InfoAut
Immagine di copertina per il post

Retroscena e sviluppi attorno la guerra ad Afrin

||||

In queste settimane grande attenzione è rivolta a comprendere cosa stia accadendo in Siria e nel cantone di Afrin, sotto attacco da ormai un mese da parte della Turchia, ma le analisi che leggiamo in Italia provengono per la maggior parte da giornalisti e esperti esterni. Quella che proponiamo di seguito è invece la traduzione di un contributo prodotto da dentro la resistenza di Afrin, un’occasione importante per avere un’analisi e un punto di vista partigiani. (Articolo tratto e tradotto da ICAfrinResistance).

La Turchia si appoggia all’Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite sulla sicurezza dei confini e il diritto alla legittima difesa per quanto riguarda gli attacchi contro Afrin che sono cominciati il 21-01-2018. Tuttavia questa non è la verità, negli ultimi anni non ci sono informazioni pubbliche riguardanti un attacco dalla città di Afrin alla Turchia e la Turchia non lo può provare. Dopo che l’occupazione di Afrin è cominciata, numerosi razzi hanno bersagliato le città frontaliere come Kilis o Reyhanli in Turchia ma ancora non è stato rivelato chi abbia lanciato questi razzi. L’opinione più diffusa, anche in Turchia, è che quei razzi fossero organizzati dal MIT, l’agenzia di intelligence turca, per giustificare l’occupazione.

Quindi la Turchia non ha iniziato l’attacco su Afrin per difendersi. Il regime turco sta portando avanti quegli attacchi contro gli sforzi del popolo curdo in Siria per stabilire un sistema moderno in un quadro democratico insieme a differenti popoli. La Turchia vuole bloccare la formazione di una struttura federativa che include i curdi e vuole far dominare la regione ai jihadisti per controllare l’area de facto. La Turchia non ha ancora abbandonato l’ideale neo-ottomano e l’idea di governare il Medioriente attraverso un’ideologia comune a strutture come i Fratelli Mussulmani. Per questa ragione ambisce a espandere la sua area aggiungendo Afrin a città come Jarablus, Azaz o Bab, che i jihadisti controllati dalla Turchia dominano da tempo. Ha dichiarato che vuole puntare a Minbic dopo Afrin, far muovere le SDF a est dell’Eufrate e dopo colpire le SDF a est dell’Eufrate per bloccare completamente una struttura autonoma in cui i curdi prenderebbero parte. L’aspetto più importante che rende la Turchia così aggressiva e ostile è il fatto che non è stata in grado di risolvere la questione curda al suo interno. La Turchia ha la paranoia che il popolo curdo in Turchia sia influenzato e si muova di conseguenza nel momento in cui in Siria c’è una struttura in cui i curdi partecipano attivamente. Perciò da lungo tempo sta cercando di distruggere le attività che i curdi stanno sviluppando in Siria. Non essendo riuscita a ottenere nessun risultato da questo, ha cercato un’opportunità e spazio per il suo attacco.

La Turchia ha tratto molto beneficio della rivalità tra USA e Russia in Siria mentre realizzava questa occupazione. In Siria gli USA hanno rivendicato l’ovest dell’Eufrate e la Russia l’est, come loro loro area di dominio e l’hanno fatto accettare all’altro. Perciò la Turchia doveva fare un accordo con la Russia su Afrin nell’ovest e l’ha fatto. Sembra che la Turchia abbia fatto qualche compromesso e abbiamo ottenuto il permesso dalla Russia per usare lo spazio aereo siriano e condurre l’attacco di terra. È evidente che la Russia volesse allontanare la Turchia dagli USA e, attraverso questo accordo, mettere anche la sua appartenenza alla NATO in dubbio. Un’altra possibilità significativa per la quale il regime di Assad e la Russia abbiano dato l’assenso di attaccare Afrin è per sconfiggere i jihadisti a Idlib, controllata dalla Turchia, attraverso questo accordo e trasferire Idlib sotto il controllo della zona di Assad. Perché al momento il problema più evidente per il regime siriano è che Idlib è controllata dai jihadisti. La Turchia voleva portare Afrin fuori dal controllo delle SDF come prima cosa. Quindi è possibile che abbiano concordato per Afrin in cambio di Idlib.  Tuttavia, anche la Russia e il regime siriano non vogliono che l’area di Afrin sia controllata dalla Turchia e dalle forze jihadiste del FSA sul lungo termine. Perché queste forze sono quelle che hanno combattuto contro il regime di Assad e sono riconosciute come terroriste fin dall’inizio. E come secondo passo del piano mandare via la Turchia dalla Siria sotto la legislazione dell’ONU. Sembra anche che Russia e regime pensino di prendere Afrin sia integrando sia sconfiggendo l’FSA nell’area. Perciò, come prima cosa, Russia e regime siriano volevano seguire la strategia di prendere due piccioni con una fava. Riguardo alla Turchia è ovvio che sia aperta a ogni tipo di progetto o relazione per impedire ai curdi di avere uno status in Siria.

