InfoAut
Immagine di copertina per il post

Sentenze politiche del tribunale di Torino: confermata la sorveglianza speciale ad Eddi

||||

Ieri il Tribunale di Torino ha confermato l’applicazione della Sorveglianza speciale a Eddi senza alcuna attenuazione.

Il Tribunale non ha rispetto per le cadute e i caduti nei cinque anni di guerra contro lo Stato islamico in Siria e per l’esercito delle Unità di protezione delle donne curde (Ypj) di cui Eddi ha fatto parte e cui la città di Torino ha pochi giorni fa dedicato un giardino di fronte al Cimitero monumentale. È a causa di quella scelta, maturata in Siria nel 2017, che Eddi (inizialmente con altre quattro persone) è stata proposta per questa misura. Unica donna, è l’unica cui la misura sia stata applicata e confermata.

Questa decisione arriva contro un’ampia mobilitazione civile, espressione pubblica di numerose opinioni anche giuridiche in dissenso, appelli di centinaia di giuristi e personalità della cultura, opere, libri e documentari dedicati a Eddi e alla sua vicenda. Getta vergogna sull’istituzione, dimostrando che il suo personale non ha la caratura morale per formulare giudizi su vicende che comportano la morte o la sofferenza di milioni di persone.

Questo giudice, come quello precedente, cerca proprio per questo di lateralizzare la vicenda siriana di Eddi pretendendo che essa, che pure è conditio sine qua non dell’intera iniziativa giudiziaria, abbia ceduto il passo a ben più gravi attività politiche svolte in Italia. La procura aveva affermato il 12 novembre che l’attivismo politico di Eddi è inseparabile dalla sua partecipazione siriana. Questo è vero: non si ha una “Eddi” senza l’altra. L’ipocrisia istituzionale dell’Europa deve venire a patti con sé stessa. Eddi è un’internazionalista e una femminista e per questo è partita per la Siria, cosa che non hanno fatto altri. Ma proprio questo è ciò che il tribunale di Torino non può accettare.

Di qui la criminalizzazione indecente di attività nobili e pacifiche svolte in Italia, che denuncia un’ostilità ideologica preoccupante da parte di un Tribunale, la cui politicizzazione in seguito vicenda del Tav è ormai tema di dibattito sulla stampa nazionale e nello stesso parlamento italiano.

Le manifestazioni universitarie, ambientaliste, per i diritti sul lavoro e contro l’invasione turco-jihadista del Rojava sono definite «pericolose» e «gravissime». Sono sfide «all’autorità» poste in essere in luoghi pubblico, e tanto basta. Nessuna sentenza definitiva ha mai addossato a Eddi alcunché di illecito e non potendo fare leva su sentenze, il tribunale si fonda su «segnalazioni» di singoli poliziotti. Il collegio ha rivendica nel decreto nero su bianco la potestà della sezione preventiva del tribunale di utilizzare notizie di polizia non entrate in processi penali, elementi desunti da processi ancora in corso e persino da procedimenti che si siano conclusi con un’assoluzione. Avoca in sostanza a sé il diritto di giudicare al di fuori delle garanzie previste per uno stato di diritto e secondo criteri di assoluta eccezionalità; quindi, nei fatti, con piena arbitrarietà.

La denuncia della difesa della mortificazione del contraddittorio in primo grado, con l’espunzione di testimoni e il rifiuto del primo giudice di permettere l’interrogatorio dei poliziotti, è stata liquidata con toni sprezzanti nei confronti della difesa. Il decreto parla di “reati” sebbene non ve ne siano e, ammette in modo inquietante, Eddi è soltanto “formalmente” incensurata, Che cosa significa? Forse per il tribunale di Torino il cittadino non è presunto innocente se non “formalmente”? I principi costituzionali o del diritto internazionale umanitario non valgono a Torino nella sostanza? Affermazioni scandalose discendono da questa concezione poliziesca della giustizia, e devono essere denunciate all’opinione pubblica.

«Non si vede come possa rilevare», scrive il collegio, che un agente Digos intervenuto a impedire a una serie di ragazze di assistere a un’assemblea accademica nel 2016 «abbia minacciato in una fase ancora concitata una delle presenti, diversa dalla Marcucci, di reagire con schiaffi» (p. 15). Le testimonianze oculari di cariche effettuate a freddo e senza ragione alla manifestazione del primo maggio (dove pure Eddi non ha usato alcuna violenza) sono come tali «inverosimili» poiché «non si può supporre» nelle forze dell’ordine schierate in piazza una «ingiustificata aggressività» (pp. 19-20). Se la carica parte, la carica è motivata.

