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Contro l’occupazione militare della Sardegna

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In questi giorni, come si legge sui giornali e come si può vedere con i propri occhi da una passeggiata al porto, la città di Cagliari è assediata da navi militari, mentre colonne infinite di mezzi militari percorrono indisturbati le strade statali della nostra isola.

Qualcuno commenta “A Maggio le esercitazioni ci sono sempre state”, dimenticando e quasi normalizzando il fatto che le esercitazioni in terra sarda ci rendono complici delle guerre nel mondo, e che qui sottraggono considerevoli aree di territorio alle persone che lo abitano, devastandolo: i loro giochi di guerra, per noi, non sono mai benvenuti.

Ancora, qualcuno crede che questa presenza scomoda ci protegga dalla guerra, ignorando che un numero consistente di luoghi strategici, come quelli che recintano con il filo spinato tanti spazi a noi inaccessibili, siano più un obiettivo che una roccaforte.

Siamo disposti ad accettare che l’Esercitazione Mare Aperto bombardi anche quest’anno la Penisola Delta, mentre i generali dell’esercito sono a processo per averla inquinata irreversibilmente? Che ulteriori zone vengano martoriate? Che questi addestramenti siano alla base dell’atlante di conflitti provocati nel mondo, ultimo quello in Ucraina?

Pensiamo che, in un periodo come quello che stiamo attraversando oggi, sia più che mai fondamentale tornare in tante e tanti davanti alle reti delle basi militari, per opporci alla devastazione causata dalle esercitazioni e contro tutte le guerre che si preparano sulla nostra isola.

Da Sardinnia Aresti

Per altre informazioni:

Canale Telegram “CONTRO LE BASI”: https://t.me/controlebasi

Pagina Facebook: A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna

 

Di tutto questo ne abbiamo parlato con un compagno sardo:

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Da Radio Blackout

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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