Sembra che l’Iran sia lo stato della regione più infastidito dalle relazioni che si stanno sviluppando tra Turchia, Russia e regime siriano. Non solo l’Iran è in competizione con la Turchia nella regione, ma anche in competizione per l’influenza all’interno della Siria. L’Iran non vuole che la Turchia sia troppo influente in Siria. Tutti i gruppi sostenuti dalla Turchia sono posizionati contro la corrente sciiti iraniana. Perciò sembra che l’Iran proponga progetti e suggerimenti che incoraggiano il regime siriano a essere più attivo contro la Turchia. È ovvio che l’Iran mostrerà qualche sforzo per distruggere i piani e ridurre le attività della Turchia senza infastidire la Russia.

Nel corso del tempo la coalizione occidentale non ha potuto avere una presenza attiva contro l’ISIS.  La più importante ragione per questo è che gli USA e la Russia hanno convenuto che le loro aree di influenza sono ovest dell’Eufrate ed est dell’Eufrate e non intervengono nella regione dell’altro. A parte questo, l’ipotesi che abbiano diviso la regione è stata provata ancora una volta. Sembra che gli  USA non intervengano e si muovano per Afrin perché è a ovest dell’Eufrate, ossia nella regione sotto controllo della Russia. Non solo questo, sembra anche gli USA abbiano scelto a via “soft” per avvicinare la Turchia contro i piani che la Russia sta attuando contro gli USA e la NATO e per riconquistare la Turchia nel campo USA, questa volta più saldamente. Ci sono le SDF da un lato, con cui gli USA agiscono in Siria, e c’è la Turchia il cui approccio alla Russia non è richiesto, ma che sta attaccando le SDF. Sotto queste condizioni, sembra che gli USA siano silenti contro l’occupazione di Afrin per i propri interessi e cerchino di rendere la Turchia un alleato leale al comando NATO. Sembra che gli USA stiano cercando di controllare la Turchia tramite dei piani bilanciati.
 
L’aspetto più importante in questi equilibri, progetti e calcoli è che cosa il popolo di Afrin e le SDF avrebbero fatto. Mentre tutti stavano facendo i loro progetti sulla quantità di giorni in cui la città sarebbe caduta o quando le SDF si sarebbero ritirate, il popolo di Afrin e le SDF hanno deciso di resistere fino alla fine. Il popolo curdo ha deciso di non lasciare la città pagando un prezzo alto con il desiderio di realizzare il modello di democrazia, libertà, giustizia e uguaglianza insieme ad altri popoli e nella lealtà al desiderio di vivere sulla propria terra liberamente, come un popolo che ha dovuto vivere sotto il dominio di altri per secoli. Nonostante gli intensi bombardamenti aerei e l’uso di ogni tipo di armi pesanti, il popolo di Afrin non ha evacuato la città e le SDF non arretrano. Questo è un raro esempio nella storia. In queste condizioni di guerra quello che succede solitamente è che le persone lasciano la città. Lo stato turco ha pure preparato dei campi aspettandosi che la popolazione avrebbe lasciato la città e lo ha dichiarato pubblicamente, ma le sue aspettative non sono diventate realtà. Il limitato numero di civili che ha lasciato la città sono rifugiati che sono arrivati ad Afrin durante la battaglia di Aleppo. Invece che abbandonare la città, migliaia di persone da decine di città in Rojava, come Qamişlo, Heseke, Kobane, sono andate ad Afrin per sostenere la resistenze e queste carovane continuano ancora.

