InfoAut
Immagine di copertina per il post

‘Quello che non si dice’ su liberalizzazioni & privatizzazioni

Necessariamente il nodo liberalizzazioni non è esente di complessità e problematicità, laddove vanno a scontrarsi interessi contrapposti e particolari. Bisogna fare i conti con degli interrogativi, ineludibili, e il primo non può che essere quello relativo all’antagonismo tra strutture dell’oligopolio capitalistico in avversione al corporativismo cetuale di alcune categorie… che, semplificando, non possono che essere ascritte allo stesso sistema organizzativo?!

Ovviamente una delle necessità è quella di mantenere chiaro il contesto nel quale ci si muove, ben introdotto dall’articolo che segue di Tonino Perna; la dimensione del mercato e i suoi centri i potere, l’ideologia liberista e l’onta delle privatizzazioni, etc. Considerando soprattutto quanto nascosto dal velo delle liberalizzazioni del governone dei professori, soprattutto se andiamo a considerare la gestione dei territori e dei suoi servizi (acqua, trasporti, etc), dove la traduzione da compiere è quella di liberalizzazioni in privatizzazioni, che spinge ancora di più nello spazio del libero mercato quanto dobbiamo considerare servizio pubblico, collettivo, comune.

Tonino Perna con il suo articolo su Il Manifesto, intitolato ‘Quello che non si dice’, crediamo fornisca un primo contributo utile ed interessante per rovesciare il credo smithiano del liberismo in quelle che sono state le risultanti di un’ideologia che ha sospinto il mondo intero in una crisi sistemica che affonda le sue radici in una religione che è la crisi stessa a mettere in discussione, che non può che vederci protagonisti di una critica e contestazione radicale in avversione ad un sistema marcio, che le libertà le vuole strangolare a favore di un dio mercato programmato per il saccheggio.

 

Quello che non si dice

di Tonino Perna, per Il Manifesto

«Si restituisca a tutti i sudditi di sua maestà, come ai soldati e ai marinai, la libertà naturale di esercitare qualsiasi tipo di attività piaccia loro, si abbattano così i privilegi esclusivi delle Corporazioni e si revochi lo statuto dell’apprendistato, che sono vere usurpazioni della libertà naturale, e si aggiunga a ciò la revoca delle leggi sui domicili, in modo che un operaio povero, quando perde un’occupazione in un mestiere o in un luogo, possa cercarne un’altra in un altro mestiere o in un altro luogo…» (Adam Smith, Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, p. 459).

Il padre dell’economia politica moderna, il fondatore del pensiero economico liberale, mise al centro della sua teoria la lotta alle Corporazioni, in quanto impedivano lo sviluppo della concorrenza e la crescita economica di una nazione. Smith era convinto, infatti, che la causa prima della povertà e della disoccupazione fosse dovuta alla mancanza di un libero mercato del lavoro, correlata alla presenza di monopoli gestiti dalle corporazioni che impedivano al capitale il libero accesso alle diverse attività. Le liberalizzazioni sbandierate dal governo Monti, e osannate dalle “lenzuolate” di Bersani, sono perfettamente coerenti con la teoria smithiana, che risale alla fine del XVIII secolo, usando spesso lo stesso linguaggio e gli stessi ragionamenti.

Anche Marx vedeva nelle Corporazioni un constraint, un vincolo, allo sviluppo del capitalismo, ma da un’altra angolazione: «Il capitale denaro formatosi mediante l’usura e il commercio veniva intralciato nella sua trasformazione in capitale industriale, nelle campagne dalla costituzione feudale, nelle città dalla costituzione corporativa» (Marx, Il Capitale, Cap. XXIV, p. 209). E spiegava bene i termini dello scontro sociale che si registrò in quel periodo: «Le leggi delle Corporazioni impedivano sistematicamente, limitando all’estremo il numero dei garzoni che potevano essere impiegati da un singolo maestro artigiano, che questi si trasformasse in capitalista… La Corporazione respingeva gelosamente ogni usurpazione da parte del capitale mercantile, l’unica forma libera di capitale che le si contrapponesse. Il mercante poteva comprare tutte le merci; ma non poteva comprare il lavoro come merce» (Cap. XII p. 59).

