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Bologna: boicottaggio contro Granarolo alla Coop. Al fianco dei braccianti!

Fuori all’ipercoop di Castenaso sono stati istallati dei punti di distribuzione di arance solidali, mentre all’interno del supermercato i manifestanti sono entrati in massa distribuendo volantini dedicati alla lotta contro Granarolo e alla rivolta di Rosarno. Tantissimi slogan tra gli appluasi della gente e interventi al megafono che hanno legato la filiera razzista della Lega Coop che salda lo sfruttamento dei braccianti migranti, alla lotta della Granarolo, con i lucrosi appalti vinti delle cooperative per la gestione dei Cara e Cie (come scoperto dopo la diffusione delle agghiaccianti immagini da Lampedusa circolate in tv giorni fa).

 

Di seguito il volantino distribuito durante il boicottaggio contro Granarolo:

 

CONTRO LA FILIERA DELLO SFRUTTAMENTO ! PER I DIRITTI E LA DIGNITÀ!

FACCHINI DELLA LOGISTICA
“A loro interessano solo i numeri con cui riempiono le  banche, ma noi abbiamo un tesoro molto più grande fatto di parole e gesti con cui costruiamo la nostra lotta”
(frase pronunciata da un facchino della Camst durante uno sciopero).

Una lotta per i diritti e per la dignità quella che in questi anni stanno portando avanti i facchini della logistica, perlopiù migranti.
Sfruttati come bestie da un sistema che attraverso l’intermediazione cooperativa permette alle più riconosciute aziende del mercato nazionale e  internazionale (come Ikea, Tnt, Sda;Amazon;  Granarolo; Coop Adriatica etc) di fare lauti profitti sulla pelle di migliaia di lavoratori trattati come schiavi.
Molti di loro hanno vinto la propria battaglia, sconfiggendo la paura, unendosi e lottando per richiedere il rispetto di quei diritti minimi che il lavoro deve esigere.
Tra loro ci sonoi facchini della Sgb, il consorzio cooperativo a cui Granarolo (multinazionale del latte) e  Cogefrin (affermata multinazionale di materie plastiche)appaltano il lavoro di magazzino.
Da 8 mesi i facchini della Granarolo portano avanti la propria battaglia dopo essere stati tutti e 51 licenziati per aver scioperato.
Granarolo s.p.a è il fiore all’occhiello della LegaCoop che nei magazzini delle sue affiliate i facchini prima li assume come soci,  poi li sfrutta come bestie da soma ed infine li scarica come merce avariata chimandoli  “eversivi” quando richiedono i propri diritti.

BRACCIANTI AGRICOLI

Legacoop che sulla pelle dei migranti fa profitti non solo nella logistica. Basta scorrere la filiera che accompagna il viaggio della merce stipata nei magazzini per incontare nuove terribili condizioni di lavoro.  Perchè prima di viaggiare le merci alimentari della Grande distribuzione sono raccolte dall’esercito bracciantile che serve al business dell’agro alimentare.
Ancora uomini e donne trattati come bestie ,costretti  a  spezzarsi  la schiena per 20 euro, vivendo  tra il fango di baracche abbandonate  o tendoni affollati e malsani.
“Poco importa che si tratti di Rosarno o di Corigliano, della piana di Gioia Tauro o della Sibaritide, quando sono identici i meccanismi che attraverso l`imposizione dei prezzi di vendita alla fonte implicano lo strozzamento della piccola agricoltura e il ricasco sull`ultimo anello, i braccianti, del peso enorme di tutta la catena di sfruttamento e speculazione che dai campi arriva fino ai banchi dei supermercati.”
Era il gennaio del 2007 quando quei migranti si ribellarono a Rosarno ma dopo anni  resta irrisolta  la situazione lavorativa a cui sono costretti, complice il  ricatto di leggi infami come la Bossi-Fini , il beneplacito dei vari governi succedutisi (sia centrali che territoriali) insieme alle catene della Grande Distribuzione( come Coop).
Oggi 11 Gennaio il network Sos Rosarno  promuove un’importante  giornata di sostegno alla resistenza contadina e bracciantile nelle città di Bologna, Roma, Firenze, Livorno, Milano.

RECLUSI NEI CIE

Lo stato italiano garantisce circa 36 euro al giorno alle strutture  di permanenza/detenzione” dei migranti (cie,cara, cpa,cpsa), un vero affare che al  consorzio Sisifo  gestore del centro di Lampedusa (controllato tramite la cooperativa Lampedusa Accoglienza, aderente a Legacoop)
ha fatto intascare dal 2007 più di due milioni e mezzo l’anno.
Mentre “i migranti ospiti” sono costretti a vivere privati della loro libertà. In condizioni di sovraffollamento , igiene minima, materassi a terra o come abbiamo visto nelle terribili immagini che proprio un migrante ha difffuso,  docciati all’aperto in pieno inverno  con un idrante , nudi in fila per un trattamento antiscabbia come internati in un campo di concentramento. Tra di loro c’erano anche i sopravissuti alla terribile ecatombe che in 8 giorni nel mese di ottobre ha contato 648 vittime inghiottite nel canale di Sicilia.

Questa è  la filiera di sfruttamento e ingiustizia  che un migrante arrivato  in Italia è spesso costretto a sopportare, nell’illusione di un ascensione sociale che dal Sud al Nord, da bracciante agricolo a socio di cooperativa, lo porti ad un miglioramento delle proprie condizioni di lavoro e di vita.
Questa è  l’ipocrisia di un sismile sistema basato sullo sfruttamento contro cui vogliamo batterci, per affermare dignità e diritti.

Laboratorio Crash!                  Si.Cobas                                                 Social Log

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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