Rompere l’isolamento
Il giorno successivo alla vista della delegazione istituzionale al carcere di Saluzzo a cui e’ seguita una conferenza stampa molti gli articoli usciti su quotidiani locali e nazionali. Ne abbiamo raccolto qualcuno, dimostrando la capacita’ avuta dalla campagna di rompere l’isolamento:
Carcere di Saluzzo: 200 posti, 430 detenuti
Tra i reclusi uno dei NoTav arrestati: Giorgio Rossetto
Chiedono un’ispezione ma soprattutto che venga risolto il problema alla radice: ovvero ridurre da 430 a 200 il numero dei detenuti visto che i posti previsti sono questi. Queste le conclusioni della delegazione composta dall’europarlamentare Gianni Vattimo (Italia dei Valori), dai Consiglieri regionali Eleonora Artesio (Federazione della Sinistra) e Fabrizio Biolè (Movimento 5 Stelle) e dai volontari dell’associazione Antigone che questa mattina hanno visitato il carcere di Saluzzo dove è rinchiuso uno dei NoTav arrestati e in attesa di giudizio. Al termine si è tenuta una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche Alberto Perino e Lele Rizzo del Movimento NoTav e l’avvocato Emanuele D’Amico.
Nel comunicato diffuso dopo visita e conferenza stampa si legge:“Lo stato che abbiamo riscontrato – sottolinea Eleonora Artesio, capogruppo regionale della Federazione della Sinistra – è molto grave sotto il profilo del sovraffollamento: a fronte di una capacità di circa 200 posti, sono circa 430 le persone detenute, con l’ovvia conseguenza di celle strapiene e gravi problemi di spazio. Ciò determina delle situazioni del tutto anormali, come quella che riguarda Giorgio Rossetto, ovvero di persone in attesa di giudizio che si trovano rinchiuse nel settore di massima sorveglianza, con limitazioni ad esempio sulle ore di socialità (l’”ora d’aria” in un cunicolo anziché all’esterno). Inoltre chi è in attesa di giudizio non può partecipare alle attività di laboratorio e alle altre attività del carcere. Diversi detenuti hanno sottolineato il problema di poter ottenere in tempi ragionevoli delle visite mediche specialistiche”.
Nel carcere di Saluzzo No tav in cella da 41 bis
Ieri, una delegazione, composta dall’europarlamentare Gianni Vattimo (Italia dei Valori), dai consiglieri regionali Eleonora Artesio (Federazione della Sinistra) e Fabrizio Biolè (Movimento 5 Stelle) e dai volontari dell’associazione Antigone, ha visitato il carcere e ha chiesto al ministero della Giustizia un’ispezione. E che venga risolto il problema alla radice: ovvero ridurre da 430 a 200 il numero dei detenuti, visto che questi sono i posti disponibili. «Il sovraffollamento determina situazioni del tutto anormali – ha spiegato Artesio – come quella di Rossetto, ovvero di persone in attesa di giudizio che si trovano rinchiuse nel settore di massima sorveglianza, con limitazioni sulle ore di socialità. Inoltre, chi è in attesa di giudizio non può partecipare alle attività di laboratorio. E diversi detenuti hanno ribadito il problema di non poter ottenere in tempi ragionevoli delle visite mediche specialistiche».
«Insieme agli altri militanti – raccontano i compagni – Rossetto non ha piegato la testa e anche dietro le mura ha continuato a battersi per le condizioni dei detenuti». Con altri undici ha denunciato in un documento la pesante situazione: «Le gabbie degli animali – scrivono i dodici detenuti – hanno almeno le reti e le sbarre, mentre qui c’è solo un alto muro di cemento. Se in uno spazio simile ci fosse un animale con un peso superiore a 15 chilogrammi, si arrabbierebbe persino la Protezione animale. La direzione si giustifica dicendo che questa è una casa di reclusione (penale) e non una casa circondariale. Per salire nelle 6 sezioni del carcere bisogna essere ‘definitivi’. Lì ci sono laboratori, le attività in comune, la palestra, l’area per giocare a pallone».
Il movimento valsusino ha lanciato una campagna di denuncia: «Una battaglia di dignità e di resistenza». Ieri, in conferenza stampa, Alberto Perino ha sottolineato «come i governi abbiano recuperato i 168 milioni di euro destinati al tunnel geognostico di Chiomonte, tramite una delibera del Cipe, da fondi destinati e vincolati all’edilizia scolastica e, ironia della sorte, all’edilizia carceraria». In chiusura, Lele Rizzo, comitato di lotta popolare di Bussoleno, ha ricordato «come tutti i No Tav abbiano da subito lottato per denunciare la situazione carceraria loro e di tutti i detenuti».
Intanto, in piazza Castello continua il digiuno pubblico a staffetta «Ascoltateli!» (www.ascoltateli.org), con l’aiuto e l’assistenza del Centro Studi Sereno Regis: un’azione collettiva e nonviolenta per la riapertura del dialogo sulla vertenza Tav. Hanno aderito intellettuali, politici e cittadini.