In sintesi, sia Smith che Marx hanno visto nelle Corporazioni delle arti e mestieri un vincolo allo sviluppo del capitalismo. Con la differenza che Marx, che certo non difendeva le istituzioni feudali, aveva colto la vera natura dello scontro: la mercificazione del lavoro, l’espansione della sfera di influenza del capitale, un ruolo rilevante nella fase dell’accumulazione originaria del capitale. Non di certo uno strumento per combattere la povertà o la disoccupazione. Anzi, questo processo comportava una crescita della proletarizzazione che investiva i lavoratori autonomi, gli artigiani e i contadini.

Che senso ha oggi propagandare le liberalizzazioni come strumento per la crescita economica e di lotta alla disoccupazione? Vediamo alcuni esempi in concreto. Se si liberalizza il mestiere del taxista è vero che si produrrebbe una maggiore concorrenza, e quindi un abbassamento dei prezzi, ma questo è un effetto solo di breve periodo.

Nel medio periodo, chi possiede capitali adeguati può acquistare un centinaio di auto, adibirle a taxi e pagare a cottimo dei giovani, magari immigrati, che lavoreranno senza tregua pur di raggiungere un minimo di salario, con tutte le conseguenze del caso in termini di sicurezza e qualità del servizio. Così avverrà anche a livello di mezzi di trasporto locale (ferrovie, bus, ecc). La liberalizzazione/privatizzazione di questo settore è già stata sperimentata in altri paesi con conseguenze nefaste.

Vorrei qui ricordare il caso del Cile di Pinochet, quando alla fine degli anni ’70 del secolo scorso venne privatizzato il trasporto locale a Santiago. I conducenti dei Micro (come venivano chiamati gli autobus nella capitale cilena), essendo pagati a cottimo, quindi a chilometri effettuati durante la giornata, correvano come pazzi: stanchi, assonnati e stressati, erano diventati un incubo per i pedoni. E la liberalizzazione nella vendita dei farmaci in Cile non l’ho mai dimenticata. Vedere le vetrine delle farmacie offrire «due scatole di antibiotico al prezzo di una» era veramente deprimente, quanto l’avere eliminato l’obbligo alla dichiarazione della composizione delle bevande gassate, ed altri prodotti alimentari, in nome di una libertà assoluta del mercato.

Per non parlare delle grandi liberalizzazioni/privatizzazioni che interessano settori strategici (come l’energia) e che, come dimostra l’esperienza, da monopoli parastatali si trasformano in oligopoli privati che presto convergono in strategie di cartello, come avviene da anni in tutti i paesi che ci hanno preceduto nelle cosiddette liberalizzazioni.

È chiaro che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Per esempio, i notai sono notoriamente una categoria privilegiata, ma anche tra i pochi professionisti che non evadono le imposte. Il loro numero è davvero esiguo: 5 mila notai per 60 milioni di abitanti! In questo caso, basterebbe semplicemente raddoppiare il numero e si creerebbero 5 mila nuovi posti di lavoro per i laureati in giurisprudenza. Al contrario, la linea del governo è prevalentemente quella di trasformare le professioni liberali in aziende capitalistiche, sul modello nordamericano dei megastudi che assumono come salariati centinaia di ingegneri, avvocati, commercialisti ecc..

