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Guernica Fest, prima Edizione

 

Un Edizione che arriva con 4 sgomberi alle spalle e una forte mano repressiva nei confronti dei componenti del Guernica, ma che vuole rilanciare ancora più intensamente la voglia di spazi sociali a Modena, spazio che, come dicono i componenti del collettivo, da settembre tornerà all’interno della Città.

 

All’interno della festa verranno allestiti molti gazebo informativi, ognuno dedicato ai vari interventi politici del Guernica: Asse Donne, C.a.s., Palestra popolare ETM, Infoshop e in ultimo un gazebo dedicato interamente a Infoaut e al nodo di Modena. Questi andranno a fare da contorno all’assemblea cittadina che avrà inizio alle ore 18,00, un assemblea aperta a tutta la città per discutere della forte crisi e per entrare nel merito delle politiche cittadine modenesi.

 

Ma non solo politica, anche momenti più ludici come concerti di gruppi locali modenesi, l’esibizione della palestra popolare ETM e in fine serata con L’Elettrolab [8], uno dei laboratori nati all’interno del Guernica e cresciuti con il Guernica.

 

Pubblichiamo a seguito alcuni dei documenti che verranno distribuiti all’interno della festa partendo dal documento di presentazione del dibattito:

 

Le oscillazioni della borsa e l’approvazione della manovra economica da parte del governo italiano hanno riportato alla ribalta mediatica il tema della crisi, iniziata nel 2008 ed oggi tutt’altro che passata o assopita. Proprio ora diventano evidenti le caratteristiche non temporanee che la crisi ha sul nostro paese, il quale si trova ad affrontare gli “attacchi” della
speculazione dopo i casi di Grecia, Portogallo e Irlanda. Un paese già duramente colpito nell’economia reale, la quale ha dovuto registrare negli ultimi anni un generale impoverimento, identificabile nell’alta
percentuale di inoccupati specialmente tra i più giovani e le donne.

Un’altro segnale da registrare è la totale sudditanza dei governi al mondo della finanza che, dopo aver causato questa situazione, partendo dai titoli “spazzatura” USA, era stato minacciato di una minor libertà d’azione attraverso regole che avrebbero permesso un maggior controllo  da parte delle istituzioni e protetto i ceti più deboli dal rischio dei fallimenti delle banche. Ma proprio in questi giorni vediamo come gli attacchi speculativi al debito italiano abbiano imposto una manovra
economica esorbitante nelle cifre e dai tempi di approvazione brevissimi, che ha addirittura contribuito a creare un’alleanza tra tutte le forze politiche parlamentari, situazione che non è mai stata all’ordine del giorno e neanche pensabile, almeno da quando esiste la seconda repubblica.
E queste misure economiche vanno a colpire i ceti più deboli della società, ricetta ormai consueta nelle antiche democrazie europee, attraverso una drastica riduzione della spesa sociale, l’innalzamento dell’età pensionabile, lo smantellamento della scuola pubblica, il blocco degli stipendi statali e più in generale una serie di misure che vanno a colpire e a danneggiare il “welfare state”, lasciando praticamente immutati i profitti di chi possiede grandi patrimoni, le spese militari e gli interessi delle lobby economiche, banche in primis.
Anche nella città di Modena si vedono questi effetti con un progressivo, e neanche troppo lento, smantellamento di quelle politiche sociali per le quali, in questi anni, i nostri amministratori si sono
vantati. L’ effetto conseguito è creare situazioni di esclusione sociale sempre più evidenti; d’altro canto gli interessi dei grandi industriali, con le cooperative di costruzione in testa, continuano ad essere alimentanti molto spesso con soldi pubblici.

Il nostro ragionamento intende sottolineare il fatto che ad ogni attacco effettuato contro i soggetti sociali colpiti dalla crisi, si è assistito ad una risposta partita dal basso seppur lenta e frammentata, sia a livello internazionale che nazionale. Ne sono ottimi esempi la dura contestazione esplosa in Grecia, il movimento degli Indignados spagnoli, che dopo aver montato una protesta dai numeri enormi ora inizia a praticare forme di lotta di riappropriazione, come l’occupazione di
case, e i movimenti della primavera araba i quali, dopo aver riportato d’attualità il termine Rivoluzione, hanno saputo liberarsi dei vari governanti corrotti i quali hanno creato situazioni di

