InfoAut

Nottetempo, notte TAP

Questa mattina ci siamo svegliati in una di quelle occasioni, ormai sempre più frequenti, in cui dai presidi di lotta arriva la notizia: “Oggi la democrazia è morta”.

Questa volta si tratta di un blitz a sorpresa della polizia al cantiere Tap di Melendugno per occupare il territorio e espiantare gli ulivi. Un’operazione infame che per giunta ha “tradito” la tanto sbandierata intesa raggiunta presso la prefettura di Lecce, alla presenza del prefetto di Lecce Claudio Palombda, tra il Sindaco di Melendugno e la multinazionale Tap.

Ma come ormai sanno anche i sassi, delle istituzioni non c’è da fidarsi. Ieri le parole del non-premier Renzi “l’Italia non può aver paura di un tubo del gas”, come sempre usate per nascondere la realtà di quel “tubo del gas”, suonavano già come la dichiarazioni d’intenti dello Stato italiano di fronte alla protesta determinata e giusta della popolazione. Squillano le trombe, arriva la cavalleria. Stanotte è scattata puntuale l’operazione militare e la rottura della parola data poche ore prima. Un altro mandato del ministro Minniti, l’uomo forte del governo o, forse, più il nuovo gerarca che, tra daspo e decreti, usa un pugno di ferro dal sapore kossighiano.

Nel XXI secolo la forma mistificatoria del cosìddetto “interesse generale” regge solo nella retorica dei politici, ma la realtà ci viene sbattuta in faccia in maniera chiara e con sempre maggiore frequenza. In questi casi non esiste più, se mai è esistito, alcuno spazio nelle istituzioni per ruoli di garanzia per la popolazione e contro gli abusi. L’unico fine delle quali è quello di controllare e gestire la popolazione esclusivamente a tutela degli interessi delle cordate di potere che contano: ciò che deve essere garantito sono l’espropriazione e l’accumulazione capitalistica, fondamento del loro privilegio. Per far prevalere questo tipo di interessi sono disposti a mentire ed ingannare spudoratamente, sapendo che i mass media compiacenti saranno sempre pronti ad accettare la verità di comodo come i quotidiani che hanno visto nell’attacco a mano armata di oggi un’operazione per “mettere in sicurezza gli ulivi”. Lo stato italiano vede la popolazione come un pericolo e, nei casi in cui si sia organizzata per valere le proprie ragioni, come nemico. E così, per lo stato diventano inaffidabili anche quegli amministratori locali che si fanno effettivamente portatori degli interessi della popolazione.

Da parte delle istituzioni c’è un continuo lavoro di studio e di prevenzione dei conflitti e delle lotte. Attenzione: non perché ne vengano rimosse le cause sociali, ma perché vengano bloccati e isolati tutti gli embrioni di radicamento. Il caso della Val di Susa ha fatto da scuola anche per loro. Un’azione plateale come quella dell’8 dicembre 2005 a Venaus avrebbe portato ad una polarizzazione favorevole al movimento. Troppo pericoloso lasciare che un movimento, che già era riuscito a guadagnarsi visibilità nazionale, accumulasse forza e radicamento sul proprio territorio. Meglio allora venire quatti quatti di notte, levarsi il dente della volontà popolare e imporre la Democrazia.

L’esempio di un movimento come quello No Tav è uno spauracchio che le istituzioni statali, in nome della loro sostanziale inimicizia alla popolazione, sono determinate a non vedere succedere più. Ma anche i movimenti comunicano e si conoscono, accumulano energie e saperi nella chiarezza dello scontro tra chi devasta i territori e chi lotta nel proteggerli.

Come al solito, sarà dura… per loro! AVANTI NOTAP!

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa vuol dire un’università libera?

In TV e sui giornali si è scatenata la canea mediatica nei confronti degli studenti e delle studentesse universitarie che richiedono la fine degli accordi di ricerca militari o di dual use con le università israeliane.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Macron, à la guerre!