Grave situazione di sovraffollamento nel carcere di Saluzzo: richiesta un’ispezione ministeriale
Una delegazione, con in testa l’europarlamentare Gianni Vattimo, ha effettuato ieri un sopralluogo all’interno del “Morandi”
Un’ispezione ministeriale al carcere di Saluzzo, è la richiesta della delegazione composta dall’europarlamentare Gianni Vattimo, dai consiglieri regionali Eleonora Artesio, Fabrizio Biolè e dall’avvocato Emanuele D’Amico, che ieri mattina ha visitato la casa di reclusione “Rodolfo Morandi” per valutarne la situazione. Una visita a seguito della denuncia firmata da 12 detenuti in attesa di giudizio, tra i quali Giorgio Rossetto, il no tav di Bussoleno, reclusi nella semi-sezione indagati, da loro definita di isolamento perché identica a quella vicina dei detenuti ad alta sorveglianza. Al termine della visita, nella conferenza stampa alla Caserma Musso a cui hanno partecipato i volontari dell’associazione “Antigone” oltre ad Alberto Perino e Lele Rizzo del Movimento della Valle Susa, è stata sottolineata la criticità più forte della struttura penitenziaria saluzzese: il sovraffollamento. Ma non l’unica
“Programmata per 200 detenuti in gran parte di massima sicurezza – ha riferito la consigliera regionale – oggi si trova a gestire 430 detenuti in situazioni detentive differenti. Questo significa l’impiego di tutti gli spazi e il deterioramento delle condizioni delle persone rinchiuse”
Di sistemazione in piccole celle con due o tre reclusi per cella, spazi dell’aria non comuni, ma cunicoli- corridoi usati come tali, parla il loro report dopo il sopralluogo al Morandi, dove sono stati accompagnati dal comandante della polizia penitenziaria, assente il direttore Giorgio Leggieri. “Qui, Giorgio Rossetto e le altre persone in attesa di giudizio che non sono sottoposte a regime di isolamento, ne vivono di fatto le conseguenze organizzative”. La socialità ha riferito Eleonora Artesio non è praticabile e queste persone per le quali non è noto il periodo di detenzione (in alcuni casi anche 16/18 mesi) non possono godere delle opportunità, come attività di studio, di lavoro e laboratori, che i “definitivi” hanno e che alleggeriscono la tensione detentiva.
“Il carcere è carcere, ma il paradosso del carcere di Saluzzo è che queste persone in attesa di giudizio e soggette quindi a regime di custodia meno forti, in realtà subiscono condizioni peggiori degli altri. Rossetto vive con due compagni di stanza, due letti a castello e un terzo letto in mezzo che per andare in bagno si deve scavalcare. Un’ora d’aria in un quadrato di 8 per 3 con muro altissimo di sei metri – ha riportato l’eurodeputato Vattimo – Non ci sono colpe specifiche per questa situazione, ma bisogna far conoscere i fatti alla gente” ha riferito dicendosi preoccupato per la sorte di alcuni reclusi della stessa sezione, psicologicamente più deboli di Rossetto.
“Piuttosto di scendere in questi corridoi – cortiletti ( che d’inverno rimangono coperti di neve a lungo) molti preferiscono restare in cella, talmente poca è la differenza tra l’esterno e l’interno.” ha aggiunto il consigliere regionale Biolè denunciando inoltre una carenza sanitaria (il dentista poche ore al mese come altre visite specialistiche) e di organico di polizia penitenziaria che incide sulla qualità e sui ritmi di vita dei reclusi.
Se è di fatto l’istanza No tav ad aver portato all’interno della situazione carceraria di Saluzzo e a creare un caso intorno alle condizioni detentive degli appartenenti al movimento, l’obiettivo è di far emergere a livello più generale l’insostenibilità delle condizioni carcerarie e l’emergenza politica del problema, ha affermato Lele Rizzo dello stesso movimento, che ha parlato di battaglia di dignità e resistenza da parte di Rossetto. .
A Saluzzo i No tav saranno presenti sabato 24 dalle 10,30 in via Ludovico di fianco al Duomo con un banchetto di informazione e sensibilizzazione sulla loro campagna. Nel pomeriggio, un nuovo presidio davanti al carcere.
Vilma Brignone
Campagna contro le condizioni di detenzione di GIorgio Rossetto uno dei No Tav arrestati il 26 gennaio
Sono già centinaia le firme raccolte a Bussoleno per la campagna in favore della scarcerazione di Giorgio Rossetto, uno dei leader di Askatasuna e del movimento No Tav, arrestata nell’operazione del 26 gennaio. Rossetto, che è originario di Piossasco dove lavora nell’azienda agricola di famiglia, da un anno è residente proprio a Bussoleno con la sua compagna. Intanto, ieri, Rossetto ha ricevuto la visita di una delegazione composta dall’eurodeputato Gianni Vattimo, Idv, e dai consiglieri regionali Eleonora Artesio, Fds, e Fabrizio Biolè, 5 stelle. Al gruppo, si sono aggregati uno dei legali di Rossetto, Emanuele D’amico, Daniela Ronco e Giovanni Jocteau dell’associazione Antigone, che segue da sempre la situazione delle carceri italiane. Giorgio è in attesa di giudizio. Le istanze per la concessione degli arresti domiciliari sono state rigettate a causa dei suoi precedenti per reati “politici”. Ma, come hanno denunciato i membri della delegazione, all’uscita del carcere e durante una conferenza stampa, anche se non è ancora stato condannato è custodito in un reparto destinato ai detenuti in isolamento.
Su Luna Nuova di venerdì 23 marzo
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