malessere generale e dove il movimento ha saputo addirittura rilanciare, attraverso forme di autorganizzazione di base, reti di lotta e solidarietà non accontentandosi  del semplice cambio di regime.
Anche in Italia si è assistito e si continua a assistere, se pur a tratti, a momenti di grande mobilitazione che danno il segnale  di una società che finalmente si è resa conto di essere stanca di subire lo schiacciamento e la presa in giro da un sistema imprenditoriale e politico che, in modo connivente, per anni ha fatto profitti, dentro e fuori le sue stesse regole, incurante del decadere del paese, riscontrabile a qualsiasi livello, sia esso politico, economico o culturale.
Dapprima la grande manifestazione del 16 Ottobre che ha visto mobilitarsi attorno alla FIOM un gran numero di soggetti e ha riportato al centro del dibattito nazionale il tema del lavoro che sembrava relegato nei ricordi degli anni ’70; poi venne il 14 Dicembre con l’esplosione di rabbia, per molti versi inaspettata, degli studenti contro il rais Berlusconi e per riappropriarsi della scuola pubblica martoriata da decenni di riforme; il 13 Febbraio ha visto le piazze italiane riempirsi di donne stanche di vedersi negata la dignità e che, pur con tante contraddizioni, hanno dato un segnale forte alla politica di palazzo e a tutta la società; lo sciopero generale della CGIL, imposto da una base stanca dei giochetti sempre al ribasso di un certo tipo di sindacato, e concesso dalla

Camusso, solo per tenere buona la stessa base Cgil, avendo ora mai tracciato quel percorso che l’ha portata alla firma della riforma dei contratti, rientrando a pieno titolo nella gestione capitalista
del mondo del lavoro e del sociale. Uno sciopero che ha visto percentuali di adesione e presenze nelle piazze che hanno riportato la mente a movimenti ormai passati; passando per la battaglia per i beni comuni che al di là delle valutazioni sullo strumento referendario ha visto un protagonismo, una partecipazione e un livello di organizzazione dal basso che non solo ha centrato la vittoria ma ha costretto molti politicanti, tra i quali quelli del “vento nuovo”, a mettersi nella scia di questo movimento senza permettergli di metterci il cappello; e infine la straordinaria esperienza della libera repubblica della Maddalena e della grandiosa giornata di resistenza alla TAV del 3 Luglio, momento più alto di un movimento che da anni lotta contro lo stupro del territorio sapendo creare forme di lotta e di organizzazione dal basso che sono esempio per ogni mobilitazione futura.
Tutti questi momenti sono sicuramente diversi tra loro e difficilmente paragonabili ma portano al loro interno caratteristiche comuni riscontrabili nell’indisponibilità a chinare ancora la testa di fronte
all’ennesimo sopruso e nella ricerca di forme di lotta che partano dal basso attraverso assemblee oceaniche e la capacità di lavorare uno accanto all’altro per un obiettivo comune rifiutando qualsiasi
imposizione dall’alto.
E’ altrettanto vero che la realtà sembra dirci che un paese diverso è un miraggio ancora lontano e questi episodi di rivolta appaiono momentanei e scollegati tra loro: per questo occorre riflettere su un autunno che si preannuncia molto caldo, cercando soluzioni innovative, luoghi di ricomposizione, mantenendo quel carattere “dal basso” che è la vera forza di tutte queste lotte.

E’ chiaro che le fratture anche del tessuto politico cittadino, mostrano come sia sempre più necessario pensare a come “difendersi dalle istituzioni”, istituzioni che si caratterizzano sempre più
chiaramente come strumenti degli interessi dominanti o semplici strumenti di disciplinamento e repressione, proprio per la loro incapacità di ridistribuire la ricchezza sociale.
Per questo invitiamo tutte e tutti a partecipare all’assemblea che si terrà presso il parco della Resistenza  alle ore 18,00 per riflettere insieme sui momenti passati e futuri, perché come Guernica ci rendiamo conto che è il momento di
mettere a disposizione della collettività in movimento la nostra elaborazione, come espressione di una parzialità certo, ma una parzialità che intende mettersi in relazione e confronto con tutte le
componenti del movimento cittadino, al fine di contribuire alla preparazione di una stagione politica che necessita di un adeguato livello di riflessione collettiva.

Progetto Guernica

 

Guernica:

Un nuovo modo di fare politica da quasi due anni si è riversato in città, ed è la politica reale e concreta portata avanti dal Guernica.

