InfoAut
Immagine di copertina per il post

“A scuola di Tav”, ennesima assurdità a firma Telt e Regione Piemonte.

||||

Ripubblichiamo il contributo uscito dalla pagina Ksa Torino – Kollettivo Studenti Autorganizzati a seguito dell’iniziativa svoltasi a San Didero in occasione del campeggio studentesco di questo week end. Un segnale importante nei confronti di una proposta inaccettabile formalizzata dal Consiglio Regionale del Piemonte che individua nei lavori dei cantieri della grande opera inutile una possibilità di formazione per giovani. 

Uno sbrigativo articolo sulla “Repubblica”, e poco altro reperibile sul web, è tutto ciò che abbiamo a disposizione per essere informati in merito ad una virtuosa iniziativa che porta la firma di TELT e che prevede progetti di formazione e alternanza scuola-lavoro all’interno dei cantieri del TAV siti in Chiomonte e Giaglione, a partire dal 2023. Ci dicono che, per completare (o iniziare?) la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione, TELT necessita di circa 1000 persone che abbiano una certa competenza lavorativa ed evidentemente non riescono a reperire questa forza lavoro in nessun modo, dunque ritengono necessario formarla da sé, andando a pescare da dentro le scuole superiori, gli istituti professionalizzanti, le università e ovviamente da quel cuscinetto sociale che definiscono “figure fragili”, cioè le persone disoccupate. Questa planimetria dà molto l’idea che questo rappresenti il tentativo di rastrellare alcune figure sociali su cui è più facile far leva con un ricatto occupazionale (dato che nemmeno di ricatto “salariare” si può parlare nei casi di ragazzi costretti a lavorare nel cantiere TAV in alternanza scuola-lavoro); tant’è che tirano fuori il solito asso nella manica: “possiamo veramente accompagnare il territorio creando opportunità importanti di ricadute in Valle” ci dice Elena Chiorino, assessora regionale per Fratelli d’Italia con competenza in Istruzione, Lavoro, Formazione professionale e Diritto allo Studio universitario. E noi ringraziamo senz’altro per questa preziosa opportunità, ma si può declinare l’offerta? Temiamo di no. Allora ha tutta l’aria di essere più imposizione che una gentile concessione di opportunità. Infatti, viene ben chiarito dall’articolo di “Repubblica” che “è per questa nuova ricerca di personale che il Piemonte ha scelto di investire su percorsi scolastici dedicati a scuola di Tav.”, un ulteriore elemento che non presta di certo il fianco ai nobili scopi per cui il ministero dell’istruzione ha decantato le proprie gesta riguardo l’alternanza, ci hanno raccontato infatti che questa forma di sfruttamento legalizzata avrebbe lo scopo di fornirci gli elementi utili per poter acquisire competenze lavorative da noi richieste ma, da ciò che leggiamo, ci sembra invece che siano più le aziende ad aver bisogno di freschi soldatini da sbattere in trincea senza pagare un soldo ed essendo anche profumatamente sovvenzionati per questa importante missione formativa, con il beneficio di quei fannulloni dei giovani d’oggi.

Questa brillante idea è stata ufficializzata in un consiglio regionale del Piemonte in data 22 luglio 2022 ed è stata completamente taciuta dai media main stream, e ce ne chiediamo sinceramente il motivo… Sarà forse il timore di fare troppo scalpore con una notizia che ci lascia tutt’altro che piacevolmente sorpresi? In effetti, ci vuole una bella faccia tosta ad approvare un progetto simile dopo mesi di intense mobilitazioni studentesche che hanno chiaramente rifiutato il modello dell’alternanza presente all’interno delle nostre scuole e che, soprattutto a Torino, ha visto la partecipazione di migliaia di giovani impegnati nei cortei e nelle occupazioni. Oltre a più di tre anni di scioperi per il clima che hanno più volte interrogato la politica sulla disposizione a cambiare postura di fronte ad un disastro di queste dimensioni, creato proprio da loro. Ma questo ci dà la misura di quanto le istituzioni siano interessate ad ascoltare le necessità che studenti e studentesse esprimono e soprattutto della inesistente disposizione ad accantonare la sete di guadagno e speculazione a discapito della qualità del nostro presente e del nostro futuro. In quanto studenti, abbiamo denunciato per mesi l’entrata a gamba tesa che le imprese hanno fatto all’interno della nostra formazione, contribuendo a svuotare i nostri percorsi di studio da una prospettiva, anche minima, di reale possibilità di costruzione di saperi adeguati ai nostri bisogni e alle prospettive che la fase storica che stiamo attraversando richiede.

