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Morti sul lavoro: non semplici numeri di una statistica

 

Un’inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi dovuta al continuo accanimento dei governi di questo Paese sui diritti conquistati dai lavoratori con le lotte dei decenni passati.

Dal governo Berlusconi in poi, tagli alle ASL e all’ispettorato del lavoro si sono moltiplicati, senza però che gli effetti fossero visibili al netto del rallentamento generale dell’attività economica generato dalla crisi: semplicemente meno lavoro uguale meno morti sul lavoro. Un processo di smantellamento dei controlli che non sembra arrestarsi ma che, anzi, ha avuto un ulteriore acceleramento col jobs act di Renzi, che prevede la nascita di un ispettorato generale del lavoro dall’accorpamento di tutte le attività di vigilanza e di controllo (comprese INPS e INAIL).

Con il pretesto di semplificare le ispezioni ed eliminare “i troppi controlli” si andrà di fatto verso une gestione ancora più flessibile delle normative sulla sicurezza del lavoro. I due settori più colpiti sono costruzioni e manifatturiero, e seguire il comparto della logistica (non c’è traccia invece, del comparto forze dell’ordine nonostante lo starnazzare dei sindacati di polizia sul lavoro dei “nostri eroi in divisa” che si pretende essere tra i più pericolosi).

 

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