Mentre il popolo di Afrin ha resistito coraggiosamente contro l’occupazione, i curdi in tutti il mondo e i loro amici hanno sostenuto la resistenza. Di certo questi sviluppi hanno portato nuovi terreni ed eventi, sia nell’area politico-militare sia in quella diplomatica. Mentre la forte resistenza del popolo di Afrin continuava, nella seconda settimana della resistenza l’amministrazione del Cantone di Afrin ha chiamato il regime siriano a compiere il suo dovere di difesa dei confini. Tuttavia il regime siriano e la Russia non hanno voluto dare una risposta a questa chiamata immediatamente. Si è visto che hanno seguito una politica di posticipo della decisione con alcuni incontri per rendere le SDF più deboli contro la Turchia e per forzarle a maggiori compromessi. È stato evidente che il compromesso che volevano non era solo prendere il controllo di Afrin, ma anche delle risorse petrolifere nella regione di Deir er-zor. In questo quadro hanno pure attaccato nella regione di Deir er-zor l’8 Febbraio, hanno ricevuto una dura risposta e sono stati respinti.

Si è capito che nessuno aveva previsto che il popolo di Afrin avrebbe resistito così duramente contro l’esercito turco, che probabilmente è il più grande della NATO. Come risultato della resistenza del popolo di Afrin, il suo rimanere nella città così come il sostegno della comunità internazionale, nei successivi giorni della resistenza, molti attori, e particolarmente il regime siriano e la Russia, hanno dovuto re-inventare le loro politiche.

20180204 afri nc82ba4 image

Dopo che la Turchia ha perso sia sul livello politico-militare sia su quello pubblico contro la resistenza di Afrin, il regime siriano ha risposto alla chiamata con il sostegno dell’Iran, suo alleato, nonostante il parziale rifiuto della Russia, e ha deciso di mandare le sue forze per la sicurezza dei confini di Afrin. Il regime siriano ha visto che, se il popolo di Afrin da solo, guidato dalle SDF, riesce a resistere e contrattaccare, il regime perderebbe terreno per il dialogo e le negoziazione sulla ristrutturazione di una nuova Siria con le SDF in futuro. Inoltre non sarebbe più stato possibile rivendicare l’unità della Siria e l’egemonia del regime. Hanno percepito il dovere di muoversi per non perdere questo terreno completamente. Dall’altro lato, hanno realizzato che la Turchia non farà i passaggi attesi in Idlib riguardo ai jihadisti e che userà il processo di Astana solo per il proprio vantaggio. Questa situazione ha spinto il regime siriano a collaborare con le SDF su Afrin.

Dopo che la Turchia ha avuto i colloqui con gli USA e Tillerson e ha mostrato segni di riavvicinamento, insieme al sospetto che i jihadisti abbiano abbattuto l’aereo civile russo, sembra che la Russia si sia posizionata in modo da sostenere in maniera latente il regime siriano, ma tale da mantenere l’accordo con la Turchia e non perdere la connessione completamente.

Si è visto che gli accordi tra regime e SDF sono interamente in un quadro di sicurezza. Si è capito che trasferire il potere politico-amministrativo di Afrin al regime siriano non è nemmeno materia di discussione e le SDF non faranno nessun compromesso per nessuna rivendicazione politica. Al contrario, hanno forzato il regime siriano a sostenere la resistenza contro l’occupazione e le minacce dei confini, compatibilmente con il progetto che suggeriscono come parte di una federazione siriana democratica. Secondo la legge della Federazione democratica della Siria che le SDF propongono per una nuova Siria, la sicurezza complessiva è una responsabilità condivisa tra governo locale e centrale. Si è potuto vedere che SDF e regime siriano hanno la priorità di muoversi insieme contro l’occupazione e valutare le questioni politico-amministrative in una discussione interna che è lasciata ai negoziati nel contesto di una nuova costituzione.