Ci troviamo di fronte la sfida di dover rivoluzionare il paradigma di questo sistema per poterci garantire un’esistenza degna su questo pianeta, che la smania di profitto ha portato sull’orlo del collasso, ma le istituzioni non si dimostrano in grado di tendere l’orecchio a questa urgenza e continuano imperterriti a rincorrere la loro smania di profitto a discapito dei nostri interessi. Bisogna smetterla di riprodurre saperi (o per meglio dire, nozioni) legate ad un lavoro che nuoce alla salute e al territorio, e dovremmo invece concentrarci sullo sviluppo di intelligenze che siano in grado di riconoscere quali sono le priorità reali di una fase di crisi profonda, crisi che rende evidente l’insostenibilità di questo sistema e che dovrebbe vederci concentrati su ragionamenti di ben altro tipo, non di certo sull’acquisizione delle competenze necessarie alla realizzazione di un’opera che il territorio rifiuta da ormai trent’anni e che è stato più volte dimostrato essere, non solo inutile, ma anche l’emblema di tutto ciò che dovremmo scartare nell’ottica di affrontare una reale transizione ecologica. Questo per noi è il punto. Perché nei mesi precedenti, abbiamo attraversato lotte che hanno rimesso in discussione il sistema scolastico nella sua totalità, nell’essenza di ciò che rappresenta per il sistema capitalista. Abbiamo rifiutato il ruolo passivo di attori all’interno della macchina di riproduzione di un modello di vita che non rispecchia un benessere possibile su questo mondo. Le morti di due studenti ci hanno reso chiaro che per chi amministra e governa questo paese, non è la nostra vita a contare ma il valore che da essa riescono ad estrarre attraverso la norma che ci inculcano a partire dalla scuola in avanti. Non crediamo possibile un cambiamento reale, tenendo dentro anche coloro che hanno causato il disastro in atto perché, per la natura intrinseca dei ruoli che ricoprono nella società, non sarebbero mai in grado di abbandonare certe velleità di guadagno e accumulazione. E noi, studenti e studentesse, siamo i mezzi attraverso cui perpetrare il modello di lavoro e riproduzione che serve a questo sistema marcio per sopravvivere, sottrarsi a questo ruolo è il primo passo per darci la possibilità di valutare altre prospettive di sopravvivenza su questo pianeta.

Nella contrapposizione a questo modello di scuola, risiede la possibilità di valutare strade nuove, saperi altri, un nuovo modello di vita sostenibile alle necessità reali dei territori che sono in conflitto profondo con gli interessi che la politica continua a sostenere. In occasione della quattro giorni di lotta studentesca che si sta svolgendo in questi giorni, proprio in Val di Susa, abbiamo deciso di chiarire qual è la nostra posizione rispetto a questo sciacallo progetto e ieri sera ci siamo presentati sotto le reti del cantiere fantasma di San Didero per compiere un’iniziativa di contrapposizione alla scuola di TAV, la prima di molte altre che avverranno se questo progetto non verrà immediatamente accantonato. Infatti, anche durante le numerose assemblee svolte durante il campeggio studentesco, abbiamo posto questo tema come elemento di analisi, nell’ottica di costruire fin da ora una prospettiva di processo decisa ed immediata per impedire che l’alternanza scuola-lavoro dentro i cantieri del TAV possa essere svolta. Abbiamo inaugurato, ieri, un percorso di lotta contro la “scuola di TAV” che ci vedrà presenti in variegate forme a Torino e in Val di Susa, per chiarire la nostra contrarietà all’ennesima decisione presa sulla nostra testa per avallare interessi a noi nemici. Anche di fronte a questa sfida, non ci tireremo indietro e saremo pronti a dar battaglia contro questa iniziativa. Non c’è negoziazione che saremo disposti ad accettare, né dialoghi a cui ci presteremo, o la “scuola di TAV” viene abolita o le nostre scuole si organizzeranno per essere di intralcio ai loschi interessi che TELT sta provando a far subentrare nella nostra formazione con il vergognoso appoggio delle istituzioni locali.

NO ALLA SCUOLA DI TAV, NO ALL’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO, NO AL TAV!

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

ALTERNANZA SCUOLALAVOROECOLOGIAformazioneSAN DIDEROscuolastudentitavTELT

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Un anno dopo Sainte-Soline: solidarietà, rabbia e gioia per le strade di Nantes

Un anno fa, decine di migliaia di noi hanno marciato in mezzo ai campi delle Deux-Sèvres contro i megabacini, e siamo rimasti intrappolati dalla repressione militare, intrappolati sotto il rombo delle granate sparate a migliaia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Perù volta le spalle agli accordi climatici. I soldi e le lobby vincono ancora

Il Congresso della Repubblica del Perù, con il consenso del Ministero dell’Energia e delle Miniere (Minem), ha abrogato la legge che fissava un termine per la rimozione dei minatori illegali dal REINFO, il registro ufficiale delle attività minerarie nazionali.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

G7 clima, energia e ambiente: basta con i crimini ambientali, basta greenwashing, basta Tav!!!