Attraverso 4 occupazioni di spazi sociali, due occupazioni, tra cui una ancora in atto di appartamenti vuoti e tutte quelle che sono state le mobilitazioni studentesche a Modena, accompagnate da una serie d’iniziative che sono andata dal corteo pro Palestina durante l’operazione piombo fuso, a diverse occupazione temporanee come quella dell’ atcm arrivando alle ultime con le iniziative durante la notte bianca e nella così ormai famosa pizza della Movida modenese.

Tutto questo non è mai stato fatto per caso, ma seguendo un filo logico dei bisogni della città di Modena, una città che sempre più si sta chiudendo in se stessa, per colpa di leggi e ordinanze degne del partito più securitario che ci possa essere che vanno a logica conseguenza ad equiparare il partito di governo il Pd alla lega nord, ordinanze che vanno a tagliare in modo netto quella che è la socialità a Modena, portando sempre più sulla via del controllo totale la cittadinanza modenese;  una città che non trova risposte alla crisi e sempre più si trova di fronte a disoccupazioni, chiusura di posti di lavoro, affitti che aumentano, accompagnati dagli sfratti sempre più numerosi.  Una città nella quale si vedono questi effetti con un progressivo, e neanche troppo lento, smantellamento di quelle politiche sociali del quale per tantissimi anni i nostri amministratori si sono vantati andando a creare situazioni di esclusione sociale sempre più evidenti e d’altro campo gli interessi dei grandi industriali, con le cooperative di costruzione in testa, continuano ad essere alimentanti molto spesso con soldi pubblici

Per far fronte a questo, l’unica risposta possibile che si è potuto dare a questa classe politica è stata quella di occupare due stabili nei quali il comune della città è implicato, uno era l’ex scuola di Marzaglia, ora sgomberata e l’altro è l’attuale occupazione: fossa Monda; un occupazione che va avanti e resiste nonostante i venti di sgombero e non intende cedere un millimetro a questa giunta, perché dietro allo stabile occupato persiste un gioco di speculazione edilizia portato avanti dalla giunta stessa e la ditta che gestisce l’edilizia popolare a Modena. Il tutto è stato contornato da una stagione di lotte studentesche che ha visto centinaia e centinaia di studenti che si sono presi in mano la loro vita e come spazio non potevamo starne fuori, perché dopo anni a Modena si è vista la rabbia di tutti quei soggetti ai quali giorno dopo giorno viene tolto il futuro.

Tutto questo andrà avanti perché il Guernica di certo non si fermerà a fronte di sgomberi e della forte repressione che in questi mesi sta colpendo i compagni*che portano avanti questo progetto, perché riteniamo di avere ragione e i fatti alla lunga ci daranno ragione. Di certo a molta gente diamo fastidio, non perché, come ci definiscono perché senza argomenti, dei delinquenti e gente che usa l’illegalità per fare quello che gli pare, ma perché entriamo nel merito della discussione politica, smascherando quelle che sono le politiche affaristiche della politica modenese, smascherando con i fatti e non a parole.

Dalla giornata di oggi ripartiamo per dire alla città intera che con la fine dell’estate a Modena ritornerà uno spazio sociale, uno spazio che la città vuole, uno spazio attraverso il quale la gente di Modena, possa trovare quella socialità che vogliono, che sentono loro e che in città non stanno più trovando.

Ripartiamo nuovamente con uno dei laboratori che hanno fatto il Guernica, l’elettrolab, con la palestra popolare ETM, con l’asse donne e tutto quei soggetti che hanno fatto il guernica e che sono il guernica.  

Guernica

 

Asse donne Guernica:

            ” Sul nostro corpo decidiamo noi, la legge 194 non si tocca!!!”