Dopo questo livello, gli equilibri e la situazione sul campo cambierà più velocemente. Di fronte alla Turchia non ci sono solo le SDF ma anche il governo centrale siriano. A parte le critiche e le contraddizioni contro il regime di Assad, il fatto che abbiamo adesso è che due stati membri dell’ONU si stanno fronteggiando. Quindi a partire da stati come Germania e Francia, membri ONU hanno cominciato a chiamare la Turchia per fermare gli attacchi su Afrin e ritirarsi. La Russia sta cercando di posizionarsi come mediatore in modo da fornire una possibile conciliazione sotto il proprio controllo e per il proprio vantaggio. L’Iran cercherà di rafforzare la sua influenza con un nuovo accordo e sostenendo di più la collaborazione SDF-regime per rompere l’influenza della Turchia. Gli USA sembrano in difficoltà nella nuova situazione, si aspettavano che l’accordo tra Turchia e Russia sarebbe diventato difficile, quindi la Turchia si sarebbe rivolta agli USA di nuovo.

Come risultato, dopo la grande resistenza del popolo di Afrin da più di un mese, le ultime mosse diplomatiche e il regime siriano che assume un ruolo, la precedente atmosfera è persa per la Turchia. La Turchia non si ritirerà, ma cercherà di contrattare con tutte le forze rimanendo nei villaggi e nei campi che ha occupato. Tuttavia è ovvio che non può raggiungere nessuno degli obbiettivi politico-militari che aveva pianificato all’inizio. Continuare l’occupazione non avrà nessun altro risultato che causare la morte di ancora più persone e bambini innocenti. La Turchia deve essere fermata prima che siano danneggiate altre persone, bambini e i combattenti che li proteggono. Come si può vedere ogni forza internazionale e stato regionale ha un piano per i propri vantaggi. Tuttavia le persone che stanno cercando di vivere liberamente in democrazia e pace sono quelle maggiormente danneggiate. Il pubblico internazionale e le istituzioni dovrebbero vedere il diritto di queste persone di vivere prima di ogni interesse politico, intervenire più velocemente e fermare la guerra e l’occupazione. Prima di ogni altra cosa è una responsabilità umanitaria per tutti.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Afrinkurdistanturchia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contestati i ministri della guerra al Politecnico di Torino

Riceviamo e ricondividiamo il comunicato del CUA di Torino sulla contestazione di ieri al convegno istituzionale tenutosi alla sede del Valentino del Politecnico. Ieri mattina un gruppo di student3 dell’Università di Torino ha contestato il convegno a porte chiuse che si è tenuto al castello del Valentino su tecnoscienza e intelligenza artificiale, con ospiti di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: 25 Aprile con la resistenza palestinese

Milano – Per un 25 Aprile con la Palestina, Piazza Duomo h. 13:30.
La Resistenza non è soltanto memoria, ma è oggi. Palestina libera!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: i Me`phaa di Tilapa creano sistema di giustizia a difesa del loro territorio

Il popolo Me`phaa di Tilapa, Guerrero, ha presentato il proprio sistema di giustizia denominato Sicurezza di Protezione Territoriale Indigena (Serti), per “difendere il territorio da una prospettiva indigena, olistica e integrale”, di fronte alle minacce di progetti minerari, saccheggio territoriale e controllo dei gruppi del crimine organizzato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protezione Civile: 2.000 palestinesi scomparsi a seguito del ritiro delle forze israeliane da alcune aree di Gaza

La Difesa civile della Striscia di Gaza ha rivelato in un comunicato divulgato domenica che circa duemila palestinesi sono stati dichiarati dispersi in varie aree dell’enclave dopo il ritiro delle forze di occupazione israeliane (IOF) da esse.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un documento trapelato dal New York Times su Gaza dice ai giornalisti di evitare le parole: “Genocidio”, “Pulizia Etnica” e “Territorio Occupato”

Nel mezzo della battaglia interna sulla copertura del New York Times riguardo la guerra di Israele, i principali redattori hanno emanato una serie di direttive.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA per la Palestina: dipendenti Google licenziati e studenti alla Columbia University sgomberati dalla polizia

Negli Stati Uniti proteste in corso a sostegno del popolo palestinese, per il quale diversi settori della società civile si sono mobilitati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giornata di mobilitazione per il clima e a sostegno della Palestina.