Il presidente francese si lancia in dichiarazioni apparentemente scomposte sulla guerra russo-ucraina, palesando lo “spirito dei tempi” di una parte delle elites europee. Il tronfio militarismo da prima guerra mondiale ci avvicina al disastro.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Agricoltura: la fabbrica impossibile

Non possiamo comprendere queste mobilitazioni senza cercare un nuovo modo di vedere le cose.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

“Difendiamo la nostra terra!” Reportage dalle proteste degli agricoltori Piemontesi

Si tratta di un racconto situato e parziale, a metà strada tra la cronaca e l’analisi, che speriamo possa servire da spunto tanto per una riflessione più ampia quanto per la scrittura di altre analisi situate.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Costante trumpista: la guerra civile latente negli Stati Uniti

In molti avevano creduto che dopo i fatti di Capitol Hill il trumpismo come fenomeno politico sarebbe stato archiviato, presentandosi al limite nelle forme di un estremismo suprematista tanto più radicale quanto residuale.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Palestina, il “senso storico” e noi

Quanto sta accadendo in Palestina crediamo sia un elemento chiarificatore. Lo è sicuramente per le masse che si sono messe in movimento per sostenere la popolazione di Gaza non solo nel mondo arabo, ma anche in tutto l’Occidente.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Salvini: una vita al servizio dei potenti

La nuova trovata di Salvini: una campagna d’odio verso l’islam per distrarre l’opinione pubblica dal genocidio in corso a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Caselle: la propaganda di guerra uccide

Lo schianto della Freccia Tricolore che ha ucciso una bambina di cinque anni ha scosso il paese. Quanto avvenuto però merita una riflessione più profonda sulla militarizzazione della società e sul concetto di sicurezza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Quale futuro ci aspettiamo?

Come incidere in questo scenario? Come porre una rigidità nei confronti delle dirigenze occidentali, a partire dal nostro governo, per frenare l’escalation bellica alla quale stiamo assistendo? Assumendosi il compito di non voler fare parte di chi può essere sacrificabile e, con noi, la nostra parte.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

SPECIALE BANLIEUE | Toute la symphonie ardente

Apriamo questa nuova pagina di approfondimento rispetto alla vicina Francia, per comprendere quanto sta accadendo e per trarne alcuni spunti interessanti da convogliare nella nostra riflessione in questa fase e nel nostro agire.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Parigi: marcia contro il razzismo e islamofobia vietata dalla prefettura.

Il 21 aprile è prevista una importante marcia contro il razzismo e l’islamofobia, per la tutela dei giovani che nei quartieri popolari sono sistematicamente obiettivo della violenza e del razzismo della polizia e dello Stato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello alla mobilitazione in sostegno alla popolazione di Gaza ed alla resistenza palestinese

Ci appelliamo a tutt3 coloro che vogliono sostenere la resistenza del popolo palestinese per difendere una prospettiva universale di autodeterminazione, uguaglianza, equità e diritti.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Lavoro: maxi-sequestro a GS (Gruppo Carrefour). Quale futuro attende lavoratori e lavoratrici?

Si arricchisce di ulteriori dettagli il maxisequestro della Procura di Milano (65 milioni di euro) a Gs spa, il gruppo di 1.500 supermercati italiani di proprietà del colosso francese Carrefour.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attacco iraniano a Israele: quali conseguenze per il Libano?

Lo Stato ebraico potrebbe intensificare la lotta contro Hezbollah, ma secondo gli esperti una guerra aperta sul territorio libanese è improbabile.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sapienza: un racconto della giornata di ieri (17 aprile)

Il 17 aprile in Sapienza è stata una giornata di lotta e smascheramento dei rapporti che l’università coltiva (e non vuole interrompere) con la guerra e Israele.

Immagine di copertina per il post
Culture

Altri Mondi / Altri Modi – Conclusa la seconda edizione. Video e Podcast degli incontri

La seconda edizione del Festival Altri Mondi/Altri Modi si è chiusa. E’ stata un’edizione intensa e ricca di spunti: sei giorni di dibattiti, musica, spettacoli, socialità ed arte all’insegna di un interrogativo comune, come trovare nuove strade per uscire dal sistema di oppressione, guerra e violenza che condiziona quotidianamente le nostre vite?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: il popolo mapuche convoca una marcia a Temuco contro un megaprogetto elettrico

Viene convocata anche per chiedere la fine della promulgazione e dell’applicazione di leggi che cercano di fronteggiare i genuini processi di rivendicazione territoriale che comunità e Pu lof portano avanti in attesa della ricostruzione e liberazione nazionale mapuche.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Gavio e ndrangheta. Le mani dei boss del cemento su TAV ed autostrada

Facciamo il punto su quanto emerso finora dall’indagine Echidna che ha scoperchiato il vaso di pandora dei rapporti tra politica, criminalità organizzata e imprenditori in Piemonte nel segno del cemento.