Pur di far passare Eddi come una squilibrata il giudice si spinge ad affermare che il divieto di avvicinarsi a bar e locali pubblici tra le 18 e le 21 ogni giorno, prima di rientrare obbligatoriamente a casa, è dovuta alle probabili aggressioni che metterebbe in atto contro avventori «non in sintonia con i suoi orientamenti» (p. 23). Questa illazione non è suffragata da nulla se non dal decreto stesso, né da segnalazioni di polizia. Come indizio dell’attitudine intrinsecamente violenta di Eddi si cita la sua opposizione, nel 2016, a una manifestazione neo-fascista all’università. Essa avrebbe dimostrato la sua incapacità a tollerare «il libero confronto delle idee». Un nesso ispirato forse dalle fatiche letterarie di Bruno Vespa.

La proibizione più grave, e maggiormente contraria ai diritti umani e costituzionali – quella di manifestare e anche parlare in pubblico – viene giustificata in base a questi «paradigmi di pericolosità soggettiva». Eddi potrebbe, in altre parole, esercitare violenza anche in quelle circostanze. Stiamo parlando dell’uditorio di una sua conferenza. Chiunque può farsi da sé un’opinione di simili affermazioni e della loro natura. Se qualcuno ancora avesse dubbi su cosa è oggi il tribunale di Torino, si consideri la provocazione conclusiva del decreto. Eddi ha chiesto che le venga restituita almeno in parte la somma di 1.000 euro che ha dovuto versare allo stato come “cauzione” per essere sorvegliata, facendo presente che, per una lavoratrice della ristorazione, questo non è un periodo facile; e che chi è sottoposto a sorveglianza speciale perde automaticamente il diritto a qualsiasi sussidio corrisposto dallo stato. Il collegio risponde a p. 24: «Tra il 2018 e il 2019 la proposta ha affrontato le spese di un lungo viaggio in zona di belligeranza, per poi rientrare per via aerea, così palesando capacità reddituale non minimale».

Comitati torinesi in sostegno all’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

EDDIsorveglianza speciale

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il Fentanyl e la dolorosa condizione umana

Il dilagante consumo di fentanyl negli Stati Uniti rappresenta certamente «un dramma americano», come si legge negli ultimi due anni sui quotidiani

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando tagliava l’erba risparmiava i fiori. Le parole della madre di Stefano

Sono rimasta molto colpita dall’enorme affetto che in questi giorni tutti mi hanno dimostrato e voglio ringrazio tutti. Il legame con Stefano era totale, in simbiosi, a lui avevo trasmesso tutto, purtroppo anche le mie allergie, i problemi di tiroide.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stefanino Milanesi, una vita per la lotta

Uno dei più noti compagni e protagonisti delle lotte comprese tra gli anni Settanta e quelle odierne del popolo NoTav se n’è andato, improvvisamente.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Ste, che la terra ti sia lieve

Se ne è andato Stefano, compagno, No Tav. Come redazione di InfoAut ci uniamo al ricordo del movimento No Tav ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza ed affetto ad Ermelinda, ai compagni ed alle compagne che hanno condiviso le piazze, le strade ed i sentieri di montagna con Stefano.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Giocate, giocate! L’azzardo del Governo

Il gioco d’azzardo nel nostro Paese non conosce crisi e la crescita del gioco online sembra sempre più inarrestabile. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Roma: morta a 75 anni Barbara Balzerani

In carcere e poi fuori la Balzerani ha riletto a lungo la storia – personale e collettiva – degli anni ’70 e ’80, attraverso molti incontri pubblici, prese di posizione e soprattutto con numerosi libri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Milano 2-3 marzo 2024: assemblea nazionale dei movimenti per il diritto all’abitare

La fase economica, sociale e politica che stiamo vivendo racchiude in sé tutte le contraddizioni che il sistema capitalistico porta in seno.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Askatasuna: siamo ancora qua… eh già!!