Il 28, 29 e 30 aprile, Venaria sarà il palcoscenico del G7 dedicato all’energia, al clima e all’ambiente.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino verso il G7: seminari di Ecologia Politica.

Di fronte a transizioni ecologiche ed energetiche che ci parlano di futuri sostenibili e tecnologie salvifiche, vogliamo dotarci di strumenti per smascherare ciò che c’è dietro: logiche di profitto che tendono a separarci e distruggere l’ecosistema che vogliamo costruire insieme.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il socialismo climatico e il collasso del clima

Da un po’ di tempo i media riportano notizie allarmanti sulla possibile interruzione della circolazione meridionale atlantica (AMOC), un vasto sistema di correnti oceaniche, componente chiave della regolazione del clima globale di cui fa parte la Corrente del Golfo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Fukushima: “Il governo sta riscrivendo la storia dell’incidente”.

Tredici anni dopo il disastro di Fukushima, la ricercatrice Cécile Asanuma-Brice racconta a Reporterre le conseguenze del processo di decontaminazione della regione e i pochi ma difficili ritorni dei suoi abitanti.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Guardiani della terra maremmana per una transizione ecologica giusta

Cresce nella Maremma ed in Tuscia la resistenza dal basso all’espansione incontrollata di megaimpianti di energia eolica, nuova frontiera del “landgrabbing”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

G7 energia, clima, ambiente a Venaria, prepariamoci insieme ad accoglierlo!

Durante il G7 si riuniranno le principali potenze economiche per discutere come disegnare i prossimi passi della cosiddetta transizione energetica ed ecologica.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Olimpiadi. Cominciato il taglio di 4.500 larici

Il bob è una delle discipline delle olimpiadi invernali. In Italia nessuno, o quasi, pratica questo sport. La pista costruita a Cesana per le Olimpiadi del 2006 è un monumento allo spreco, alla distruzione di risorse per l’interesse di pochi signori del cemento e del tondino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

2.9 Radura || Le catene agricole. Agroindustria e lavoro in Piemonte

In questa nuova puntata di Radura torniamo a parlare di agricoltura. Lo facciamo a partire da un approfondimento delle catene del valore in un territorio specifico che è quello del Piemonte.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

VOI SETTE, NOI 99%

Dentro la Reggia di Venaria dal 28 al 30 aprile ci saranno i ministri delle 7 potenze mondiali a parlare di transizione ecologica ed energetica. A Torino si sta costruendo un percorso di avvicinamento che vede coinvolti comitati, associazioni ambientaliste, collettivi studenteschi e giovanili, realtà ecologiste.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Genova: protestano studenti e studentesse dell’istituto Pertini-Diaz: “Non vogliamo poliziotti a far lezione qui” 

“Fuori la polizia dalla Diaz”, questo lo striscione comparso martedì mattina, e subito rimosso, sui cancelli dell’istituto Pertini – Diaz a Genova, la scuola dove nel 2001 avvennero i pestaggi polizieschi contro i manifestanti del G8.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Trino: un territorio destinato al sacrificio?

Ai piedi delle colline del Monferrato, percorrendo le rive del fiume Po, si trova la cittadina di Trino, immersa in un territorio vocato all’agricoltura e plasmato dall’uomo attraverso canali artificiali per la coltivazione del riso e per la gestione delle numerose falde superficiali. 

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il caso di corso Belgio a Torino: un esempio di transizione verde fallita.

In corso Belgio dalla primavera del 2023 è nata un’attivazione spontanea per la difesa di un’alberata composta da 241 aceri che, secondo il Comune di Torino, dovrebbero essere abbattuti per lasciare spazio a un “rifacimento di look” del quartiere. A seguito di questa introduzione tematica verranno pubblicati alcuni comunicati stampa del Comitato Salviamo gli alberi di Corso Belgio, per tenere traccia della vicenda.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

La collina morenica: zona di salvaguardia e bene comune.

A circa 20 km dal centro di Torino, è situata la collina morenica di Rivoli-Avigliana, che incide sui territori di Rivoli, Rivalta, Rosta, Villarbasse, Buttigliera, Avigliana, Reano, Trana e Sangano.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

CONFLUENZA.

Abbiamo bisogno di far confluire i nostri saperi e le nostre esigenze per una diversa gestione del territorio e per farlo vogliamo incontrarci. 

Immagine di copertina per il post
Formazione

Solidarietà agli studenti del Severi-Correnti!

Esprimiamo la nostra totale solidarietà nei confronti degli studenti e delle studentesse del liceo Severi Correnti di Milano, che la mattina del 30 gennaio occupavano il loro istituto per denunciare il genocidio in atto in Palestina e contro l’indifferenza per le morti di decine di migliaia di persone sotto le bombe israeliane.