InfoAut
Immagine di copertina per il post

Con l’acqua alla gola

||||

L’ondata di pioggia e neve che ha colpito il Piemonte e la Liguria ha di nuovo tragicamente sollevato il sipario sullo stato delle infrastrutture nel nostro paese e delle dimensioni abnormi che ha ormai preso il dissesto idrogeologico in Italia.
Dopo quanto successo settimana scorsa nel resto del Bel Paese, con i casi drammatici e altamente simbolici di Venezia e Matera, questa settimana è toccato al Nord-Ovest e alla Calabria.

Crolla un tratto della Torino-Savona, si apre una voragine di dieci metri sulla Torino-Piacenza vicino ad Asti, viene interrotto il collegamento autostradale verso Aosta a causa di una frana vicino Ivrea. Esondano il Bormida e il Ticino, il Po continua a crescere e a Torino allaga i Murazzi. Le frane e i torrenti esondati non si contano fra cuneese, torinese e alessandrino, sicuramente la zona più colpita. Si contano i danni e purtroppo anche la morte di una signora trascinata via dalla piena del fiume ad Alessandria mentre andava a lavorare, centinaia le persone sfollate. Il fatto che piova in autunno è di per se un normalissimo ma il mix fra cambiamento climatico ,che intensifica questi fenomeni meteorologici, e l’incuria di decenni in cui sono stati lasciati i nostri territori all’abbandono, traducono questi momenti in disastri annunciati che colpiscono sempre più frequentemente e quasi sempre in territori già impoveriti e devastati. In tutto questo sui media e nelle dichiarazioni ipocrite dei politici sentiamo ripetere di fondi ed stati di calamità da dichiarare in fretta e furia per darsi un’aria operosa e interessata quando fino al giorno prima del disastro non si è mosso un dito per mettere in sicurezza il territorio dal dissesto idrogeologico. Si continuano a spendere soldi pubblici per il Tav quando tutto il resto viene sommerso dal fango e distrutto poiché non vengono spesi e investiti neanche un decimo dei fondi che servirebbero. Veder sgretolare le autostrade, a poco più di un anno dal  crollo del  ponte Morandi, fa salire la rabbia, e i pedaggi altissimi che Autostrade fa pagare chi ci transita sono il simbolo di una casta politica e di una borghesia parassitaria che ride beffarda mentre si arricchisce sulla distruzione del Paese. Si parla di emergenza ma non è così, è la normalità ormai, e migliaia di persone sono obbligate a conviverci. È coscienza diffusa che ogni volta che piove per più di due giorni di fila c’è da aver paura.

Sui giornali si ripete la stessa cantilena che ci hanno cantato per l’acqua alta a Venezia la settimana scorsa. Nessuno vuole vedere l’elefante in mezzo al salotto: se siamo in questa situazione è colpa del Tav e del Mose e del sistema di sviluppo che essi rappresentano. Quello che è successo a Venezia è particolarmente esemplificativo in questo senso. Prima si costruisce il Mose, opera che oltre alla corruzione e lo spreco di denaro pubblico che comporta e ha comportato, non serve assolutamente a fermare le maree. Poi, quando una marea straordinaria spinta da forti venti di Scirocco  supera i limiti mai registrati di acqua alta, su tutti i giornali i politici invocano l’emergenza chiedendo che il Mose venga potenziato. Il Mose, e i comitati Veneziani lo dicono da anni, non solo è inutile, ma riempendo la laguna di cemento armato e allargando le bocche lagunari ha peggiorato la situazione. Per permettere l’ingresso delle grandi navi, si è aggravato un problema su cui da più cinquant’anni i veneziani si interrogano e si battono per affrontarlo in una maniera sostenibile per cittadini, città e territorio lagunare.Il modello di sviluppo predatorio che governa i nostri territori non è in alcun modo in grado di rispondere all’intensificarsi della catastrofe climatica e pur di continuare immutato il suo sistema di rapina è pronto a scaricare i costi su chi vive i territori colpiti. Nel concreto questo significa un abbassamento dello standard di vita di interi settori popolari, che più di tutti pagano questa situazione.

Dopo che i comitati No Grandi Navi hanno manifestato ieri a Venezia, una settimana dal Climate Strike indetto dal movimento di Friday for Future per venerdì 29 Novembre e la scadenza del movimento Notav dell’8 dicembre assumono ancora più importanza. Di fronte alla devastazione della nostra terra è possibile reagire e organizzarsi insieme per non finire con l’acqua alla gola.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa vuol dire un’università libera?

In TV e sui giornali si è scatenata la canea mediatica nei confronti degli studenti e delle studentesse universitarie che richiedono la fine degli accordi di ricerca militari o di dual use con le università israeliane.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Macron, à la guerre!