Da Nord a Sud Italia questa mattina lo sciopero climatico lanciato da Fridays For Future ha riempito le piazze di giovani e giovanissimi che hanno ribadito le connessioni stringenti tra la devastazione dei territori e le guerre, rappresentando un forte grido in sostegno alla Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello alla mobilitazione in sostegno alla popolazione di Gaza ed alla resistenza palestinese

Ci appelliamo a tutt3 coloro che vogliono sostenere la resistenza del popolo palestinese per difendere una prospettiva universale di autodeterminazione, uguaglianza, equità e diritti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attacco iraniano a Israele: quali conseguenze per il Libano?

Lo Stato ebraico potrebbe intensificare la lotta contro Hezbollah, ma secondo gli esperti una guerra aperta sul territorio libanese è improbabile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: il popolo mapuche convoca una marcia a Temuco contro un megaprogetto elettrico

Viene convocata anche per chiedere la fine della promulgazione e dell’applicazione di leggi che cercano di fronteggiare i genuini processi di rivendicazione territoriale che comunità e Pu lof portano avanti in attesa della ricostruzione e liberazione nazionale mapuche.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Alcune valutazioni post elezioni in Turchia.

Con Murat Cinar facciamo il punto sulle condizioni delle elezioni in Turchia e gli scontri tra popolazione e forze dell’ordine nei giorni immediatamente successivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: Erdogan tenta di delegittimare la vittoria di Dem nel sud-est del paese. Manifestazioni e scontri

Proseguono i tentativi del sultano Erdogan e del suo partito AKP di delegittimare i risultati espressi nel voto per le elezioni amministrative del fine settimana.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il PKK è un’organizzazione terroristica?

Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e il suo cofondatore e leader di lunga data, Abdullah Öcalan, sono stati per molti anni nella lista dei terroristi degli Stati Uniti e dell’Unione Europea (UE).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: Gerîla TV pubblica un filmato dell’operazione rivoluzionaria a Xakurkê

Gerîla TV ha pubblicato un filmato dell’operazione rivoluzionaria a Xakurkê verso la fine di dicembre, in cui sono stati uccisi decine di soldati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

SDF: gli attacchi della Turchia alla Siria settentrionale e orientale sono un atto di aggressione barbara e terroristica

Gli attacchi della Turchia alla Siria settentrionale e orientale sono un “atto di aggressione barbarica e terroristica”, lo hanno affermato le SDF in una nota. Questa mattina la Turchia ha continuato ad attaccare la regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Rojava: Foza Yûsif invita alla mobilitazione “Dichiariamo la resistenza totale”

Invitando alla mobilitazione contro lo Stato turco occupante, Foza Yûsif, membro del Consiglio di co-presidenza del PYD, ha dichiarato: “Dichiariamo la resistenza totale”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Unità operativa rivoluzionaria di guerriglieri a Zap: “Noi non ci arrenderemo, ma il nemico sì”

Gerîla TV ha pubblicato un filmato del gruppo d’azione Girê Şehîd Pîrdogan che ha preso parte all’operazione rivoluzionaria per espellere l’esercito turco dalla regione occidentale di Zap, nelle zone di difesa di Medya controllate dalla guerriglia nel Kurdistan meridionale (Iraq settentrionale).

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kalkan: la lotta del popolo palestinese per la libertà e la democrazia è sacra

Il membro del Consiglio esecutivo del PKK Durkan Kalkan ha parlato del nuovo contesto geopolitico, analizzando il ruolo della Cina e l’attuale guerra israeliana alla Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: l’ipocrisia di Erdogan e il ruolo di Ankara in Medio Oriente. Intervista a Murat Cinar

“La Turchia risulterà l’unico membro della famiglia Nato ad avere un dialogo con Hamas?”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kalkan: Difendiamo la giusta causa del popolo palestinese fino alla fine

Duran Kalkan, membro del Consiglio esecutivo della KCK, ha parlato della guerra in corso contro Gaza.