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Protesta dei rifugiati espulsi dal CAS di Prato: Le coop ci usano e ci buttano come degli oggetti

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Protesta dei rifugiati espulsi dal CAS (centro di accoglienza straordinario) di Santa Caterina oggi sotto l’ufficio Immigrazione a Prato. “Tanti di noi dormono da mesi in strada, le cooperative dell’accoglienza ci usano e ci buttano come degli oggetti”.

Ad iniziare la protesta sono stati meno di dieci migranti, a cui nel giro di un ora se ne sono aggiunti ameno altri venti. Tanta la polizia intervenuta per presidiare l’assessorato alle politiche sociali di via Roma.

Il dirigente dell’ ufficio immigrazione del Comune ha ricevuto una delegazione dei manifestanti, che non usano mezzo termini: “non siamo contenti dell’incontro. L’unica risposta che ci è stata data è che il comune sta organizzando un dormitorio temporaneo per l’emergenza freddo. Nessuna soluzione concreta nemmeno per chi è in attesa di entrare nei progetti SPRAR, dove mancano posti necessari”. I migranti annunciano quindi nuove mobilitazioni: mercoledì saranno davanti la Prefettura.

Nel mese di luglio la stessa struttura era passata all’attenzione delle cronache dopo la protesta dei migranti seguita all’espulsione arbitraria – in assenza di ogni tipo di soluzione alloggiativa alternativa – di molti ospiti del centro. Una pratica sistematica messa in campo per favorire il “turn over”, caratteristica ormai di un sistema di accoglienza che “usa e getta i migranti”, da un giorno a un altro in mezzo ad una strada.

Sono (almeno) decine i rifugiati politici titolari di protezione internazionale attualmente senza un tetto sulla testa a Prato, molti dei quali in attesa di inserimento nei progetti SPRAR.

Precarietà abitativa che si somma in molti casi all’ipersfruttamento nella “fabbrica-prato” del tessile e nelle campagne dei caporali

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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