Il presidente francese si lancia in dichiarazioni apparentemente scomposte sulla guerra russo-ucraina, palesando lo “spirito dei tempi” di una parte delle elites europee. Il tronfio militarismo da prima guerra mondiale ci avvicina al disastro.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Agricoltura: la fabbrica impossibile

Non possiamo comprendere queste mobilitazioni senza cercare un nuovo modo di vedere le cose.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

“Difendiamo la nostra terra!” Reportage dalle proteste degli agricoltori Piemontesi

Si tratta di un racconto situato e parziale, a metà strada tra la cronaca e l’analisi, che speriamo possa servire da spunto tanto per una riflessione più ampia quanto per la scrittura di altre analisi situate.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Costante trumpista: la guerra civile latente negli Stati Uniti

In molti avevano creduto che dopo i fatti di Capitol Hill il trumpismo come fenomeno politico sarebbe stato archiviato, presentandosi al limite nelle forme di un estremismo suprematista tanto più radicale quanto residuale.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Palestina, il “senso storico” e noi

Quanto sta accadendo in Palestina crediamo sia un elemento chiarificatore. Lo è sicuramente per le masse che si sono messe in movimento per sostenere la popolazione di Gaza non solo nel mondo arabo, ma anche in tutto l’Occidente.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Salvini: una vita al servizio dei potenti

La nuova trovata di Salvini: una campagna d’odio verso l’islam per distrarre l’opinione pubblica dal genocidio in corso a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Caselle: la propaganda di guerra uccide

Lo schianto della Freccia Tricolore che ha ucciso una bambina di cinque anni ha scosso il paese. Quanto avvenuto però merita una riflessione più profonda sulla militarizzazione della società e sul concetto di sicurezza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Quale futuro ci aspettiamo?

Come incidere in questo scenario? Come porre una rigidità nei confronti delle dirigenze occidentali, a partire dal nostro governo, per frenare l’escalation bellica alla quale stiamo assistendo? Assumendosi il compito di non voler fare parte di chi può essere sacrificabile e, con noi, la nostra parte.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

SPECIALE BANLIEUE | Toute la symphonie ardente

Apriamo questa nuova pagina di approfondimento rispetto alla vicina Francia, per comprendere quanto sta accadendo e per trarne alcuni spunti interessanti da convogliare nella nostra riflessione in questa fase e nel nostro agire.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Alessandria: manifestazione contro il deposito nazionale di scorie nucleari.

Sabato 6 aprile si è svolta ad Alessandria la manifestazione che si oppone alla realizzazione del deposito nazionale delle scorie nucleari sul territorio alessandrino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

G7 clima, energia e ambiente: basta con i crimini ambientali, basta greenwashing, basta Tav!!!

Il 28, 29 e 30 aprile, Venaria sarà il palcoscenico del G7 dedicato all’energia, al clima e all’ambiente.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

VOI SETTE, NOI 99%

Dentro la Reggia di Venaria dal 28 al 30 aprile ci saranno i ministri delle 7 potenze mondiali a parlare di transizione ecologica ed energetica. A Torino si sta costruendo un percorso di avvicinamento che vede coinvolti comitati, associazioni ambientaliste, collettivi studenteschi e giovanili, realtà ecologiste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Richiesta sospensione al CSM per Bucarelli, pm anti-No Tav

Ancora guai per il PM Enzo Bucarelli, che negli ultimi anni si è distinto per le persecuzioni nei confronti dei No Tav.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No Tav: cosa sta succedendo a Salbertrand?

Ai margini del parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand sono arrivati jersey di cemento, griglie metalliche e concertina necessari per il cantiere dello svincolo del cantiere Tav.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No Tav: siamo la montagna che si difende… da 18 anni!

Si è conclusa ieri la tre giorni No Tav in occasione dell’8 dicembre di quest’anno. Un anno che ha visto un’accelerazione da parte di chi devasta la montagna e di chi reprime chi la difende in particolare in questi ultimi mesi.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 dicembre 2023 – In 10mila di nuovo in marcia contro il Tav!

Una grande marcia popolare ha attraversato ieri le strade della valle. 10mila No Tav, partiti da Susa, hanno riempito la statale per raggiungere Venaus dopo 18 anni dalla battaglia che ci ha permesso di riconquistare quelle terre che oggi ospitano il presidio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Toscana sott’acqua e quei soldatini di piombo che ignorano la “prevenzione civile”

Le intense piogge di inizio novembre hanno provocato esondazioni e allagamenti nella Regione. La piana che va da Pistoia a Firenze era una naturale vasca di laminazione dei corsi d’acqua che scendono dall’Appennino ma è stata riempita di cemento, fino a soffocarla.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Trento: sabato 14 ottobre corteo No Tav contro la Circonvallazione

Comitati e singoli cittadini contrari all’opera avevano ragione: questo progetto è una bomba ecologica puntata su Trento e su tutto l’asse dell’Adige.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Giorgio No Tav sorvegliato speciale – Aggiornamenti

Il 28 febbraio 2023 la Procura di Torino ha chiesto la sorveglianza speciale e l’obbligo di dimora nel luogo di residenza per quattro anni per Giorgio Rossetto, militante di area autonoma.