Nessuno ha mai pensato solo per un attimo di liberalizzare le droghe leggere, un vero e proprio tabù nel nostro paese, e non solo. Dalle stime che conosciamo, ogni anno si spendono nel nostro paese qualcosa come 70 miliardi per le droghe, di cui circa 20 solo per la marijuana. Se si legalizzasse, lo Stato potrebbe applicare una tassa rilevante che porterebbe nelle sue casse non meno di 7-8 miliardi l’anno. Se lo stesso procedimento si applicasse alla cocaina, per lo Stato le entrate potrebbero oscillare tra 12 e 15 miliardi l’anno. Invece con perfetta ipocrisia si continua a blaterare di lotta alle droghe, mentre i consumatori rimangono stabili o, per qualche tipo di droga, addirittura crescono. E mafia, camorra e ‘ndrangheta ringraziano. Il loro potere economico – secondo il volume Prodotto interno Mafia di Serena Danna – è pari a 140 miliardi, e continua a crescere e ad avvelenare l’economia e le istituzioni. Sarebbe l’unica liberalizzazione veramente urgente e con effetti positivi sull’economia, il bilancio dello Stato e la società. Ma guai a parlarne: si rischia il reato di istigazione a delinquere.

Continuiamo a pensare che viviamo ancora nella fase dell’accumulazione originaria del capitalismo che ha bisogno di conquistare altri spazi e altre vite, portando a tutti benessere e felicità. Forse una linea netta di demarcazione tra destra e sinistra nel nuovo secolo passa proprio da qui: tra chi considera che il modo di produzione capitalistico abbia ancora un ruolo positivo da svolgere e chi considera esaurito il suo ruolo progressista e pensa che bisognerebbe procedere ad un deciso processo di de-mercificazione, per salvare la società ed il patrimonio naturale e culturale che abbiamo ereditato. Tertium non datur.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

governo montiliberalizzazioniprivatizzazione

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cronaca e riflessioni sulla mobilitazione per la Palestina a Pisa

In questi mesi Pisa, come molte altre città d’Italia, ha visto e continua a vedere un’intensa e articolata mobilitazione per la libertà della Palestina e per lo stop al genocidio. Dallo scorso autunno, sin dall’intensificarsi dell’offensiva israeliana sulla Palestina e la ripresa dei bombardamenti su Gaza dopo il 7 ottobre, giovani e studentǝ della città […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

“Lavender”: la macchina dell’Intelligenza Artificiale di Israele che dirige i bombardamenti a Gaza

L’esercito israeliano ha contrassegnato decine di migliaia di gazawi come sospetti per l’assassinio, utilizzando un sistema di puntamento AI con scarsa supervisione umana e una politica permissiva per i danni collaterali, rivelano +972 e Local Call.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

ELEZIONI LOCALI DEL 2024 IN TURCHIA

Riprendiamo dall’osservatorio internazionale per la coesione e l’inclusione sociale questo quadro sulle elezioni a livello locale che si sono tenute in Turchia il 31 marzo 2024. Pur non condividendo l’enfasi sulla rinascita della socialdemocrazia, il testo ha il merito di fornire un panorama chiaro sulla sconfitta subita dall’AKP di Erdogan. La Turchia ha vissuto una […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Uscita la legge europea sull’Intelligenza Artificiale: cosa va alle imprese e cosa ai lavoratori

Il 13 marzo 2024 è stato approvato l’Artificial Intelligence Act, la prima norma al mondo che fornisce una base giuridica complessiva sulle attività di produzione, sfruttamento e utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il colore dei manganelli

Quei fatti si inseriscono in un contesto nel quale la repressione – nelle piazze, nei tribunali, nelle carceri, nei centri di detenzione per migranti – è diventata strumento ordinario di governo

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Guerre, decoupling ed elezioni negli USA. Intervista a Raffaele Sciortino

Le prospettive del conflitto sociale saranno sempre più direttamente intrecciate con le vicende geopolitiche mondiali, con l’evoluzione delle istanze che provengono da “fuori” e dunque anche con la tendenza alla guerra scaturente dall’interno delle nostre società

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Per una lettura condivisa sul tema pensionistico

All’innalzamento dell’età pensionabile va aggiunto poi un ulteriore problema: mentre gli  importi pensionistici vengono progressivamente abbassati la convenienza  del pensionamento anticipato diminuisce.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Digitalizzazione o giusta transizione?

