Una sentenza della corte di Cassazione depositata negli scorsi giorni ha respinto il riconoscimento del diritto di usucapione rivendicato dai militanti di via Conchetta per lo storico centro sociale milanese sede della libreria Calusca e dello storico archivio Primo Moroni, testimonianza insostituibile delle controculture contestatarie e antagoniste italiane a partire dagli anni ‘70.
Gli spazi di via Conchetta vennero occupati per la prima volta il 25 luglio 1976. Poco più di dieci anni dopo, nel 1988, l’esperienza si allargò a tutto il civico 18 rivitalizzandosi nel progetto del C.S.O.A. Cox 18 che ben presto divenne l’epicentro dell’autorganizzazione militante giovanile tra le zone dei Navigli e le colonne di San Lorenzo. Allo sgombero del 1989 si rispose con l’occupazione degli uffici dell’assessore alle politiche giovanili Treves, dove temporaneamente si trasferirono le attività del centro sociale mentre la stampa gridava al vandalismo. Una rioccupazione, un nuovo sgombero e un’altra occupazione contraddistinguono l’autunno dell’89. Il Centro Sociale è vivo e gli occupanti terminano a proprie spese i lavori di ristrutturazione. Nel ‘92 viene inaugurata la libreria Calusca. Il 22 gennaio 2009, per evitare che lo stabile cada sotto il diritto di usucapione degli occupanti, il Cox viene sgomberato. Blocchi, scontri, cortei selvaggi fino a palazzo Marino segnano la risposta in città allo sgombero fino al corteo del 24 gennaio che conta più di diecimila partecipanti. Da Febbraio il Cox riprende possesso del suo spazio. Quarant’anni di battaglia che rappresentano una garanzia: non sarà una sentenza a porre fine all’esperienza di Cox18.
Il video dello sgombero del 2009.
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