Viviamo sempre più in un momento in cui la libertà della donna viene attaccata e minacciata su tanti e troppi fronti da un sistema ancora sessista fondato su logiche patriarcali e sessiste.
Siamo sempre più sfruttate nei posti di lavoro dove la parità di ruoli e salariale con gli uomini è ben poco lontana dall’essere un’utopia: in un mondo fatto di precarietà, di disoccupazione e di perpetua incertezza del domani per tutti e per tutte, noi donne dobbiamo essere coscienti del fatto di essere sottoposte ad un’altra e duplice minaccia dovuta da ideologie vecchie di secoli per cui è il maschio che detiene il potere, sempre e comunque.
Che dire poi di come viene considerato oggi il nostro corpo… Un luogo pubblico su cui ogni uomo, che sia un marito, un medico o un prete, può avere la pretesa di decidere. Dall’aborto alla fecondazione assistita, dalla violenza dentro e fuori casa alla pillola del giorno dopo, ogni argomento è buono per mettere noi donne sotto controllo, per ridurre le nostre libertà o per tentare di minare le tante conquiste ottenute da tutte le compagne in anni e anni di lotta. Pensiamo per esempio alla legge 40, che vuole in primis il riconoscimento giuridico dell’embrione rendendo di fatto ogni persona di sesso femminile una semplice incubatrice, un contenitore, o alla proposta di moratoria sull’aborto e ai continui attacchi e tentativi di modifica della legge 194, che hanno l’ovvio obbiettivo di ridurre la nostra vita fatta di scelte e bisogni pratici in qualcosa di puramente fisico, biologico e moralista.
Sappiamo bene che anche a Modena avviene qualcosa di molto simile e, come gruppo di donne e di compagne che rivendica incondizionatamente le lotte e le conquiste portate avanti da altre donne dagli anni 70 ad oggi,siamo stanche che il concetto di autodeterminazione venga continuamente messo in discussione e reinterpretato!! Per questo  la lotta, iniziata qualche mese fa contro gli antiabortisti della Comunità Papa Giovanni XXIII che nella nostra città, come in altre città italiane, da più di dieci anni manifestano e si espongono contro la legge 194 del 1978, continua e non si arresta. Sappiamo, infatti, da numerose testimonianze che durante le loro preghiere davanti al Policlinico di Modena, sono tante le donne molestate, offese e trattate come assassine dai membri di queste organizzazioni che, appunto, dietro una presunta preghiera per la vita nascente, indispensabile nel momento della condanna a morte di piccoli innocenti, nascondono la loro reale intenzione: una totale revisione della legge 194 che porti la Pubblica amministrazione a rifiutare ogni collaborazione della pratica abortiva. Insomma una vera e propria manifestazione politica contro una legge fondamentale per la libertà di tutte le donne.
L’attacco alla 194 è ormai un fatto accertato: in tutte le regioni italiane con a capo giunte di destra sono evidenti le mosse politiche atte a colpire le donne non solo nel principio stesso di autodeterminazione, ma anche e soprattutto nella sua espressione più viva, quella della sessualità, della maternità e della libertà di scelta. Ed è incontestabile che alla luce di tutto questo la famosa preghiera per la vita nascente assume significati più allarmanti e significativi in quanto non può essere considerato come un atto a sé, ma come una parte di un progetto più ampio che appunto mira a vanificare alcune importantissime conquiste in materia di diritto raggiunte dalle donne dopo anni e anni di lotta. In varie regioni come la Lombardia, il Piemonte e nel Lazio le proposte di riforma dei consultori vanno tutte nella stessa direzione:  consultori familiari senza più al centro le esigenze della donna in quanto tale ma più in generale della famiglia, gestione sempre più legata ad associazioni private e religiose i cui membri  addirittura potrebbero effettuare i primo colloquio con la donna che decide di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza mettendo in discussione il livello pubblico e laico degli stessi. E come sappiamo, purtroppo anche in Emilia Romagna ci sono state proposte di legge (quella del consigliere regionale del PDL Bignami), finalizzate a una modifica integrale del ruolo dei consultori, colpevoli di essere complici di innumerevoli assassinii di bambini.

E’ anche per questo motivo che come Assedonne Guernica saremo presenti il prossimo 23 luglio all’interno del Guernica Fest con tutta la nostra voglia di lottare e dire la nostra. Per dire che non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci davanti all’arroganza di questi estremisti cattolici ne tantomeno davanti all’ottusità dell’amministrazione comunale.
Ma anche per ribadire che è anche per portare avanti questo genere di lotte che riteniamo fondamentale la presenza a Modena di uno spazio sociale, uno spazio in cui anche le questioni di genere siano prioritarie e fondamentali e dove le donne possano incontrarsi per condividere le proprie idee e le proprie passioni, e soprattutto per organizzarsi e condurre insieme le tante battaglie che la società di oggi, maschilista e discriminante ci costringe ad affrontare ogni giorno.

Ricordiamo che l’intenzione politica reale   della Papa Giovanni  di entrare nel servizio pubblico è palese e vista la situazione in molte regioni italiane, riteniamo non sia possibile abbassare la guardia. La nostra lotta in difesa della 194, nonché dell’autodeterminazione e della libertà della donna non si fermerà.
LA LOTTA CONTINUA: FUORI GLI ANTIABORTISTI DAI CONSULTORI di MODENA!!!

 AsseDonne Guernica

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