Sfinimento delle capacità di riproduzione sociale, economia al collasso e aumento del degrado ecologico: di fronte a queste sfide per il settore agricolo non basta il capitalismo verde

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Agricoltori calabresi in rivolta, un’analisi

Ancora sulle proteste degli agricoltori, pubblichiamo questa interessante analisi sulle mobilitazioni in Calabria apparse originariamente su Addùnati il 24 gennaio.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Grecia: ampia mobilitazione delle università, occupati la maggior parte degli Atenei contro la creazione di poli privati

Grecia. La lotta del mondo accademico e universitario ellenico si intensifica di giorno in giorno in vista della presentazione del controverso disegno di legge per la creazione di università private.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: La legge omnibus è stata fatta cadere

Il regime di Javier Milei ha subito una sconfitta considerevole prima di terminare i due mesi di mandato. Il suo progetto più prezioso è tornato indietro al Congresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: università occupate contro la legge che equipara gli atenei privati a quelli statali

Più della metà delle facoltà della Grecia sono occupate da studentesse e studenti contro la scelta del governo conservatore di Kyriakos Mītsotakīs di aprire alle università private con una legge che le equiparerà agli atenei statali. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Hawaii. L’incendio di Maui nel contesto dei conflitti per l’acqua

Nel mese di agosto si sono sviluppati diversi incendi devastanti – estinti completamente solo pochi giorni fa – che hanno distrutto l’isola di Maui, causando ad oggi (ufficialmente) 115 morti fra gli umani e innumerevoli fra gli animali, migliaia di ettari bruciati, territori naturali e centri abitati rasi al suolo.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aggressioni al personale sanitario tra austerity e tagli alla spesa pubblica

Da alcuni mesi tiene banco una sorta di bollettino di guerra che riporta a ritmo serrato le aggressioni ai danni del personale sanitario, soprattutto per quanto concerne le astanterie dei pronto soccorso. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: la svendita del patrimonio pubblico ai privati.

Torino città indebitata, svenduta, privatizzata, il filo conduttore di tutte le amministrazioni comunali che dalle Olimpiadi del 2006 a oggi si sono succedute e che non hanno mai invertito la tendenza.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

PNRR E SANITA’: VERSO UN’ESTREMA PRIVATIZZAZIONE

In un articolo apparso sul Manifesto Edoardo Turi, medico, dirigente Asl e attivista di Medicina Democratica, fa un’attenta analisi sullo stanziamento dei fondi del Pnrr per quanto riguarda l’ambito sanitario. Si legge una tendenza molto chiara e allo stesso tempo inquietante: si va verso la privatizzazione dei servizi con priorità data alla medicina di alta […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

LA (S)VENDITA DI TIM AL FONDO SPECULATIVO KKR. L’OPPOSIZIONE DI CHI CI LAVORA

Tim vorrebbe essere comprata da un fondo speculativo USA. KKR ha presentato una manifestazione d’interesse per un’opa sul 100% delle azioni, fissate a circa mezzo euro l’una. Intanto il titolo vola in borsa a oltre 43 centesimi ad azione, sengnando un aumento di oltre il 30%. Il Ministero dell’economia si è limitato a vincolare la […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Brescia: La salute non è una merce! Difendiamo il civile

Oggi (ieri ndr) pomeriggio dalle 14 a Brescia la rete “Non sta andando tutto bene” è piazza con le numerose realtà di base che ne fanno parte e che hanno fatto appello a manifestare per denunciare la gestione criminale dell’emergenza sanitaria in Provincia, tra le più colpite in termini di numeri di contagi e decessi, […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mezzogiorno: L’acqua pubblica gestita da una società privata

Giovedì 27 giugno è stato approvato al Senato, e dunque definitivamente convertito in legge, il cosiddetto decreto Crescita. Come abbiamo più volte denunciato l’art. 24 di tale provvedimento stabilisce la privatizzazione dell’EIPLI, l’ente che gestisce le grandi opere idrauliche come invasi, opere di captazione di sorgenti e centinaia di chilometri di reti di adduzione tra […]