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Auspicio per un 1 maggio di lotta

A sentire in questi giorni gli sproloqui di Renzi e Berlusconi il grande assente sembra il paese reale e i suoi problemi. Cullano telecamere amiche con discorsi tanto densi di retorica quanto assenti di prospettive concrete, soprattutto per chi continua a patire i costi della crisi.

Nelle loro parole manca soprattutto la capacità di nominare le contraddizioni reali e il conflitto sociale che, seppur debole e invisibile, scava e tesse nuovi fili di resistenza al futuro che ci stanno confezionando a colpi di piani-casa e jobs act.

Il sistema dei media fa sempre più da stampella d’appoggio al sistema dei partiti. Mancano domande scomode, il puntare il dito su quel che può far male, lo scoperchiare le messinscene del potere politico.

Tutti hanno paura della partecipazione, del conflitto, della rivendicazione della protesta. Eppure proprio di lotta e di conflitti c’è bisogno per cambiare i rapporti di forza.

Se le istituzioni e i partiti tutelano solo i privilegi per pochi è giusto non avere più fiducia nelle istituzioni perché sono contrapposte e nemiche della maggior parte della popolazione. Ha sempre minor senso pensare di delegare qualcuno a gestire in modo diverso queste istituzioni.

Bisogna ricercare e attuare modi e forme per mobilitarsi in modo nuovo e di massa senza ideologie ma nel concreto a partire dal disagio che vivono milioni di persone abbandonate a se stesse senza prospettive .

La partecipazione per ottenere soddisfazione dei bisogni, difesa dei territori devastati può creare nuove forme di solidarietà di condivisione di interessi comuni e collettivi che col tempo e la continuità possono generare ricomposizione sociale e nuove forme condivise di comunità.

Quest’anno in molte piazze del primo maggio si contrappongono due realtà antitetiche: una dei GARANTITI ISTITUZIONALI, che cercano consensi elettorali e un’altra, NON GARANTITA e NON RAPPRESENTATA, portatrice di bisogni e istanze sociali estese e forti.

Molti di questi non garantiti non perderanno il loro tempo per andare a votare e il loro peso lo si vedrà in parte nell’astensione. Noi faremo di tutto perché fuori dalle istituzioni si possano mobilitare a livello di massa e possano dire la loro attivamente, questo 1 maggio in tutte le piazze del paese, il prossimo 11 luglio qui a Torino, in occasione del vertice sulla (dis)occupazione giovanile.

NON PAROLE MA REDDITO, CASE, E DIGNITÀ PER TUTTI!

 

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