERMERANNO LA LOTTA!
NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA !

Antonello Tiddia

Attivista Antimilitarista

 

Ricevo e pubblico molto volentieri

Capo Frasca e il nostro futuro .

Non mi sentivo di toccare ancora l’argomento perché ero ancora un po’ psicologicamente scossa, però è giusto affrontarlo. Mi ha fatto male vedere certe scene di violenza gratuita e respirare quell’aria di tensione e repressione, ma il peggio è stato leggere certi commenti ai vari articoli… un mix di pregiudizi, ignoranza e odio verso chi manifesta per liberarsi dall’OCCUPAZIONE militare. In questo periodo ci sono nuovamente esercitazioni, nelle quali verranno utilizzate anche le ormai famose bombe made in Domusnovas. “Ma le esercitazioni sono solo per finta”, “ma le basi portano posti di lavoro”, “ma a noi va bene così”, “il registro tumori non c’entra niente”, “avete sempre da lamentarvi”, “siete tutti terroristi e pericolosi”. Ne ho sentite di tutti i colori.
Voglio solo dire che:

1) la lotta, che esiste da molti anni e che ora si è riaccesa, mira a portare benessere e pace per tutti, non è un capriccio individuale o la moda del momento.

2) pensate a lungo termine. La Sardegna è esageratamente militarizzata. Alcuni si accontentano di compromessi come gli indennizzi per vivacchiare ora, ma pensiamo al nostro futuro e a quello delle future generazioni; non c’è futuro. A meno che non si voglia continuare ad alimentare la macchina bellica (cosa che attualmente riesce molto bene) ed essere complici delle guerre. Però allora finiamola di sembrare dispiaciuti di fronte alle notizie del tg sui vari bombardamenti, perché qui ci sono esercitazioni, simulazioni di guerra da riportare in larga scala, produzione ed esportazione di bombe.

3) veramente siete disposti a svendere la vostra terra, a maggior ragione sapendo già chi ci sta e cosa fa?

4) sapete quanto si investe in spese militari? Cifre da far inorridire. Contando lo stato in cui si trova la Sardegna sotto i principali ambiti (sanità, diritto allo studio, lavoro, trasporti, disoccupazione…) tutto questo è un vero e proprio schiaffo morale verso chi LAVORA onestamente per produrre qualcosa di positivo (e non per sterminare popoli).

5) per quanto riguarda gli scontri, ognuno reagisce a modo proprio. C’è chi professa il pacifismo, c’è chi si incazza e si difende con le pietre, c’è chi reagisce per legittima difesa, c’è chi è disposto a prendersi i colpi in testa per difendersi gli altri… evitiamo di fare di tutta l’erba un fascio e di parlare del contenuto della manifestazione. Mi sa che qui ci si perde troppo in dettagli e non ci si esprima sulla grande repressione di cui siamo tutte vittime, e della militarizzazione stile dittatura militare.

6) da che parte della storia volete stare? Ne ho le scatole piene di chi non vuole prendere una posizione ma continua a criticare con odio ogni lotta, a prescindere dal suo contenuto… se voi vivete bene così ok, ma ovunque andrete, vi scontrerete con la realtà dei fatti prima o poi.

7) le rivoluzioni non iniziano chiedendo il permesso.

Giada Tiddia, studentessa

 

 

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