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Il bluff del potere e “L’Assalto alla Torre”

“Io non passo il tempo industriandomi per capire attraverso quali scelte e azioni è possibile prolungare e “tutelare” la mia carica di Rettore”. Con queste parole il magnifico rettore risponde all’accusa di essere peggio di Berlusconi, come se non fosse vero che con manovre di palazzo, giochetti di poteri e campagna acquisti nelle associazioni studentesche ha prodotto “una legge Ad personam” modificando lo statuto dell’unical per garantirsi il terzo mandato. No magnifico! Lei è proprio come Berlusconi o come chiunque detiene del potere in questa società! È innamorato del potere tanto quanto lo è il presidente del consiglio e non ha remore ad usarlo quando si tratta di reprimere, recintare,  distruggere e criminalizzare pur di mantenere in piedi un sistema al collasso, sia esso un’università, una nazione o una intera struttura economica.

Tutti noi abbiamo ancora negli occhi la scena della polizia che presidia l’aula magna: oltre 200 uomini delle forze dell’ordine schierati nell’università per impedire che gli studenti si riunissero in assemblea. Nessun altro rettore in nessuna delle altre università italiane è arrivato a tanto durante i cicli di lotte contro la Gelmini.

Lei è come Berlusconi perché anche lei come Berlusconi, Tremonti o Cameron sta bluffando e pur sapendo benissimo che siamo ad un punto di non ritorno, che il vostro sistema di potere è continuamente messo in crisi dalle insorgenze sociali che sono esplose in tutto il mondo, per difendere quel potere anche lei è pronto a spingere il bluff fino ad apparire ridicolo.

Ma quello che si sta muovendo nelle strade va ben oltre la vostra farsa da commedianti, parlando il linguaggio della materialità pretende giustizia e dignità. Rivendicando senza mezzi termini il diritto a esistere ed ad esprimersi, sta ponendo questioni politiche oramai non rinviabili.

Ed è su queste questioni che rivendichiamo anche noi il nostro diritto ad esistere ed a occupare spazi (fisici e politici) in cui le nuove esigenze si incontrano e si confrontano. Spazi il cui motore è la lotta ad una esistenza precaria e subordinata, spazi di autoorganizzazione e controcooperazione in cui le nuove generazioni precarie e meticcie si sono incontrate e si stanno incontrando per iniziare ad organizzare un nuovo modo di vivere, per rivendicare il diritto ad nuovo tipo di società.

Rivendicare questi spazi significa rivendicare il diritto ad esistere in forme conflittuali e non normalizzabili, per questo non cadremo nella trappola della “concessione” perché significherebbe legittimare quel potere che quotidianamente combattiamo. Noi non vogliamo “concessioni” perché non si può concedere il diritto ad esistere!

Su questi basi lanciamo l’appello per il nostro “Assalto alla Torre”. Convinti che i luoghi di aggregazione,  confronto e produzione di politica valgono qualcosa solo quando sono liberi e indipendenti, inizieremo a convocheremo assemblee, continuando a rivendicare quegli spazi in cui vivere le lotte che nasceranno questo autunno, in cui continuare e progettare e vivere una società migliore, nella quale il valore delle persone, del sapere prodotto, il valore della vita stessa non sia determinato dal mercato o dalla aderenza ad un concetto di legalità sempre più strumentale e liquido.

Ripartiamo da qui… l’autunno sarà caldo e molti muri cadranno.

Come back Settembre – L.S.A. Assalto (Cosenza)

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