Prendiamo parola a seguito dell’inizio del percorso di co-progettazione che porterà il pian terreno e il giardino del centro sociale a diventare bene comune.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Askatasuna: “Così è, ci pare”

Abbiamo aspettato qualche giorno prima di prendere parola davanti alla delibera sull’Askatasuna emessa dal Comune di Torino. Fatecelo dire, le reazioni scomposte a cui abbiamo assistito ci hanno fatto ridere sotto e sopra i baffi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Askatasuna: “Così è, se vi pare”

“Apriamo spazi al quartiere per i bisogni collettivi!” così 27 anni fa scrivevamo su uno striscione il giorno in cui in tante e tanti occupavamo il Centro Sociale Askatasuna.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Tribunale di Torino: conferenza stampa sulla sorveglianza speciale di Giorgio

Questa mattina, alle ore 12.30 davanti al Tribunale di Torino, ci sarà una conferenza stampa sul tema della sorveglianza speciale. In particolare, riguardo l’accanimento giudiziario nei confronti di Giorgio Rossetto, militante di area automoma e No Tav della prima ora.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Giorgio No Tav sorvegliato speciale – Aggiornamenti

Il 28 febbraio 2023 la Procura di Torino ha chiesto la sorveglianza speciale e l’obbligo di dimora nel luogo di residenza per quattro anni per Giorgio Rossetto, militante di area autonoma.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Giorgio arrestato per ipotetiche violazioni della sorveglianza speciale. Un’operazione contro il movimento NO TAV

Oggi pomeriggio abbiamo avuto questa notizia, il nostro compagno Giorgio al momento di presentarsi in commissariato per la firma quotidiana dovuta alla sorveglianza speciale è stato tradotto in questura.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sorveglianza speciale per Giorgio Rossetto No Tav della prima ora

Un nuovo tentativo della questura di Torino di arginare l’agire del movimento No Tav. Sì, di questo stiamo parlando, di una goffa manovra che prova a limitare le libertà di movimento di un altro attivista.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Nessuna sentenza SORVEGLIERA’ Giorgio Rossetto!

Martedì 28 febbraio il Tribunale di Torino è chiamato a pronunciarsi sulla richiesta, avanzata dalla Questura della stessa città, di applicazione della misura della “Sorveglianza speciale” ai danni di Giorgio Rossetto, compagno e militante di lunga data nelle lotte sociali che hanno interessato il territorio metropolitano torinese e della val Susa negli ultimi 40 anni. Senza […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ultima Generazione: a Milano presidio solidale per Simone e contro la sorveglianza speciale. Il tribunale decide tra 30 giorni

Presidio solidale martedì 10 gennaio fuori dal Tribunale di Milano a sostegno di Simone Ficicchia, 20enne militante di Ultima Generazione, movimento di disobbedienza civile nonviolenta contro il collasso ecoclimatico in atto.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Io, sorvegliato speciale

Intervista a Simone Ficicchia, vent’anni, che ha partecipato ad alcune azioni di protesta nonviolenta per il collasso eco-climatico con Ultima generazione e ora la Procura di Pavia ha chiesto per lui un anno di “sorveglianza speciale”, provvedimento riservato a chi è sospettato di avere contatti con la criminalità organizzata, insomma mafiosi e terroristi.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Giustizia climatica: rischio “sorveglianza speciale” per un attivista di Ultima Generazione

Mentre la crisi climatica avanza, con eventi estremi di gelo negli Usa e in Giappone e temperature massime e medie più alte di sempre nel 2022 in Italia, chi si batte perchè si cambi rotta viene represso.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

COSENZA: RIGETTATA LA SORVEGLIANZA SPECIALE PER JESSICA E SIMONE

Sul fronte della repressione del dissenso arrivano – ogni tanto – buone notizie. Precisamente dalla Calabria, dove il tribunale di Catanzaro ha rigettato le proposte di sorveglianza speciale avanzate nei confronti dei due attivisti Jessica e Simone, ritenendole infondate. “L’attacco si conferma essere stato mosso da una chiara volontà politica di fermare le battaglie sociali […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sorvegliati speciali

Una discussione su giustizialismo, repressione del dissenso, cultura forcaiola. Per capire come il neoliberalismo ci ponga tutti e tutte sotto controllo Maria Edgarda (Eddi) Marcucci, trentenne romana che ha trascorso molti degli ultimi anni a Torino, è una delle persone che nel 2017 sono partite dall’Italia per unirsi alla resistenza curda contro l’avanzata del cosiddetto […]